Siamo tornati a correre con Puma a distanza di qualche mese dopo le prove entusiastiche con i vari modelli di Deviate Nitro 2, Elite 2 e ForeverRun. Lo abbiamo fatto con le nuovissime Velocity Nitro 3, scarpa di allenamento di Puma arrivata a quasi due anni di stanza dalla versione precedente.
Come sempre l’ho indossata per i canonici 150km di corsa per la nostra recensione, testandola su diverse tipologie di distanza (dai 10 ai 21 chilometri), a diverse velocità (con ritmi tra i 4 e i 5 minuti al chilometro) tra corse lente, medi e variazioni di ritmo, ma sempre su strada e con condizioni meteorologiche anche molto avverse.
Parliamo di una scarpa abbastanza classica nella sua essenza, ma decisamente fuori dagli schemi, che ho iniziato a capire solo dopo qualche uscita di corsa. Per le sue caratteristiche primarie potrebbe essere considerata una daily trainer, ma diversi aspetti sia strutturali che di utilizzo la spingono verso una corsa (anche) più veloce, quasi fosse un’intermedia. Un ibrido polivalente, in grado di soddisfare le diverse esigenze soprattutto di quei runner che utilizzano un solo modello di scarpe da corsa per allenamenti lenti, veloci e per le gare.
Battistrada: 9
Che il Pumagrip sia una delle migliori mescola per battistrada non è una novità. Lo abbiamo ribadito in ogni modello che abbiamo provato e anche questa Velocity Nitro 3 ne è stata la riprova. La conferma è arrivata nelle ultime settimane di utilizzo, quando le giornate sono state continuamente fustigate da maltempo, con forti temporali e vento, e Pumagrip non ha fatto una piega: massima resa anche sul bagnato (tanto bagnato! E anche sulla griglia del ponte sul Naviglio che attraverso ogni giorno dove quasi tutte le scarpe tendono a scivolare, soprattutto con la pioggia) e consumo decisamente irrisorio.
Il disegno ricorda molto le scanalature degli pneumatici della auto e la sua estensione a tutta lunghezza garantisce buona spinta ad ogni ritmo.
Intersuola: 6
L’intersuola è la parte che mi ha dato più grattacapi nella lettura di questa Velocity Nitro 3. È composta da un doppio strato di NitroFoam, nella parte superiore, e ProfoamLite, in quella inferiore. Rispetto al modello precedente la quantità di materiale utilizzato è aumentata decisamente, portando l’altezza complessiva dell’intersuola a 36mm nella zona tallonare e 26mm nell’avampiede, aumentando di circa due millimetri l’altezza del NitroFoam. Drop invariato (10mm), ma sensazioni decisamente contrastanti.
NitroFoam è una schiuma ottenuta mediante un processo di infusione di azoto gassoso nell’Eva, che rende il materiale più leggero, morbido e soprattutto reattivo. Lo si sente anche al tatto. ProfoamLite, invece, è una schiuma EVA più tradizionale, molto leggera, ma utilizzata in questo caso soprattutto per dare stabilità a questo modello. L’effetto finale è quello di una calzata più rigida di quel che ci si possa aspettare, che fa apprezzare maggiormente Puma Velocity Nitro 3 quando i ritmi si alzano, si spinge un po’ più con la parte anteriore della scarpa e il NitroFoam inizia a lavorare maggiormente.
Tomaia: 6,5
La tomaia è costruita con uno strato di mesh traspirante, accoppiato nella parte anteriore della scarpa con una fodera elastica che accoglie il piede e termina nella linguetta. Una soluzione che fa aderire molto bene la scarpa al piede senza costringerlo. La forma è leggermente allungata, ma non dà alcun problema di libertà di movimento alle dita dei piedi.
Le zone soggette a maggiore stress sono state poi rivestite di uno strato di PWRTape che, oltre a dare un po’ di struttura, permettono di avere un po’ di supporto in più. Da segnalare gli inserti riflettenti (molto riflettenti) inseriti attorno ai due loghi puma, che permettono una grandissima visibilità al buio quando illuminati.
Ultima nota: asciugatura superveloce. Usata dopo temporali molto pesanti, completamente inzuppate, le ho ritrovate praticamente pronte all’utilizzo in meno di ventiquattro ore semplicemente lasciandole asciugare in casa.
Upper: 8
Insieme al battistrada, gli elementi che mi hanno fatto apprezzare di più questo modello. Un esempio da cui molti brand potrebbero prendere spunto…
Linguetta da 9 (se non 10), una delle migliori che abbia mai provato. Stile racing, leggermente imbottita, con una terminazione a tre punte che la fa aderire perfettamente al collo del piede e che, anche grazie all’unione con la fodera interna della tomaia, non la fa smuovere di un millimetro durante l’attività. È la prima linguetta che abbia mai visto senza il classico taglio in cui far passare le stringhe per fissarla. Se non è perfetta, poco ci manca.
Stringhe molto classiche, piatte. Fossero state anche un po’ meno lunghe sarebbe stato meglio.
Ben strutturata la conchiglia della zona tallonare: imbottita nella zona del malleolo e mediamente rigida nella parte inferiore, aiuta a dare stabilità durante la rullata.
Peso: 6
Se fosse considerata una daily trainer classica, 286 grammi (nel mio numero US10,5) la classificherebbero nella media della categoria. Interpretata invece come un possibile modello intermedio, ha qualche grammo in più delle dirette concorrenti. Diciamo che è la giusta via di mezza per il lavoro che deve svolgere.
Comfort: 5,5
Questa sua natura ibrida non aiuta certo Puma Velocity Nitro 3 ad essere perfetta in ogni sua caratteristica. Il comfort è forse la parte che ne soffre maggiormente. Utilizzata nelle uscite di corsa più lenta manca di quella ammortizzazione in grado di far risposare soprattutto le zone articolari, che in molti ricercano in una classica daily trainer, e che in questo modello un po’ manca. Per assurdo diventano più comode quando il piede lavora un po’ di più…
Per quanto riguarda la calzata, è classica e consiglio la taglia che viene utilizzata normalmente per altri modelli (nel mio caso 10,5US).
Protezione: 6,5
Mezzo punto in meno per il comfort, mezzo punto in più per la protezione, dato che comunque il materiale sotto al piede c’è e si sente. Velocity 3 reagisce molto bene agli stimoli, permette di “sentire” il terreno sul quale si corre e offre una buonissima stabilità (regalata dall’EVA) che la rendono una calzatura adatta anche quei runner leggermente pronatori che non hanno bisogno di un grosso sostegno.
Durata massima stimata: 8
Ho già lodato Pumagrip in apertura e non posso che ripetermi anche in questo punto: battistrada praticamente indistruttibile che dopo 150km non ha quasi segni di usura. Anche l’intersuola, ben riparata dallo strato inferiore in EVA sembra poter avere una buona e lunga resa.
Completa in maniera egregia la struttura di questa calzatura la tomaia, traspirante ma ben strutturata che mi fanno pensare che questo modello possa essere tranquillamente portato tra i 600km e gli 800km senza problemi.
Rapporto qualità/prezzo: 8,5
Sono sempre critico sul costo delle attuali scarpe da running, ma anche in questo caso la Puma Velocity Nitro 3 mi ha letteralmente stupito: solo 130 euro di listino, che vuol dire prezzo attorno ai 100 euro nei comuni negozi di scarpe (e in alcuni shop online è già possibile trovarla anche a meno). Un costo che rapporto alla quantità di chilometri di utilizzo possibili è quasi un ritorno al passato. Un altro buon motivo per imparare da Puma…
Voto finale: 7,1
Complessivamente una scarpa che offre buone caratteristiche generali, con qualche plus che le permettono di essere apprezzata più di quanto si penserebbe ad una prima impressione. La sua natura ibrida potrebbe renderla di difficile comprensione inizialmente, ma se utilizzata nella giusta maniera è una calzatura che può essere utile a molti atleti amatori. A quel prezzo poi…
Come detto in apertura Puma Velocity Nitro 3 è un modello che può essere utilizzato in modi differenti. La consiglierei a quei runner un po’ meno veloci che cercano una scarpa unica con quale fare un po’ tutto, dalle corse lente, alle uscite di medio, alle ripetute, per ritmi dai 4 minuti al chilometro in su. Il classico modello “da viaggio” in grado di assolvere un po’ tutte le necessità, senza eccellere in qualcosa di particolare.
Ma può essere anche interpretata come scarpa da allenamento (una intermedia) da alternare a qualcosa di più morbido e confortevole per le uscite più lente. E, perché no, anche come daily trainer per chi ricerca una calzata più classica e meno ammortizzata.
Un modello che mi ha ricordato come modalità di utilizzo le Asics Novablast 4 e che, come in quel caso, consiglierei a runner di peso non superiore agli 85Kg e per distanze non superiori alla mezza maratona.