Le abbiamo viste ai piedi della vincitrice della maratona di Boston lo scorso mese di aprile, un paio di scarpe da corsa come mai si erano viste su strada. Sprovviste di lacci, sostituite da una tomaia a calzino che si estende sino alla caviglia trasformando la scarpa di fatto in un blocco unico con il piede dell’atleta.
È il risultato di LightSpray, tecnologia sviluppata da On che grazie all’abbinamento tra la robotica e l’utilizzo di materiali innovativi stravolge la tradizionale modalità di costruzione della tomaia delle scarpe da corsa proponendo un approccio completamente nuovo: niente più tessuto a differenti strati, ma una struttura che, come una seconda pelle, avvolge il piede.
Come funziona LightSpray On
Un robot deposita un filamento lavorato, lungo circa 1.500 metri, in un intreccio complesso che svolge il ruolo di tomaia della scarpa. Questa struttura viene fissata all’intersuola, composta da una placca in carbonio e da mescola proprietaria On della famiglia Helion, con un tempo di lavorazione di 3 minuti senza richiedere l’utilizzo di colla, tantomeno di cuciture.
Il risultato è una scarpa che di fatto si indossa come un calzino, perfettamente aderente al piede dell’atleta e per la cui costruzione è richiesto l’utilizzo di un numero molto più contenuto di componenti rispetto a quello di una tradizionale scarpa da corsa.
On non ha ancora annunciato quella che sarà la prima scarpa con tecnologia LightSpray a debuttare sul mercato: facile prevedere possa trattarsi di un modello destinato alle gare, come la Cloudboom Strike LS vista ai piedi della Obiri a Boston. Ma le intenzioni dell’azienda sono chiare: adattare questa tecnologia ad un numero sempre più ampio di calzature sino a poter sostituire, in teoria, un approccio tradizionale basato su lacci e linguetta.
Ci si può a questo punto domandare quale direzione potrà prendere in futuro lo sviluppo delle scarpe da corsa, a partire dalla tecnologia LightSpray e da simili approcci di altri produttori. Che altre aziende possano proporre qualcosa di simile è del resto solo una questione di tempo (Adidas, ad esempio, con la tomaia Strung che abbiamo visto su Adizero Prime X2, ha già adottato un approccio alternativo, con una creazione dei filamenti della tomaia a caldo).
Non solo tomaia
Un radicale cambiamento nelle strutture delle scarpe da corsa potrà essere implementato non solo a livello di tomaia ma anche di intersuola, per la quale la linea più interessante fino ad ora perseguita sembra essere quella della stampa in 3D. Tecnologia ancora in attesa di una vera e propria adozione di massa, ma già vista in alcuni modelli, come Adidas 4DFWD o Brooks Exhilarate BlueLine.
Per ora non ci resta che attendere l’annuncio dei primi modelli On con tecnologia LightSpray. Sul sito On è già possibile vedere diversi video che mostrano come la innovativa tomaia delle nuove scarpe sia costruita in pochi minuti da un robot.