Negli ultimi mesi sono state presentate sul mercato numerose scarpe daily trainer caratterizzate da soluzioni tecniche particolari. Si tratta di modelli stabili, pensati quindi per gli atleti che soffrono di iperpronazione, ma che a differenza dei modelli del passato non ricorrono al tradizionale inserto rigido in plastica posizionato nella parte interna della scarpa per sostenere adottando altre tecnologie meno invasive.
Lo spirito alla base di questo cambio di design è legato alla volontà di rendere queste scarpe stabili accessibili anche a quei podisti che soffrono di un lieve difetto di iperpronazione, o che passano ad una pronazione accentuata quando percorrono lunghe distanze per via della fatica accumulata. Oltre a questo i nuovi approcci rendono le scarpe stabili più confortevoli in generale, quindi meglio adatte a rispondere alle necessità dei podisti appassionati. Abbiamo visto questo nelle nostre recensioni delle Asics Gel-Kayano 30 e delle Altra Paradigm 7.
Drx Bliss è la nuova proposta di scarpa da strada stabile, basata su un nuovo concetto di tecnologia antipronazione basata su quello che Salomon indica con il nome di Active Chassis. Si tratta di un lungo inserto, presente su entrambi i lati della scarpa, che opera come un binario stabilizzando la rullata verso il centro ed evitando in questo modo che il piede possa cedere in modo troppo marcato verso l’interno oppure verso l’esterno nel caso degli atleti ipersupinatori.
Un concetto interessante, che ho avuto modo di provare nel corso dei 150km di allenamenti che ho completato per questa recensione. Da podista tendenzialmente neutro ho avuto la sensazione che la scarpa mi guidasse ad una rullata ben centrale, senza però che la cosa diventasse in qualche modo invasiva o fastidiosa: grande stabilità, senza costrizione.
Battistrada: 8,5
E’ uno degli elementi più convincenti di questa scarpa, decisamente sovrabbondante quanto a protezione pensando alla durata nel tempo. Salomon ha scelto una struttura in gomma dura che copre l’intersuola in tutti i potenziali punti di contatto con il terreno, per giunta con uno spessore di questo componente che è superiore alla media.
Difficile immaginare, vista la marginale usura dopo 150km di utilizzo, che questo battistrada possa in qualche modo cedere prima di non meno di 800km di percorrenza. L’assenza di intagli profondi e scalanature evita che sassolini si possano incastrare durante la corsa, mentre il grip è stato molto valido tanto su asfalto asciutto come su quello bagnato. Si può pensare che la gomma dura inserita sia addirittura sovrabbondante, portando ad un aggravio di peso, ma la scarpa è complessivamente leggera pertanto questa scelta non porta problemi.
Intersuola: 7
Salomon ha optato per quella che viene indicata come Energy Foam, una mescola proprietaria in EVA con Olefina infusa (OBC, Olefin Block Copolymers) caratterizzata da uno spessore di 34mm nel tallone e di 26mm nell’avampiede per un drop di 8mm. E’ una classica EVA dalla durezza elevata, tutt’altro che morbida come altre intersuole recenti che aziende concorrenti adottano per le proprie maxi shoes ma questo è voluto proprio per conferire maggiore stabilità alla scarpa ed evitare che possa cedere all’interno.
La struttura antipronazione è chiamata Active Chassis: costruita in TPU, è molto compatta e dura con un’altezza complessiva che aumenta nella parte posteriore sotto il tallone così da conferire maggiore stabilità. Non è sviluppata a tutta larghezza, in quanto così facendo opererebbe come una piastra rigida, ed ha dimensioni identiche sul alto interno come su quello esterno della scarpa.
Il feedback che fornisce durante la corsa è quello classico delle intersuole in EVA: risposta secca e discreta reattività, con un comportamento che ricorda quello classico delle scarpe di alcuni anni fa e che predilige l’utilizzo a ritmi non della corsa troppo lenta.
Tomaia: 7,5
La tomaia è costruita con un mesh plastificato che può apparire, al tocco con la mano, un po’ troppo rigido ma che si rivela essere invece comodo e anche discretamente traspirante. Sono presenti delle termosaldature che rinforzano la tomaia nei punti di maggiore stress. Correndo sotto la pioggia abbondante ho apprezzato la tenuta all’acqua: la scarpa non solo non si inzuppa ma tende anche a far uscire rapidamente l’acqua eventualmente accumulata durante la corsa.
Non ho avuto problemi anche con temperature non propriamente autunnali, avendo usato queste scarpe anche in una trasferta all’estero a latitudini ben più equatoriali di quelle tipiche dell’Italia.
Upper: 5,5
Luci e ombre nella parte superiore della scarpa: ad una tomaia che è molto ben costruita troviamo abbinati il tallone che è nella media, stringhe di discreta fattura e una linguetta che mi ha deluso non poco. Il tallone presenta una imbottitura non particolarmente ampia: è morbido nella parte superiore e più rigido in quella inferiore, ma non tanto quanto ci si spetterebbe da una scarpa di tipo stabile.
Le stringhe, di forma rettangolare e leggermente elasticizzate, sono infilate in una struttura ad occhielli rinforzati di sviluppo verticale: permettono di trovare facilmente l’allacciatura richiesta ma ho trovato schiacciassero un po’ troppo la parte superiore del piede. Questo si abbina ad una linguetta fissata alla tomaia nella sola parte inferiore e non anche lateralmente, che tende a muoversi non poco, con una imbottitura appena accennata e un confort tutt’altro che memorabile. E’ probabilmente questa la parte che ho meno apprezzato di questa scarpa, complice nel mio caso anche il fatto di avere un piede molto affusolato nella parte superiore.
Peso: 7
Siamo a 240 grammi per il numero US8, un peso decisamente valido nel complesso: quale titolo di riferimento possiamo dire che si tratta un dato allineato a quello delle Hoka Clifton 9. L’intersuola ha uno spessore, tra tallone e avampiede, che è nello standard mentre il mesh utilizzato per la tomaia vanta caratteristiche di leggerezza che si trasferiscono sul peso complessivo.
Ai piedi la scarpa trasmette una sensazione di leggerezza complessiva, percepibile soprattutto nella tomaia, ma in questo aiuta anche la zona del tallone e la linguetta che sono imbottite non in modo esagerato (cosa che, in questa scarpa, non si è rivelato essere un pregio).
Comfort: 6
Non è questo il punto di forza di queste scarpe, ma la spiegazione di tale comportamento è legata alla struttura delle Drx Bliss. La scelta di abbinare un sistema antipronazione a una intersuola in EVA rigida conferisce grande stabilità ma ovviamente non rende questa scarpa in nessun modo morbida. C’è tanta intersuola, 34mm nel tallone e 26mm nell’anteriore, ma la sensazione ai piedi è che ve ne sia di meno.
Confort quindi non elevato, con la scarpa che ricambia con una sensazione di contatto sul terreno da parte del piede che è molto precisa e che del resto possiamo considerare essere uno degli obiettivi da ricercare in scarpe pensate per gli iperpronatori. Anche se il collarino non è particolarmente spesso ho trovato l’area del tallone sufficientemente confortevole, grazie anche alla sua non eccessiva rigidità che la differenzia da quella tipica delle calzature stabili. Non mi è infine piaciuta la linguetta, che risulta essere poco pratica da posizionare e che richiede di allacciare in modo forte le stringhe portando in alcuni casi a un certo fastidio, nel lungo periodo, alla parte superiore del piede soprattutto se questo è molto magro.
Ritorno di energia: 6,5
La mescola Energy Foam non sorprende per reattività: è una EVA con Olefina infusa che fornisce il meglio di cui è capace quando viene spinta su ritmi più veloci. Potremmo quindi dire che questa è una scarpa con la quale c’è più da lavorare che, ad esempio, con altre caratterizzate da intersuole più reattive e morbide. Detto questo, se aumentiamo il ritmo Drx Bliss fornisce una risposta complessivamente interessante: l’ho preferita per questo proprio per corse svelte a ritmi superiori a quelli della corsa lenta, nella quale la rigidità dell’intersuola unita alla struttura di sostegno forniscono una risposta sin troppo netta e definita.
D’altro canto questo tipo di comportamento è quello che dovrebbe essere tipico in scarpe destinate agli iperpronatori: intersuola ben strutturata e poco cedevole, proprio per fornire sostegno, abbinata a quelle tecnologie specifiche delle varie aziende (nel caso di Salomon parliamo di Active Chassis) che aiutano a contenere l’iperpronazione.
Durata massima stimata: 8
Per come la scarpa ha gestito i primi 150km di percorrenza mi sento di ipotizzare una percorrenza di almeno 700-800km prima che emergano evidenti segni di usura. Il battistrada, come detto, è molto robusto e il ricco strato di gomma non solo protegge l’intersuola nei punti di contatto con il terreno ma è anche particolarmente spesso. Qualora aveste punti di contatto molto marcati per via della vostra falcata l’abbondanza di gomma vi permetterà di raggiungere una percorrenza elevata in ogni caso.
L’intersuola Energy Foam in EVA è piuttosto rigida e questo strizza l’occhio alla durata nel tempo; non ritengo che questo componente possa garantire una percorrenza massima inferiore a quella del battistrada. La tomaia, infine, è sottile ma la finitura plastica la rende più robusta: i punti di rinforzo inseriti nella punta la rendono solida e difficilmente verrà bucata dalle dita. In sintesi ritengo che Salomon DRX Bliss sia fatta per durare nel tempo, raggiungendo percorrenze nel range medio-elevato per una daily trainer.
Prezzo ufficiale: 7,5
Il listino di queste Salomon Drx Bliss parla di un costo ufficiale di 160€, cifra che è oggetto già ora di sconti interessanti. Un listino ufficiale di 160€ per una scarpa daily trainer stabile è molto interessante, pensando alle cifre che abbiamo visto toccare dalle scarpe in commercio negli ultimi mesi.
Voto finale: 7
Il voto finale è un 7, frutto della media delle singole votazioni date qui sopra: un voto che è viziato dai limiti dell’upper e da un confort non eccezionale ma alzato da un battistrada molto durevole, da un peso contenuto e da un comportamento nell’antipronazione poco invasivo ma decisamente efficace.
Non ritengo che Salomon Drx Bliss sia una scarpa adatta alle uscite di corsa lenta o di recupero: la rigidità della intersuola, unita al sistema Active Chassis per gestire l’iperpronazione non la rende una scarpa riposante e adatta a quando si è già muscolarmente stanchi. Meglio quando si alza leggermente il ritmo verso una corsa più svelta: in questo caso la risposta dell’intersuola asseconda il passo in mood molto più naturale, facendo apprezzare molto di più le qualità di questo prodotto.
La consiglio a chi avesse problemi di iperpronazione non esasperata, oltre a chi corre con un appoggio tendenzialmente neutro ma volesse maggiore stabilità: il connubio tra intersuola e Active Chassis crea un risultato indubbiamente molto valido.
Sono scarpe che vanno bene anche per podisti più pesanti del sottoscritto: direi che tra i 75Kg e gli 85Kg è il range ottimale per queste scarpe, per via della risposta dell’intersuola e della struttura di sostegno. Podisti di questo tipo possono utilizzarle per le corse più svelte, per i medi e anche per le ripetute dai 1.000 metri a salire: come detto quando si aumenta il ritmo da quello della corsa lenta la risposta delle Drx Bliss tende a diventare molto più piacevole.
Per i ritmi, in base a quello della propria corsa lenta ne consiglierei un utilizzo ad un passo che è dai 20 ai 30 secondi al km più veloce. Nel mio caso specifico ho sofferto un po’ le corse lente attorno ai 5’10”al km, trovandomi decisamente meglio con un ritmo di 4’50” o più basso: credo che questo delta sia applicabile a un po’ tutti i podisti, a seconda del ritmo delle vostre corse lente. Come distanza sono scarpe adatte a uscite da 10-15km al massimo: personalmente le ho usate in allenamenti sino a 20km ma non consiglierei di andare oltre questa distanza per via della loro struttura.
Possono essere scarpe adatte ai lavori per i podisti che soffrono di iperpronazione? Ritengo di si, e forse è questo l’ambito di utilizzo migliore per la Salomon Drs Bliss. Il comportamento quando spinte su ritmi più impegnativi e la loro leggerezza le rendono candidate a questo compito per chi vuole una scarpa che sappia anche essere veloce oltre che stabile.