Metaspeed è la scarpa da corsa progettata dall’Istituto di Scienza dello Sport di Asics (nome in codice “C-Project”) dedicata alla gara, modello che fina dalla sua nascita è sempre stato presentato in due differenti versioni Sky ed Edge, differenziate per particolari caratteristiche tecniche nel comparto dell’intersuola. Lanciata come prima edizione nel 2021, ha visto una prima evoluzione nella versione plus fino ad arrivare agli attuali modelli Paris, presentati in occasione dei Giochi Olimpici di Parigi.
Asics Metaspeed Sky e Metaspeed Edge, le differenze
Asics Metaspeed Sky e Metaspeed Edge si distinguono per la tipologia di runner alla quale sono destinate. Entrambe progettate per supportare gli atleti che corrono tanti chilometri in mezza e in maratona, si adattano però a stili di corsa differenti.
Metaspeed Sky è un modello pensato per tutti quei runner che aumentano la velocità aumentando la lunghezza del passo (stride runner) ed è caratterizzato da una piastra in fibra di carbonio più dritta e posizionata vicina alla pianta del piede.
Metaspeed Edge è un modello pensato per tutti quei podisti che aumentano la velocità aumentando la cadenza (cadence runner) ed ha una piastra a forma di cucchiaio che, nella zona dell’avampiede, si abbassa fino quasi a toccare il battistrada.
Il battistrada
La prima piccola, impercettibile, differenza tra i due modelli Metaspeed Paris la si trova nel battistrada. Costruito in entrambe con gomma Asicsgrip, nella versione Sky (di colore arancione) manca in parte nella zona esterna dell’avampiede, mentre nella versione Edge (di colore nero) manca in parte nella zona esterna del tallone. Scelta che probabilmente segue la diversa tipologia di appoggio dei runner di riferimento.
Il grip è abbastanza buono. Nessun particolare problema sull’asciutto sia su asfalto che su pista, anche sul bagnato la resistenza è stata buona (anche se con la pioggia sono riuscito provare solo la versione Sky). Anche il consumo è irrisorio, non presentando in nessuno dei due casi alcun segno di usura dopo una cinquantina di chilometri.
La tomaia e l’upper
La tomaia è la stessa su entrambe i modelli, più leggera e più traspirante rispetto alle versioni precedenti grazie alla tecnologia Motion Wrap Upper 2.0. Un mesh ingegnerizzato che fascia molto bene il piede e che, proprio per questo, forse richiede mezzo numero in più rispetto alla taglia normalmente utilizzata nelle proprie scarpe da corsa.
Il tessuto è morbido, ha un buon rinforzo nella zona dei lacci e una linguetta racing sottilissima. Le stringhe sono nella versione zigrinata e anche senza doppio nodo tengono bene l’allacciatura senza slacciarsi.
Rispetto ad altri modelli da gara, la zona del tallone è molto rinforzata, con una conchiglia semirigida e un’imbottitura che, dall’interno nella zona dei malleoli, fuoriesce nella parte posteriore del tendine d’Achille.
L’intersuola
La mescola utilizzata in Metaspeed Sky e Edge Paris è la stessa, sempre FF Blast Turbo Plus, schiuma più morbida e più soffice rispetto alle versioni precedenti, con un’altezza al tallone di 39,5mm e di 34,5mm all’avampiede e un drop dichiarato di 5mm per entrambe le versioni. Il peso è praticamente lo stesso e differisce solo di qualche grammo, 185 grammi per la Sky e 189 grammi per la Edge (taglia US9,5).
Guardando l’intersuola si possono distinguere i due modelli dall’intaglio dato dalla piastra in fibra di carbonio e dalla diversa colorazione dell’elemento giallo-nero nella zona dell’avampiede. In Edge la linea di giunzione e il posizionamento della piastra parte ad un’altezza di 29mm nel tallone fino ad arrivare a circa 9mm nell’avampiede, mentre in Sky l’anteriore si ferma a circa 21mm. Inoltre, Sky ha una larghezza massima nell’avampiede di 117mm, Edge di 109mm (in entrambe il battistrada è 101mm).
FF Blast Turbo Plus è una buona schiuma, leggera e morbida, che però rimane meno reattiva rispetto alle mescole top di gamma di altri brand. La risposta che ho percepito è minima e il piede sembra affondare troppo nella schiuma. Ciò che aiuta nella spinta è il rocker e, soprattutto nella Edge, la conformazione della piastra, più ondulata, che permette una leva più efficacie rispetto a quella della Sky, più piatta.
Odi et amo: l’epopea Metaspeed Paris
Era lo scorso 17 marzo quando ho messo ai piedi per la prima volta le Asics Metaspeed Sky Paris, direttamente in gara (unica taglia presente in redazione era quella di Andrea, ndr). Gara vinta, corsa bene e con un buon margine sui diretti avversari, ma con sensazioni non troppo positive per quanto riguarda le scarpe, che non ho sentito reattive e presenti come mi sarei aspettato. Successivamente le ho riutilizzate in un allenamento di quindici chilometri corsi a 3’45” di media in una giornata non proprio ideale, ma le sensazioni sono state ancora peggiori, con tanta fatica e unghie nere.
AsicsMetaspeed Edge Paris
Asics Metaspeed Edge Paris è una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualità, con intersuola in FF Turbo+. Ha un'altezza al tallone 39.5mm e all'a...
Dopo queste due esperienze “negative”, abbiamo pensato che il “problema” potesse essere nel modello Sky e che per il mio piede e la mia corsa fosse più adatta la versione Edge. Così, abbiamo deciso di non recensire la scarpa prima di averle confrontate direttamente anche con le Edge o che almeno Paolo o Dario le avessero e le provassero in gara e in allenamento, come facciamo abitualmente, per smentire o confermare le mie sensazioni.
Difficilmente reperibili nel mercato italiano (Asics punta tutto sul modello Sky, ndr), solo ad inizio luglio siamo riusciti a trovare un paio di Metaspeed Edge Paris, che ho subito testato su strada in una gara serale di 5K. Stesse sensazioni per quanto riguarda la mescola, troppo morbida e poco reattiva, ho però trovato una risposta migliore nella conformazione della piastra (a cucchiaio), probabilmente più adatta alle mie caratteristiche. Così le ho volute provare anche in pista con ripetute sui ritmi di 10 e 5km, trovandole decisamente molto più performanti del modello Sky.
Arriviamo quindi a questo articolo-recensione, un po’ diverso da quanto abbiamo fatto fino ad ora (ma la particolarità dei due modelli Metaspeed lo richiedeva), in cui ho testato in parallelo Sky ed Edge sia su pista che su strada.
Asics Metaspeed Sky Paris vs Asics Metaspeed Edge Paris: il test su pista e strada
Il test di confronto è stato fatto in questa sequenza: una doppia prova in pista, prima con Asics Metaspeed Edge Paris e poi con Asics Metaspeed Sky Paris, di ripetute 4×400 veloci, con recupero di 100 metri di corsa lenta; successivamente, altra doppia uscita, due giri lungo un anello di circa 500 metri (distanza totale circa un chilometro) su asfalto, con curve strette e un tratto di sterrato.
In entrambe le prove non ho tanto considerato il crono finale e il ritmo, influenzati oltre che dalle scarpe anche da altri fattori, ma più le sensazioni di corsa e la risposta dei due modelli ai diversi stimoli e sollecitazioni.
AsicsMetaspeed Sky Paris
Asics Metaspeed Sky Paris ha un'intersuola in FF Turbo+ e una piastra in Carbonio. È una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualità. Ha un'altezz...
Prima prova: ripetute in pista
Il primo modello che ho indossato in pista è stata la Asics Metaspeed Edge Paris. Pur essendo ancora un po’ freddo, muscolarmente parlando, la sensazione è stata di una corsa molto naturale, che mi ha permesso di concludere la prova senza particolare fatica (in progressione dai 3’30” a 3’15” al chilometro – guarda la traccia su Strava). Con la Metaspeed Sky Paris il ritmo è stato leggermente più veloce (dai 3’25” a 3’15” al chilometro – guarda la traccia su Strava), complice il fatto che avessi già corso qualche ripetuta prima.
La sensazione in corsa, comunque, è stata abbastanza simile alla Edge, anche grazie al fatto che la pista dà una risposta elastica che va a sommarsi a quella della mescola FF Blast Turbo Plus. La differenza più marcata è stata nella facilità data dalla Edge di correre in avampiede, cosa meno naturale con la Sky che, essendo più adatta a chi ha una falcata ampia, predilige un appoggio più arretrato e necessita di una maggiore spinta.
Seconda prova: corsa su strada
La seconda prova su strada, un anello di 940 mt da rilevazione gps, l’ho iniziata tenendo ai piedi le Asics Metaspeed Sky Paris, chiudendo il doppio test calzando successivamente le Edge.
In questo test è stato subito evidente la minor reattività data dalla Sky Paris, dovuta a un’impostazione di corsa meno aggressiva e più rilassata (risultato evidenziato anche dal crono ad una media di 3’14” – guarda la traccia su Strava). Decisamente positiva, invece, la prova su strada delle Edge Paris (guarda la traccia su Strava), che pensavo meno reattive, ma che invece mi hanno aiutato a spingere molto bene e in maniera più naturale di avampiede, facendomi concludere lo stesso giro più velocemente di ben 11 secondi.
Asics Metaspeed Edge e Sky Paris: conclusioni e consigli
Dopo le prime uscite in gare e in allenamento e questo doppio test ho le idee molto più chiare sulle caratteristiche di queste Asics Metaspeed Edge e Sky Paris, che in parte confermano il mio pensiero iniziale e in parte portano a nuove conclusioni.
La mescola FF Blast Turbo Plus presente su entrambi i modelli non mi ha entusiasmato molto. Troppo morbida e poco reattiva rispetto alle schiume di altri brand concorrenti più prestazionali. In Edge Paris questa mancanza viene compensata in parte dalla struttura della scarpa, che grazie alla particolare conformazione della piastra in fibra di carbonio permette una corsa più naturale e meno dispendiosa di avampiede, che permette di esprime il massimo durante la corsa.
Per questo mi sento di consigliare la Asics Metaspeed Edge Paris a tutti coloro che cercano una scarpa per correre veloce, sempre in spinta e di avampiede. Correttamente Asics consiglia questo modello ai runner con una cadenza più alta.
Definirei, invece, la Asics Metaspeed Sky Paris una scarpa un po’ più rilassata, pensata per quegli amatori (mesopiedisti o tallonatori) che in mezza e maratona cercano una soluzione un po’ meno prestazionale e più dedicata al supporto sulla distanza, quando la fatica aumenta e le gambe iniziano un po’ a cedere.