Non ci era mai riuscito nessuno. Proprio per questo Russell Cook, un ultra runner inglese di 27 anni, ci ha voluto provare. Attraversare tutto il continente africano, da sud a nord, da Capo Agulhas in Sudafrica a Cap Angela in Tunisia: 16.294 chilometri in esattamente 352 giorni (poco meno di un intero anno), completando l’equivalente di 386 maratone (e spiccioli). E ci è riuscito…
Un lungo cammino attraversando ben 16 Paesi (non proprio dei più amichevoli e semplici che si possano incontrare) fatto di 19,1 milioni di passi, indossando tre diversi modelli di scarpe Hoka (brand di cui Russ Cook è Ambassador): Bondi, Arahi e Speedgoat 5.
Ma anche 790.000 sterline raccolte per beneficenza a favore di due associazioni: Running Charity, che mira ad aiutare i giovani senzatetto, e Sandblast, che gestisce programmi educativi nei campi profughi in Algeria.
Infortuni e rapine: un viaggio verso l’ignoto
Russ Cook, conosciuto sui social media con il soprannome di Hardest Geezer (“il più duro tra i vecchi”), un passato non proprio da atleta, contraddistinto da problemi di alcolismo e gioco d’azzardo, era partito il 22 aprile dello scorso anno da Cape Agulhas in Sudafrica, con l’obiettivo di correre 360 maratone in 240 giorni. Ma ogni viaggio, si sa, è un’avventura a sé stante e le cose non sono andate esattamente come le aveva progettate (se avete letto libri su avventure simili, a piedi o in bicicletta, sapete bene che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo).
Il primo intoppo, ad appena dopo 50 giorni dalla partenza: una rapina che ha privato Cook e tutto il suo staff di passaporti, denaro e tutte le apparecchiature necessarie per continuare (e testimoniare) il loro viaggio.
E non potevano certo mancare anche problematiche di tipo fisico: correre ogni giorno una maratona (e oltre) ha portato allo stremo la resistenza di Cook che, oltre a problemi allo stomaco e sangue nelle urine, ha dovuto convivere per diverse settimane anche con forti dolori alla schiena. Dopo una pausa di due giorni in Nigeria per essere sottoposto alle analisi specialistiche del caso, ha deciso di ridurre il chilometraggio giornaliero, ma senza fermarsi.
“Mi sono fermato per un paio di giorni per degli approfondimenti ospedalieri – ha raccontato Cook -. Nessun danno alle ossa, quindi ho pensato che l’unica opzione rimasta fosse quella di smettere di tirare al massimo, assumere gli antidolorifici a disposizione (soluzione da sconsigliare a chiunque, nda) e riprendere il cammino senza fermarmi più”.
Russell Cook, il primo uomo ad attraversare l’Africa da sud a nord
Tra Algeria e Mauritania l’ultimo problema che avrebbe potuto mandare all’aria tutto il progetto: l’ultra runner britannico è stato fermato alla frontiera per mancanza del passaporto. Solo grazie alla risonanza mediatica della sua impresa e l’intervento dei deputati del Regno Unito, l’ambasciata algerina gli ha rilasciato un visto di cortesia che gli ha permesso di oltrepassare il confine e portare a termine il suo lungo viaggio (di notte) attraversando il deserto del Sahara.
“Sono un po’ stanchino”, avrebbe commentato Cook alla fine della sua avventura, citando Forrest Gump nella famosa corsa attraverso gli States.