Vaporfly è la super scarpa che ha rivoluzionato il mondo della corsa nel 2017, prima a inserire una piastra in fibra di carbonio nell’intersuola (a parte qualche tentativo primordiale tra gli anni ’90 e 2000 di brand come Fila, Reebok e poi Adidas) e, soprattutto, capace di sfruttare una mescola premium iper reattiva che già allora prometteva il 4% in più di ritorno di energia.
A distanza di otto anni, mentre il mondo delle super shoes si evolve sulla scia di quel primo modello enfatizzando al massimo reattività, geometrie e ritorno di energia, Nike ha presentato la nuova versione di Vaporfly 4 che, come allora, prova a disegnare una nuova strada tra le calzature più veloci dedicate alle gare.
Questa non vuole essere una recensione della nuova Nike Vaporfly 4, ma solo un’anteprima che riassume le nuove caratteristiche della scarpa annunciata dalla casa madre in attesa di poterla testare secondo i protocolli di The Running Club.

Di Nike Vaporfly 4 avevamo già raccontato qualche indiscrezione nelle scorse settimane, dopo aver visto in anteprima un primo prototipo, ma oggi possiamo finalmente parlarne un po’ più nel dettaglio. Di una cosa siamo sicuri: sarà velocissima. Non a caso lo scorso weekend, proprio le Vaporfly 4 al debutto ai piedi dell’etiope Deresa Geleta hanno conquistato il secondo posto alla maratona di Tokyo.
Nike Vaporfly 4: caratteristiche tecniche e proprietà
Partiamo da ciò che dice l’occhio. Vaporfly 4 abbandona lo stile squadrato della versione 3, avvicinandosi a un design molto simile a quello di Alphafly 3 e Zoom Fly 6, con linee morbide e arrotondate, e il caratteristico “alettone” posteriore che circonda il tallone.
Linea simile, ma scarpe completamente diverse. Quello che è apparso molto evidente in Vaporfly 4 è che Nike ha voluto nettamente distinguere i suoi modelli di super shoes. Se Alphafly 3 è la regina destinata alla maratona, la nuova versione di Vaporfly 4 sembra essere invece indirizzata principalmente su distanze minori, come la mezza maratona (lo stesso dicasi della nuova Streakfly 2, di cui parleremo in seguito, progettata per le gare su strada ancora più brevi).

A confermare quest’idea, la struttura generale del cuore di Vaporfly 4. L’intersuola è sempre composta dalla combinazione di schiuma ZoomX e piastra Flyplate in fibra di carbonio. Ma a differenza della versione 3 e della tendenza generale a massimizzare l’altezza delle mescole, Nike in Vaporfly 4 ha ridotto lo stack, passando dai quasi 40 mm del posteriore e 32 mm in avampiede, a 35 mm e 29 mm, riducendo anche il drop da 8 a 6 mm.
Anche la Flyplate è stata aggiornata, con una curvatura più accentuata per aiutare la leva del piede e far lavorare maggiormente la caviglia.
Tutto questo cosa comporta? Che Nike Vaporfly 4 è un modello più efficiente rispetto alla precedente versione, più reattivo (per chi è in grado di far lavorare il piede), meno ammortizzato e… più leggero. Solo 169 grammi (taglia US 8,5), una delle scarpe da gara più leggere sul mercato, 20 grammi in meno rispetto alla prima Vaporfly.
Una calzatura sicuramente più adatta a chi possiede una tecnica di corsa evoluta, capace di sfruttare e massimizzare tutte le modifiche che hanno estremizzato questo modello. Se, quando è stata presentata, Alphafly 3 era la scarpa da gara pensata per tutti, con Vaporfly 4 Nike ha forse voluto spostare l’attenzione sugli atleti più evoluti, regalando una scarpa capace di estremizzare la prestazione, fattore che si era forse un po’ perso con la versione 3.

Un po’ un ritorno al passato che si evince anche dalla restante composizione della scarpa. La tomaia è im mesh ingegnerizzato, più tradizionale rispetto agli ultimi modelli racing Nike, con l’allacciatura che richiama quella delle Zoom Fly 6. Il battistrada, come i modelli 1 e 2 di Vaporfly, ricopre tutta l’area dell’avampiede, per assicurare grip e spinta supplementare.
Interessante il prezzo di lancio di Nike Vaporfly 4, 260 euro, lo stesso della versione 3, ma di soli dieci euro superiore al primo modello originale del 2017.