Dopo un’attesa, fatta di battaglie e ricorsi, durata otto lunghi anni la squalifica di Alex Schwazer è finita. Da oggi l’ormai 40enne marciatore altoatesino, campione olimpico a Pechino 2008 nella 50km di marcia, potrà tornare a marciare liberamente.
“Oggi scade il termine della ingiusta squalifica che ho dovuto scontare per intero – si legge sul suo profilo social -. Mi auguro che a nessun atleta venga mai riservato il trattamento che ho dovuto subire in tutti questi otto anni per difendere e tutelare il mio onore e la mia dignità, per provare la mia innocenza, per cercare di ottenere giustizia e per dimostrare la verità”.
La vicenda di Alex Schwazer: dal primo caso di doping a Netflix
La prima positività al doping di Alex Schwazer viene riscontrata nel 2012, alla vigilia delle Olimpiadi di Londra, dopo un controllo a sorpresa dell’Agenzia Mondiale Antidoping. Vicenda che gli costa l’esclusione dai Giochi, una squalifica sportiva di tre anni e sei mesi stabilita dal Tribunale Nazionale Antidoping e l’espulsione dall’Arma dei Carabinieri di cui faceva parte.
Dopo aver ammesso le proprie colpe e aver patteggiato con la Procura di Bolzano, due anni più tardi la pena viene ridotta a soli undici mesi. Proprio allora Alex Schwazer decide di rimettersi in gioco, annunciando la sua partecipazione ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016.
Per rilanciare la propria immagine e dimostrare la sua “nuova vita” contatta quello che sarebbe poi diventato il suo allenatore (e principale sostenitore), Sandro Donati, uno dei maggiori esponenti al mondo della lotta al doping, ma anche uno dei principali accusatori di Schwazer all’epoca della sua prima positività.
A meno di due mesi dal ritorno in gara, ad inizio 2016, Schwazer viene trovato nuovamente positivo dopo un controllo a sorpresa. Tutto lo staff e il legale del marciatore lo difendono a spada tratta, accusando l’Agenzia Mondiale dell’Antidoping di aver manomesso i campioni prelevati per screditare sia l’atleta che il suo allenatore. Una nuova battaglia, che dura altri quattro lunghi anni, con archiviazioni e assoluzioni, concluse con la non colpevolezza dell’Agenzia internazionale e la conseguente esclusione dalle gare di Alex Schwazer fino al 2024.
Vicenda diventata anche un docufilm, “Il caso Schwazer”, andato in onda per la prima volta un anno fa su Netflix, dove Alex Schwazer, insieme al suo allenatore Sandro Donati, ha voluto raccontare la storia dello scandalo che lo ha travolto e che gli ha cambiato la vita per sempre.
“Ringrazio tutti quelli (pochi) che mi sono stati vicini in questo doloroso (ed infernale) percorso – ha concluso poi Schwazer -, quelli che non mi hanno mai abbandonato, quando sarebbe stato facile farlo, quelli che hanno lottato con me e sofferto assieme a me per l’ingiustizia che dovevo sopportare e per il trattamento che mi veniva riservato; ringrazio infine quelli (molti) che dopo aver compreso la mia innocenza ed estraneità ai fatti di cui ero stato accusato, mi hanno fatto sentire (seppur a distanza) il loro affetto e vicinanza, grazie! Il buio e le tenebre per l’ingiustizia subita faranno ora posto alla luce di un nuovo giorno nel quale potrò accompagnare i mei figli a gareggiare in una piscina o in una pista di atletica senza per questo incorrere in squalifiche (cosa che sarebbe avvenuta fino a ieri)”.
Alex Schwazer in gara il 19 luglio al QAlex 20K
E Alex Schwazer sembra non perdere tempo. Tornerà infatti a indossare scarpe e pettorale in gara venerdì 19 luglio allo stadio di via Pomerio di Arco, in Trentino, per una 20 chilometri di marcia in pista: la “QAlex 20K”. Ad annunciarlo è Queen Atletica, società organizzatrice della manifestazione.
“QAlex 20K sarà una vera e propria festa con cui Alex saluterà il mondo dell’atletica davanti alla sua famiglia e a tutti gli amici che vorranno intervenire – si legge sul sito -. L’ingresso sarà libero e siete tutti invitati all’evento, del quale forniremo orario (indicativamente le ore 19) e ulteriori dettagli nel corso di questi giorni”.