La quarta generazione di Brooks Hyperion Elite è la scarpa racing di riferimento dell’azienda di Seattle, pensata per tutte le principali distanze di gara su strada. Disponibile sul mercato da febbraio 2024, punta sulla leggerezza della parte superiore e su una piastra in carbonio completamente ridisegnata per distanziarsi nettamente dal modello che l’ha preceduta.
E’ una scarpa pensata per le corse su strada sino alla maratona, anche se personalmente ritengo offra il meglio sulle distanze fino alla mezza. E’ pensata per correre forte ma non solo per gli atleti più veloci: ci ho corso in gara una mezza maratona ad un ritmo di circa 4’30” al chilometro e un lungo in gara di 28km, dieci secondi al chilometro più lentamente, senza avvertire la fatica di avere una scarpa che potesse dare molto di più rispetto al ritmo che la mia condizione del momento mi permetteva di correre.
Per quali atleti è pensata? Parliamo di podisti tendenzialmente neutri nell’appoggio che abbiano un peso entro gli 80Kg, con ritmi di corsa corrispondenti su una 10km che vanno dai 5’00” sino a meno di 3’30” al chilometro.
Battistrada: 7
Buona presenza di gomma nel battistrada delle Brooks Hyperion Elite 4, ma si nota subito che questa sia una scarpa racing: l’azienda ha infatti ottimizzato l’utilizzo, lasciando la parte del mesopiede non a contatto con il terreno con l’intersuola completamente a vista.
Il grip sul terreno in gara è stato sempre piuttosto buono, mentre l’usura ampiamente nella media: solo nei punti tipici di contatto della mia corsa si nota una usura superficiale della parte in gomma, assolutamente non problematica.
Al centro del battistrada troviamo una grande apertura, dalla quale emerge alla vista la piastra in carbonio Speedvault+ con la sua particolare conformazione. Essendo questa apertura molto ampia non si corre il rischio che dei sassi possano incastrarsi all’interno.
Intersuola: 5
Per Hyperion Elite 4, Brooks ha adottato una intersuola in DNA Flash v2, che è caratterizzata, stando a quanto dichiarato dall’azienda, da un peso di circa il 10% inferiore rispetto alla precedente versione utilizzata nelle Hyperion Elite 3.
Si tratta di una mescola in EVA trattata con tecniche di nitroinfusione, sulla carta non in grado di ottenere un livello di ritorno di energia paragonabile come intensità a quello di altre mescole in Peba sempre trattate con processo di nitroinfusione.
L’intersuola ha uno spessore di 34mm nel tallone e di 26mm nell’avampiede, per un drop di 8mm.
Piccola nota: nel riportare le quote della scarpa Brooks è solita non inserire anche lo spessore della soletta e del battistrada di gomma, ma riferirsi unicamente all’intersuola, pertanto lo spessore complessivo è di 40mm nel tallone e 32mm nell’avampiede.
Annegata nell’intersuola troviamo la piastra Speedvault +, una struttura in carbonio a tutta lunghezza costruita con una tecnologia di Additive Molding in collaborazione con l’azienda Arris che si presenta con una trama con molte aperture e che pertanto non ha quelle caratteristiche di rigidità che è tipico sperimentare con piastre intere. Brooks ha scelto di utilizzare una piastra di dimensioni specifiche per ogni numero di questa scarpa e la sensazione correndo è che Speedvault + svolga più un ruolo di stabilizzare la risposta della scarpa più che di proiettare in avanti come accade con altre scarpe racing.
Tomaia: 8,5
E’ uno degli elementi meglio riusciti di questa scarpa, formata da una trama di tessuto con una finitura gommata che abbina leggerezza estrema ad una certa robustezza. La traspirabilità è fuori discussione, vista la trama molto ampia, ma questo non deve far pensare che si tratti di una tomaia fragile in quanto così non è.
Nel puntale è presente una zona di rinforzo leggermente più rigida mentre tutta la restante struttura è morbida, capace di adattarsi alla forma del piede così da fasciarlo senza costringerlo.
Upper: 8,5
Al pari della tomaia anche questa parte della scarpa adotta soluzioni spiccatamente racing a partire dalla linguetta, leggerissima e finita con lo stesso materiale della tomaia. E’ fissata sul lato interno della scarpa all’altezza degli occhielli dei lacci, molto comoda per essere così conformata: si posiziona facilmente e non si sposta durante la corsa.
I lacci sono leggermente elastici, piatti e zigrinati: nessun appunto, vanno molto bene e aiutano a trovare la giusta tensione di allacciatura. L’area del tallone infine presenta una leggera imbottitura che aiuta nel confort, con una conchiglia che è pressoché inesistente: anche qui quello che si ricerca in una scarpa da gara spinta.
Peso: 7
Alla bilancia Brooks Hyperion Elite 4 segna 206 grammi nella mia misura US8 (41EU), un valore molto interessante: sono 4 grammi in più di Hoka Rocket X2 e 16 grammi in meno di New Balance Elite V4, mentre Vaporfly 2 di Nike resta ancora lontana con un peso di 187 grammi sempre nel numero US8.
La sensazione offerta al piede da questa nuova scarpa Brooks è di notevole leggerezza e complice in questo è a mio avviso la tomaia che è quasi impercettibile nella sua struttura.
Comfort: 7
Brooks Hyperion Elite 4 è una scarpa racing spinta, ma anche con calzature di questo tipo è auspicabile trovare un po’ di comfort soprattutto nelle lunghe distanze. Da questo punto di vista Hyperion 4 non delude: è una scarpa che ho trovato essere confortevole per quanto possa esserlo una calzatura racing in gara, lontana da quella rigidità estrema sulla pianta del piede che caratterizza alcune scarpe di questa categoria.
Ho in particolare apprezzato la sua parte superiore, vero e proprio valore aggiunto: è facile trovare la calzata e posizionare linguetta e stringhe nel modo migliore. Lo spazio anteriore è inoltre buono nel complesso, con la tomaia che ha quel giusto livello di cedevolezza da adattarsi alla forma del piede facendo in modo di contenere e fissare senza risultare oppressiva.
Ritorno di energia: 5
Se c’è un limite di questa scarpa è tutto qui, nel ritorno di energia fornito dall’abbinamento tra la piastra Speedvault+ e la mescola DNA Flash v2.
Partiamo dalla piastra: non la si avverte in modo netto, con una marcata rigidità, come capita con le soluzioni di altri concorrenti e questo ritengo sia un elemento positivo con dirette ricadute in termini di comfort. D’altro canto la spinta fornita c’è, ma non è così brutale come ci si potrebbe attendere da una scarpa racing di questo tipo: è una piastra pensata principalmente per fornire struttura e stabilità e in questo può aiutare anche chi è leggermente iperpronatore e vuole calzare una scarpa veloce.
Se correte molto di avampiede e siete aggressivi nella falcata la conformazione della piastra non farà probabilmente al caso vostro. Se corrette maggiormente di mesopiede o addirittura di tallone una geometria di questo tipo, con una forma rocker non troppo spinta, risulterà essere sicuramente più piacevole anche se la transizione verso l’avampiede richiederà un po’ più di lavoro da parte vostra.
L’intersuola in DNA Flash v2 è quella più premium della gamma Brooks ma la sua base in EVA, per quanto trattata con infusione di idrogeno, non raggiunge il feedback di risposta di altre mescole adottate dai concorrenti.
Il giudizio su questa scarpa sarebbe cambiato in misura marcata se fosse stata adottata una mescola più reattiva, soprattutto pensando all’ottica di utilizzare questa scarpa sulle distanze più lunghe: auspichiamo che questa possa essere la strada che Brooks prenderà con la quinta generazione di Hyperion Elite.
Durata massima stimata: 7
Da una racer non possiamo attenderci la durata di una daily trainer, ma in questo comparto Brooks Hyperion Elite 4 non sembra deludere. L’usura accumulata sul battistrada dopo l’utilizzo per questa recensione è decisamente marginale, l’intersuola non presenta pieghe o leggere increspature della superficie che possano creare problemi mentre la tomaia ha una struttura tanto minimalista quanto robusta.
Quanti chilometri potremmo percorrere con queste scarpe? Se usate in gara direi almeno 300km, donando poi una seconda giovinezza come scarpa da allenamenti spinti come medi e ripetute.
Rapporto qualità/prezzo: 6
Hyperion Elite 4 viene proposta ad un prezzo di 250 euro, con disponibilità già presso alcuni rivenditori con alcuni sconti interessanti. Il prezzo è allineato a quello delle altre scarpe racing con piastra in carbonio in commercio: salvo rare eccezioni quella di 250 euro è la soglia di ingresso nel mondo delle racer con piastra in carbonio, con modelli che sono arrivati a superare la soglia dei 300 euro.
La cifra è corretta ed equilibrata a nostro avviso pensando alle caratteristiche complessive della scarpa, fatta eccezione per l’intersuola che per le lunghe distanze non ha il comportamento che ritroviamo in altri modelli concorrenti. Se usata per distanze più brevi, come 5 o 10km fino alla mezza maratona, queste scarpe trovano la propria dimensione di riferimento; meno sulla maratona, dove la morbidezza e il ritorno di energia superiore di altre mescole può fare la differenza.
Voto finale: 6,75
Luci e ombre: così potremmo definire in breve Brooks Hyperion Elite 4. E’ una scarpa racing che ci ha positivamente colpito per la costruzione nella tomaia e nella parte superiore, oltre che per il battistrada e la generale leggerezza. D’altro canto la innovativa piastra in carbonio è abbinata a una intersuola in DNA Flash v2 che non spicca per ritorno di energia nel confronto con le principali concorrenti.
Al termine della mia esperienza di test posso dire che questa è una scarpa racing che, a dispetto delle apparenze, sia più indicata ai podisti meno veloci che vogliono ottenere il meglio delle proprie possibilità in gare su strada dalle 5km sino alla mezza maratona. Non le consiglio per distanze superiori in quanto manca quella generale morbidezza che è diventata un elemento base delle scarpe per maratona più spinte, mentre la risposta diretta può essere un punto di forza su distanze più brevi come le 10km corse spingendo al massimo.