Come anticipato nell’anteprima della nuova Vomero 18, Nike per il 2025 ha strutturato la propria gamma di daily trainer suddividendola in tre diverse versioni, con caratteristiche e materiali diversi e ben distinti tra di loro: una versione classica, definita “icon”, per le corse di tutti i giorni, una versione “plus” più leggera e veloce e la neonata versione “premium”, con una risposta e un ritorno di energia maggiore e un mix di materiali molto interessante.
Della nuovissima Nike Pegasus Premium abbiamo avuto la fortuna e l’onore di poter testare uno dei primi 500 pezzi a edizione limitata (#284) disponibili prima del lancio sul mercato che avverrà il prossimo 30 gennaio 2025.
Prima di analizzare le caratteristiche tecniche della Pegasus Premium, la cosa che voglio sottolineare è l’estetica di questa scarpa. È vero che il gusto è una questione prettamente personale, ma è difficile che questo nuovissimo modello possa non piacere.
Se, quando acquistiamo una nuova scarpa per correre la prima cosa che si vuole sempre fare è indossarla immediatamente e uscire ad allenarsi, questa Pegasus invoglia quasi al contrario: non perché non sia un’ottima scarpa da running, ma perché è talmente bella che non la si vorrebbe mai rovinare.
Ci sono tanti piccoli dettagli che la caratterizzano e la rendono anche esteticamente una versione “premium”. A partire dal colore, un bianco molto particolare che cambia sfumatura in base alla luce. Ma anche i tre swoosh in rilievo con effetto metallizzato o l’Air Zoom arancione che attraversa l’intersuola, che ricorda le diffusissime Nike Silver di fine anni ’90 e inizio anni 2000. E la composizione di tomaia e upper, in diversi mesh ingegnerizzati, o la stranissima soluzione della linguetta, bucherellata.
Una piccola curiosità: sulla parte interna della tomaia, vicino agli occhielli, sono stampate delle coordinate (34.026120, -118.457335 / BRS EST. 1967), che indicano la posizione del Blue Ribbon Sport, il primo negozio aperto da Nike a Santa Monica nel 1967.
Un piacere averle ai piedi, anche solo per camminare. Ma se siete amanti e affezionati a un modello come le Pegasus, queste Premium saranno in grado di stupirvi anche di corsa.
Nike Pegasus Premium, caratteristiche tecniche
Analizziamo un po’ più da vicino la composizione di questa Nike Pegasus Premium. Ogni particolare è stato studiato e realizzato nel dettaglio, ma partiamo da quella che è la caratteristica che la contraddistingue e per la quale era così attesa: la composizione dell’intersuola.
Si vede anche a occhio nudo: un doppio strato di mescola, all’interno del quale scorre un’unita AirZoom (la stessa tecnologia utilizzata per i Pods delle Alphafly) a tutta lunghezza. È la prima volta che Nike adotta una soluzione simile. La particolarità sta nella conformazione dell’unità Air Zoom, che ha una forma a cucchiaio (e non dritta), come quella che viene utilizzata per le piastre in carbonio in molti modelli racing. Soluzione che ha richiesto molto tempo per essere realizzata, come ci aveva spiegato Tony Bignell, vicepresidente di Nike, in questa intervista esclusiva.
L’unità Air Zoom è racchiusa tra due strati di mescola. Sopra, circa 20mm di ZoomX a tutta lunghezza. Sotto, una sezione di ReactX concentrata sotto al tallone. Ognuna di queste tre parti ha un compito ben preciso e combinato.
Partiamo dall’alto. Lo ZoomX è la mescola premium di Nike della stessa tipologia utilizzata in Pegasus Plus, morbido e altamente reattiva, che combinata con l’unità AirZoom permette il massimo ritorno di energia per una daily trainer come Pegasus (chiaramente non paragonabile però a quello di una scarpa racing). AirZoom che, come le piastre in carbonio, funge anche per strutturare l’intersuola, rendendola più controllata, soprattutto nella zona dell’avampiede.
Zona libera da ReactX, schiuma un po’ più densa concentrata solamente nella zona tallonare per garantire un po’ più di protezione e stabilità ai runner maggiormente tallonatori, ma anche tanta tanta morbidezza regalata sempre dall’AirZoom.
Le quote, maxi, indicano la Pegasus Premium anche come la Pegasus più alta di sempre: 45mm nel tallone, 35mm nell’avampiede, per un drop comune a tutte le versioni di questo modello di 10mm.
Tanto materiale sotto al piede che comporta anche qualche grammo in più di peso: 340 grammi nella mia misura US10,5 (320gr quelli dichiarati da Nike nella misura standard).
Tutte caratteristiche che aiutano già a capire quale sia la destinazione pensata per Nike Pegasus Premium. La sua struttura, la grande ammortizzazione, l’aumentata reattività, la buona stabilità e protezione la rendono un modello ideale per le corse più lunghe, dove tutti questi elementi sono ricercati.
Rispetto alla Pegasus più classica è evidente l’apporto dato dal lavoro combinato di ZoomX e AirZoom nell’avampiede quando si vuole spingere e aumentare il ritmo ed è decisamente più alto il livello di ammortizzazione nel posteriore risultato dall’unione delle tre parti che compongono l’intersuola.
Senza dimenticare tutti gli altri elementi distintivi. Partiamo dal basso. Il battistrada è composto da gomma decisamente dura, con il classico disegno waffle di Nike, opportunamente distribuito, orientato e scalato in modo differente in base alle zone di trazione per aumentare la durata del battistrada. La parte centrale, inoltre, è caratterizzata da un lungo taglio longitudinale che lascia scoperta e a vista l’unità AirZoom.
Anche la tomaia ha una costruzione particolare, formata dalla combinazione di diversi mesh e knit. La parte superiore è in maglia tecnica, in jaquard, molto simile a quella utilizzata per le soluzioni racer, con una lavorazione circolare per aiutare la traspirabilità della calzatura. Tutta la zona laterale è invece composta in un mono mesh più denso e molto sottile. Il tutto unito da un nastro riflettente che segue tutto il disegno della scarpa. La fascia centrale interna ed esterna, inoltre, è rinforzata poi con una banda interna traforata che permette al piede di rimanere ben saldo alla scarpa.
Caratteristica anche la linguetta, con la stessa trama bucherellata del rinforzo interno, più rigida nella zona del collo del piede e più morbida nella parte alta dove si fissa i lacci con il nodo.
Il prezzo non è popolare. Se inizialmente ci era stato comunicato essere di 149,99 euro (come indicato nel video), in realtà sarà disponibile a partire da 209,99 euro [aggiornamento del 6 dicembre 2024 ore 16.00], un costo abbastanza impegnativo per una daily trainer. Date però sempre uno sguardo alla nostra sezione scarpe per scoprire le promozioni in corso dei diversi rivenditori.
Nike Pegasus Premium: prime impressioni
Come anticipato in parte descrivendo la scarpa, questa versione Premium rivoluziona un po’ quella che è stata Pegasus fino ad oggi e la rinnova soprattutto pensando alle versioni maxi delle daily trainer che tutti i brand stanno presentando sul mercato.
La sensazione che la distingue nettamente sia dalla versione “icon” che da quella “plus” è quella di avere una maggiore risposta nell’avampiede. Non tanto in termini di morbidezza, come si potrebbe pensare, ma quanto di materiale e struttura a disposizione del piede. È molto evidente l’apporto che l’AirZoom è in grado di dare allo ZoomX, sia in termini di stabilizzazione sia come ammortizzazione. Che nel tallone, insieme al ReactX, si trasformano in un atterraggio morbido, ma mai troppo profondo.
Una scarpa che si adatta bene alle lunghe distanze. Ci ho corso una cinquantina di chilometri fino ad oggi, su distanze comprese tra i 10K e la mezza maratona, e più i chilometri passano, più si ha piacere ad indossarle.
Una scarpa che si presta bene sia come scarpa unica, sia come scarpa da lento per chi preferisce sfruttare più modelli, ma che resta divertente e piacevole da tenere ai piedi. È chiaramente un modello neutro, abbastanza stabile per i pesi più leggeri, ma che potrebbe non esserlo abbastanza per i runner un po’ più pesanti, oltre gli 85kg.
Nonostante la combinazione di AirZoom e ZoomX, il peso non gioca a favore della velocità. Nike Pegasus Premium è una scarpa che è in gradi di correre a lungo, ma preferibilmente a ritmi sopra i 4 minuti al chilometro. Per qualche dettaglio e specifica in più, l’appuntamento è dopo averci corso i canonici 150 chilometri necessari per la nostra recensione.