Hyperion Max 2 è la nuova versione della scarpa da lavori di qualità e per le gare di Brooks. Una versione che arriva per rinnovare dopo oltre due anni un modello molto apprezzato dagli amanti del brand americano.
Rispetto alla prima versione, Brooks Hyperion Max 2 si è evoluta in praticamente tutte le sue caratteristiche, a partire dalle dimensioni, con uno stack più alto e un drop inferiore (6mm rispetto agli 8mm della prima versione). Quindi molto più mescola impiegata nell’intersuola, ma anche l’introduzione di una nuova schiuma DNA Flash 2 e una piastra in Pebax, un nuovo mesh nella tomaia e soprattutto una soluzione molto più confortevole nell’upper.
Una calzatura che si adatta ancora di più agli atleti con peso fino agli 80kg circa, che corrono con un appoggio neutro e spostato maggiormente verso il mesopiede e l’avampiede. Una scarpa che, come consuetudine, abbiamo provato per oltre 150 chilometri, in allenamenti di qualità, in pista e non. Un modello che ha come fine ultimo quello di far correre veloci e con la massima ammortizzazione. Ma è davvero così?
Battistrada: 6
Come nella prima versione, il battistrada è presente su tutta la suola tranne nella parte mediale per risparmiare un po’ di peso. La gomma è in un materiale molto duro, che come risultato ha dato una buonissima resistenza all’usura, tant’è che dopo 150km di percorrenza non presenta nessun segno di consumo. Durezza, però, che rende la scarpa poco flessibile.
Gli intagli che caratterizzano il disegno del battistrada servono per aumentare in parte il grip, ma non riescono a dare il massimo supporto su asfalto bagnato e pista bianca.
Intersuola: 5
Nuova intersuola per la versione 2 di Hyperion Max. Semplice DNA Flash nel primo modello, evoluzione in DNA Flash v2 in questo. Sempre una schiuma nitro-infusa, decisamente più morbida al tatto ma che al piede, in corsa, risulta invece un po’ troppo dura e poco reattiva (tradizionalmente DNA Flash non è mai stato il materiale più morbido e responsivo sul mercato).
Stessa sensazione data anche dalla nuova piastra SpeedBoard in Pebax, che non riesce a restituire l’energia che ci si aspetterebbe da una scarpa intermedia, destinata a lavori veloci e gare.
Più incisivo, in questo senso, il Rapid Roll rocker, soprattutto quando si sposta l’appoggio sul mesopiede/avampiede, caratteristica che dona un po’ più di sprint.
Cambiate anche le geometrie dell’intersuola, passate da 34mm nel tallone e 26mm nell’avampiede della prima versione, a rispettivamente 36mm e 30mm; ma drop di 6mm, ridotto di due millimetri rispetto al passato. Più materiale sotto al piede? Probabilmente no, visto l’inserimento della piastra. Scelta che dovrebbe dare più dinamismo alla scarpa, ma che invece ne ha ridotto la flessibilità.
Tomaia: 8
La tomaia (insieme all’upper) è probabilmente la parte meglio riuscita di questa Brooks Hyperion Max 2. Un mesh ingegnerizzato, elasticizzato il giusto e decisamente traspirante, che si adatta perfettamente al piede. Vestibilità classica.
Upper: 8
Come precedentemente detto, una delle parti più riuscite di questo modello. Ottima la scelta di utilizzare lacci zigrinati, la tipologia che ritroviamo sempre più spesso su diversi modelli da gara, quelli che non si slacciano mai.
Linguetta a soffietto, cucita alla tomaia, nella zona anteriore e lateralmente, morbida e perfettamente aderente alla conformazione del piede. Nella parte più alta, vicino al collo, presenta anche piccoli intagli per fare passare le stringhe per avere ancora maggiore aderenza.
Conchiglia del tallone molto rigida, imbottita sia sui lati che nella parte che protegge il tendine d’Achille, dove è presente una parte aggiuntiva più alta per aiutare nella calzata.
Peso: 4
Come ci si poteva aspettare il peso è aumentato di “qualche” grammo. Aumento risultato dei tanti cambiamenti che hanno coinvolto questo modello.
Dai 230 grammi della prima versione, si è arrivati ai 273 grammi della seconda (nella misura 10,5US di Dario, con la quale abbiamo paragonato i due modelli). Per una scarpa destinata ad essere veloce, un aumento davvero consistente.
Comfort: 5
La calzata è decisamente più comoda rispetto alla prima versione della Hyperion Max, con una tomaia molto più ampia soprattutto nella zona dell’avampiede.
Anche se un po’ più ammortizzata per la presenza di più materiale, da rivedere l’intersuola troppo dura.
Ritorno di energia: 5
Insufficiente anche il ritorno di energia, quasi assente. Con l’utilizzo di una schiuma nitro infusa e di una piastra in Pebax ci si aspetterebbe di indossare una scarpa in grado di aiutare la corsa, cosa che invece non si avverte quasi mai. Un passo indietro, sotto questo aspetto, rispetto al modello precedente.
Durata massima stimata: 7
La durata è sicuramente uno degli aspetti positivi della Brooks Hyperion Max 2. La rigidità della mescola dell’intersuola che non si comprime troppo, unita all’altrettanta durezza della gomma del battistrada che non si scalfisce promettono di poterci correre molti chilometri. Anche la tomaia, nonostante la sua comodità, è molto ben fatta e resistente e non presenta nessun segno di lacerazioni anche dopo tanti chilometri.
Prezzo ufficiale: 6
170 euro è lo stesso prezzo di lancio della prima versione. Comunque un po’ troppo per una scarpa che alla fine non riesce a mantenere quello che promette. Si trova comunque già in offerta a qualche decina di euro in meno (guarda qui).
BrooksHyperion Max 2
Brooks Hyperion Max 2 è una scarpa veloce adatta a tutti gli allenamenti di qualità che può essere utilizzata anche in gara, che presenta un'intersuola molto reattiva in DNA Flash v2. È caratteriz...
Voto finale: 6
La Brooks Hyperion Max 2 è una scarpa nata per la velocità, ma che nell’uso quotidiano ai nostri piedi non si è rivelata tale. Per le sue caratteristiche appena viste, un modello che consiglio solamente ai podisti che corrono con appoggio neutro e che prediligono una corsa di mesopiede.
L’aggiunta della piastra in Pebax, più che dare ha tolto: la scarpa sembra troppo rigida e dura, con il risultato che durante gli allenamenti di tutti i giorni non è rilassante e nelle corse più spinte non riesce ad eccellere.
Il suo range ideale di utilizzo ideale è tra i 4’30” al chilometro fino a corse sui 3’50” al chilometro. Un modello, quindi, da utilizzare per le uscite più frizzanti e, per gli atleti un po’ più pesanti, anche per qualche lavoro sulle variazioni di ritmo.