La famiglia di scarpe Mizuno Wave Rebellion Pro, sin dall’iniziale debutto sul mercato, ha suscitato molto interesse per via della particolare geometria nella costruzione. Queste scarpe sono riconoscibilissime in quanto la parte posteriore dell’intersuola è caratterizzata da un taglio verticale molto netto, che di fatto riduce ai minimi termini il tallone.
Un design molto originale quello della serie Wave Rebellion Pro, che Mizuno ha affinato con le varie versioni sino a giungere a quella 3 oggetto della nostra recensione. L’intento dell’azienda è quello di aiutare, con questa peculiare forma della scarpa, a portare il podista a correre in spinta con una dinamica di corsa che privilegia l’appoggio di mesopiede e di avampiede.
Wave Rebellion Pro 3 è quindi una scarpa pensata in modo specifico per le gare e diversamente non potrebbe essere, vista sia la sua particolare struttura sia la presenza di una piastra in fibra di carbonio abbinata a moltissima intersuola premium, in mescola Mizuno Enerzy XP.
Le ho indossate per differenti sessioni di allenamento e per uscite lunghe, superando nel complesso i 175km di percorrenza e facendomi una buona idea di quelle che sono le sue peculiarità, oltre alle differenze con il modello Wave Rebellion Pro 2 che negli scorsi 15 mesi ho indossato per oltre 400km tra allenamenti e gare.
Battistrada: 8
La struttura del battistrada è molto simile a quello della versione precedente, basato sulla stessa mescola in gomma. Nella Wave Rebellion Pro 3 troviamo però la zona dell’avampiede piena, senza l’intaglio centrale che caratterizza la versione precedente. Nelle prime uscite di corsa la scarpa produce un rumore secco, come se corressimo nelle pozzanghere, ma ritengo che questo sia solo un comportamento che si verifica con i primi km di utilizzo perché poi è scomparso grazie ad un lieve ammorbidimento della gomma della suola e dell’intersuola.

Il grip è ottimo in tutte le condizioni: sarebbe ideale da utilizzare anche su pista bianca se non fosse che difficilmente questo si verifica nelle attività di riferimento di questa scarpa che sono le gare, aggiungendo a questo che la particolare geometria della scarpa la rende instabile su questo tipo di fondo.
Intersuola: 9
L’intersuola è indubbiamente la parte più peculiare di questa scarpa, per via della geometria oltre che della mescola adottata. Partiamo da quest’ultima, che è quella Enerzy XP caratterizzata da una estrema morbidezza e da un evidente e netto ritorno di energia avvertibile da subito durante la corsa.

La scarpa ha quote regolamentari, quindi può essere utilizzata nelle gare, ma per via della particolare geometria ha uno spessore nella parte mediale che è ben più elevato dello standard e che per questo motivo porta ad una dinamica di corsa differente da quanto tipicamente si ha con scarpe da gara.
La piastra in carbonio è ben visibile nelle due aperture laterali, tanto sulla parte interna come su quella esterna, come sull’incavo presente nella parte inferiore. A differenza del modello 2 in questa nuova scarpa il taglio inferiore non prosegue lungo tutta la lunghezza del battistrada ma si limita ala sola zona del tallone, chiudendosi nella parte terminale che non rimane quindi aperta.
Tomaia: 7,5
Anche questo componente ha visto poche modifiche rispetto a quello della versione 2, risultando però essere più morbida e meno sintetica al tatto. La traspirabilità è nel complesso molto buona e altrettanto si può dire della robustezza; la calzata è nella norma secondo il feedback fornito durante la corsa da me e da Dario, mentre per Paolo è preferibile calzare un mezzo numero in più per evitare che le dita siano un po’ troppo costrette nella parte anteriore suprattutto sulle lunghe distanze.
Upper: 7,5
Buoan la costruzione dell’upper della Wave Rebellion Pro 3, a partire dalle stringhe solo leggermente elasticizzate e caratterizzate da una forma rettangolare piatta. Gli occhielli sono derivati direttamente sulla tomaia senza particolari strutture di rinforzo, ma non per questo sono poco robusti.

La linguetta ha una costruzione tipicamente racing: molto sottile, non è fissata ai lati ma grazie alla presenza di ben tre passanti per i lacci tende a restare ben ferma anche quando le stringhe vengono allacciate in modo molto forte. La zona del tallone, infine, è morbida ma non eccessivamente, caratterizzata dalla presenza di materiale che migliora il confort evitando inutili sfregamenti del tendine.
Peso: 7
Rispetto ai 220 grammi della versione precedente il peso è cambiato di solo 5 grammi, passando a 225 grammi nella taglia US 9,5. Considerando l’ampio quantitativo di mescola presente, lo svaso inferiore più contenuto come volume rispetto a quello della versione 2 e le migliorie a livello di tomaia è un’ottima cosa che il peso sia rimasto pressoché invariato. Una volta indossate in ogni caso le caratteristiche della scarpa sono tali da non far percepire in alcun modo quello che è il suo peso, tanto si è rivolti verso l’avanti a spingere già dai primi passi.
Comfort: 8
La comodità della scarpa è migliorata rispetto alla versione 2 grazie alla tomaia più morbida: importanti passi in avanti, da questo punto di vista, anche per la zona del tallone che è più morbida e al contempo maggiormente protettiva. La mancanza del cuneo mediale, prerogativa della versione 2, fa invece perdere di stabilità a chi non avesse un appoggio perfettamente neutro, portando a cedere maggiormente verso l’interno.
Ritorno di energia: 6,5
Mizuno Rebellion Pro 3 beneficia di una mescola, quella Enerzy XP, che si è rivelata essere non solo più leggera ma anche più reattiva di quella adottata nella versione 2: al tatto è molto morbida e questa caratteristica viene avvertita immediatamente non appena si allaccia ai piedi e si inizia a correre.

D’altro canto la geometria modificata porta ad atterrare maggiormente di avampiede, facendo perdere quella sorta di effetto pendolo che avevamo apprezzato nella versione 2 e che la rendeva in ultima analisi leggermente più reattiva. Potremmo in sintesi dire che con Rebellion Pro 3 Mizuno sia intervenuta per rendere maggiormente democratica e accessibile questa scarpa ad un pubblico potenzialmente più ampio di utenti, che ne apprezzano le caratteristiche di corsa anche senza doversi spingere a ritmi molto veloci.
Durata massima stimata: 8
Le aspettative di durata di questa scarpa con l’utilizzo prolungato sono decisamente positive. Sia per il cambio di mescola sia per la differente conformazione ritengo infatti che la scarpa possa durare di più rispetto al modello precedente, arrivando ad una percorrenza che stimo potrà essere di circa 500 km venendo poi riposizionata quale scarpa per gli allenamenti una volta che verrà affiancata da altra nuova per le gare.
Prezzo ufficiale: 8
Il listino ufficiale è rimasto invariato rispetto a quello di Wave Rebellion Pro 2: parliamo di 240€, una cifra tra le più contenute quantomeno come prezzo di listino tra le scarpe racing con piastra in carbonio e intersuola dalla grande reattività.
Voto finale: 7,6
Le modifiche che Mizuno ha introdotto nella versione 3 della propria Wave Rebellion Pro hanno reso questo modello per certi versi maggiormente democratico e accessibile rispetto al passato, ferme restando le peculiarità costruttive che la caratterizzano.
Le migliorie introdotte a livello di tomaia e di mescola hanno reso queste scarpe da gara più adatte, per certi versi, al podista medio mantenendo però quegli elementi di unicità che vengono ben sfruttati e caratterizzati daio podisti più veloci.

Bisogna curarne al meglio l’allacciatura perché la sua particolare geometria che prioetta in avanti porta il piede, se non ben serrato dai lacci, a scivolare leggermente in avanti e per questo motivo a far impattare le dita sulla punta della scarpa. Questo è ancora più evidente tanto più la scarpa scelta sia “giusta” in termini di numero.
Mizuno Wave Rebellion Pro 3 ha un'intersuola in Enerzy XP e una piastra in Carbonio. È una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualità. Ha un'alte...
Wave Rebellion Pro 3 è diventata una scarpa meno estrema e quindi utilizzabile dai più, ma che perde le caratteristiche distintive proprie del modello 2 che la rendevano unica ma più difficilmente adattabile alle caratteristiche specifiche del podista. Il suo terreno di utilizzo ideale è quello della maratona, o più in generale per tutti quei lavori prolungati come corse medie o variazioni: trova ovviamente spazio anche per i lunghi, anche strutturati, in preparazione di gare di lunga distanza.