Se non è la più famosa gara podistica di 100km su strada al mondo, di certo lo è in Italia: parliamo della 100km del Passatore, percorso che collega le città di Firenze con quella di Faenza. Giunta in questo 2024 alla sua 49ma edizione, dal 1973 ha conosciuto solo tre battute di arresto: nel 2020 non si è tenuta del tutto per via della pandemia Covid, mentre nel 2021 è stata svolta una edizione speciale all’interno dell’autodromo di Imola valida quale campionato italiano della 100km. Lo scorso anno, edizione 2023, la gara è stata cancellata per via delle alluvioni che hanno flagellato la Romagna nelle settimane precedenti.
Firenze e Faenza: la prima in Toscana, la seconda in Emilia Romagna. Due città separate, per l’appunto, da 100km di strada oltre che dalle montagne dell’Appennino. La gara si corre storicamente l’ultimo sabato del mese di maggio, con partenza alle ore 15 dal centro di Firenze: l’originario start di Via dei Calzaiuoli è stato spostato di alcune centinaia di metri direttamente in Piazza del Duomo, uno scenario di bellezza incredibile che accoglie i podisti che scelgono di percorrere questa distanza.
100km del Passatore, l’analisi del percorso
Se osserviamo la cartina dell’altimetria fornita dall’organizzazione il percorso appare essere mai piatto: tolti i primi chilometri si sale o si scende, con pendenze che cambiano volta per volta assecondando il percorso. Si può pensare, ad una prima analisi, che la parte difficile sia la prima metà, anche perché la stragrande parte del dislivello positivo è proprio in questa metà. Arrivati in cima al passo della Colla, 48km, ci attende una lunga discesa sino al traguardo di Faenza. Pensare al percorso del Passatore in questo modo è però certezza assoluta di non arrivare alla fine dei 100km.
I primi chilometri scorrono facili: dal centro di Firenze ci si sposta in direzione Fiesole imboccandone dopo circa 5km la salita, con una pendenza iniziale che si fa impegnativa ma che non viene percepita come tale spinti dall’adrenalina e con la freschezza dei primi km. Attraversata Fiesole si prosegue sempre in salita verso la prima vetta del percorso, la Vetta Le Croci: km 17, siamo a circa 500 metri di quota e una grande folla di spettatori ci accoglierà facendo il tifo. Da qui inizia la discesa verso Borgo San Lorenzo, prima in buona pendenza poi progressivamente più dolce: si arriva a Borgo al km 30, attraversamento lungo le vie del centro e si riattacca con la salita più lunga che porterà al passo della Colla.
Il primo terzo di gara è alle spalle: dovremo stare molto attenti in questa parte perché con una tipica giornata del periodo, visto l’orario di partenza, incontreremo un gran caldo. La salita fino a Fiesole prima e poi fino alla Vetta le Croci è corribile, soprattutto nella seconda parte: dovremo stare molto attenti al ritmi a cui impostarla perché le energie saranno tante ma non dobbiamo dimenticare che il percorso odierno è di 100km. Bere e bagnarsi tanto, soprattutto con una giornata calda, è obbligatorio ed è bene iniziare subito con la nostra strategia alimentare che avremo sperimentato nei lunghissimi di allenamento.
Superato il traguardo intermedio di Borgo San Lorenzo è la volta della salita della Colla: dal km 31,5 ci porterà sino alla vetta al km 48, dove scollineremo e inizieremo la lunga discesa. La salita della Colla ha un’altimetria particolare: il dislivello è di 700 metri, che su oltre 16km di estensione portano ad una pendenza media assolutamente non problematica. I problemi sono però due: l’altimetria continua a diventare sempre più impervia più ci si avvicina alla vetta e la lunghezza è molto elevata, pertanto correremo per lungo tempo costantemente in salita.
Sino a Ronta, che raggiungeremo circa al km 40, la salita è mediamente corribile e non presenza brusche variazioni o strappi. Da Ronta a Razzuolo, dove arriveremo circa al km 44, la difficoltà aumenta ma sono gli ultimi 4km che conducono alla Colla che sono i più difficili: anche i più forti alternano alcuni momenti corsa e camminata in questo tratto, con il percorso che dalle colline dei km precedenti lascia spazio all’altimetria tipica degli Appennini. Attenzione anche all’abbigliamento: lungo la salita la temperatura scenderà e potrebbe essere necessario indossare qualcosa che ci protegga dal freddo, come ad esempio una sottomaglia.
Km 48: attraversiamo il passo della Colla con la salita che finalmente finisce. Ci sarà molta gente in questo punto, probabilmente anche molto caos se siete nelle retrovie. Ci si butta immediatamente in discesa, prima attraversando una parte nel bosco e in seguito uscendo all’aperto con la valle che si apre davanti a noi: un colpo d’occhio bellissimo e che ci fa pensare che il peggio sia passato ma non è così.
Da qui maciniamo km in discesa passando per Casaglia al km 52 e Crespino del Lamone al km 56: la strada prosegue sempre più lineare con la pendenza a nostro favore che continua ad addolcirsi sino all’attraversamento di Marradi al km 65.
“Il Passatore inizia a Marradi”
Un po’ come per la maratona, che inizia al km 30, per il Passatore il punto di svolta è a Marradi. Arrivati qui avremo percorso 2/3 del percorso, superando due salite importanti e avendo corso probabilmente più di quello che sarà stato il nostro lunghissimo di preparazione. Entriamo in un mondo che non abbiamo mai esplorato, che può fare la differenza nel bene o nel male.
La strada continua in modo sempre più lineare in direzione Faenza, attraversando San Cassiano (km 76) e Brisighella (km 88). Continuiamo a perdere quota dolcemente, ma non mancano alcune variazioni in salita: è un classico percorso vallonato ora, che mediamente scende ma ogni tanto propone qualche leggera variazione in salita. Non c’è nulla da temere, bisogna assecondare il ritmo rispetto al percorso cercando di evitare sforzi eccessivi ma mantenendoci costanti nell’intensità.
Il passaggio a Brisighella ci fa pensare che ce l’abbiamo ormai quasi fatta: mancano poco più di 10km, la strada è tendenzialmente tutta a nostro favore e iniziamo a vedere chiaramente i contorni di Faenza lontano davanti a noi, verso la pianura. Al km 95 attraversiamo Errano: qui la strada è un grande rettilineo, arriviamo alle porte di Faenza e siamo già al km 99. Ultimi 1.000 metri nel centro storico di Faenza, verso la piazza che ci accoglie con il suo brusio e le forti luci posizionate sul traguardo di arrivo. E’ l’ultimo sforzo, il più bello, perché si inizia a realizzare tutto quello che sono state le ore precedenti ma si prende anche consapevolezza di tutto il percorso di preparazione che ci ha condotto, svariate ore prima, in piazza del Duomo a Firenze.
Come correre la 100km del Passatore
Se arriverete a Faenza ci sarà da fare un grande ringraziamento al vostro fisico e alla vostra costanza nell’esservi preparati per questa gara nei mesi precedenti. Ma più di tutto è alla vostra mente che dovrete tributare una standing ovation: se si arriva in fondo al Passatore è al 30% per la preparazione fisica, che è fondamentale, e al 70% per la testa. Presi da soli questi due elementi non bastano certamente, ma sommati assieme fanno la differenza.
A quale ritmo si corre il Passatore? La risposta a questa domanda di fatto non esiste, perché non si tratta di un percorso piatto ma caratterizzato da continui cambi di altimetria. Per chi si allena abitualmente con il cardiofrequenzimetro un suggerimento potrebbe essere quello di mantenere uno sforzo cardiaco che sia entro quello della propria corsa lenta, con la possibilità di sforare verso l’alto di qualche battito nei punti in salita di massima pendenza cercando di calare invece con la frequenza cardiaca in discesa.
Se ad esempio le vostre corse lente vengono percorse ad una frequenza cardiaca massima che tocca i 145 battiti, con un valore medio di poco inferiore, un suggerimento è di prendere quei 145 battiti al minuto tenendoli come riferimento, salendo al massimo a 150 in salita nei punti più impegnativi e scendendo sotto i 140 battiti in discesa.
100km sono una distanza impegnativa, per certi versi proibitiva: affrontarli al meglio per una gara come il Passatore presuppone conoscere bene le difficoltà che il percorso comporta e scegliere sempre una intensità di corsa che non sia troppo spinta. Se userete questo approccio i tratti in cui vorrete camminare saranno ridotti al minimo e soprattutto correrete al meglio l’ultima parte di gara, quel tratto da Marradi a Faenza nel quale se si arriva con le giuste energie è possibile superare moltissimi atleti.
Una regola generale sul tempo con il quale si può completare una gara di 100km è quello di prendere il proprio tempo in maratona e moltiplicarlo per 3. Al Passatore, vista l’altimetria, dobbiamo considerare una penalizzazione ulteriore in questa formula rispetto ad una 100km su percorso lineare che personalmente quantifico tra il 5% e il 20%, a seconda delle vostre qualità di tenuta sulla distanza. Spiegando con un esempio, un podista che completa una maratona in 3 ore al Passatore potrà ragionevolmente puntare su un risultato attorno alle 10 ore; se ne impiega 12 e mezza la sua prestazione sarà, dal punto di vista agonistico, ben inferiore alle sue possibilità potenziali.
Quali scarpe usare alla 100km del Passatore
Per la maggior parte dei podisti che affrontano il Passatore il consiglio su quale calzatura utilizzare è molto semplice: indossate una scarpa daily trainer con la quale avete corso a lungo in allenamento e che si caratterizza per il confort. Correndo ben più di 10 ore per completare la distanza sarà il confort l’elemento per voi prioritario, oltre ad una certa protezione se il vostro peso è superiore ai 70-75 Kg.
Per gli atleti più veloci, indicativamente per chi punta ad un tempo sotto le 10 ore, si possono utilizzare le stesse scarpe che vengono adottate per la maratona. Correre quindi con piastre in carbonio e intersuole molto morbide è assolutamente possibile ma è bene preferire in questa categoria scarpe un po’ più morbide e che abbiano una intersuola molto spessa così da offrire maggiore protezione sulla distanza.
Scontato infine dire che è bene utilizzare scarpe nuove, che siano state solo rodate con alcune uscite per un massimo di 50-100Km: in questo modo lungo il percorso del Passatore avrete ai piedi una scarpa ancora in grado di offrire la massima qualità in termini di protezione, comfort e reattività.
La 100km del Passatore non è solo una gara podistica, ma un vero e proprio viaggio con se stessi. Chiunque l’abbia completata almeno una volta ne porta un ricordo indelebile che emerge anche dopo molti anni. Nell’edizione 2015 l’ho completata accompagnato in bicicletta da Dario Marchini; ne aveva scritto un racconto sul suo blog Corro Ergo Sum a questo indirizzo, al quale era seguito il mio di racconto pubblicato in questa pagina. E per chi fosse curioso, ho completato il Passatore 2015 con un paio di Saucony Mirage 3 che ovviamente non uso più da tempo ma custodisco gelosamente come una reliquia.