Con la gamma Endorphin, Saucony propone una famiglia di scarpe molto articolata, giunta alla quarta generazione, da sempre caratterizzata per una grande specializzazione:
- Endorphin Shift: il modello d’ingresso, destinato alle corse lente e alle giornate di recupero con un supporto extra ed elevata protezione fornita dall’intersuola molto spessa.
- Endorphin Speed: una scarpa intermedia, dotata di piastra in nylon per una superiore reattività senza giungere agli estremi delle scarpe pensate per le gare.
- Endorphin Pro: la scarpa veloce per eccellenza, dotata di piastra in carbonio da utilizzare nelle gare o in alternativa negli allenamenti più performanti e veloci.
- Endorphin Elite: ultima arrivata della gamma, dotata anch’essa di piastra in carbonio e di una supermescola per la massima reattività, una scarpa per la prestazione massima rivolta agli atleti più veloci.
Della nuova gamma Endorphin 4, Saucony al momento ha presentato due sole di questi modelli, la versione Speed e Pro: la prima è dedicata agli allenamenti ed è una classica calzatura di tipo intermedio con piastra in nylon, mentre la seconda forte di piastra in carbonio è pensata per le gare e la prestazione massima.
Ho indossato Endorphin Speed 4 per diverse tipologie di allenamento, alternandole tra uscite di corsa lenta, alcuni lavori più veloci e una gara di mezza maratona, raggiungendo i nostri canonici 150km di percorrenza. Ho ritrovato in queste corse sensazioni molto simili a quelle delle Endorphin Speed 2, scarpa che ho utilizzato in due differenti modelli e che mi era da subito piaciuta molto, pur con alcune marcate differenze.
Battistrada: 8
In Endorphin Speed 4 Saucony è intervenuta a modificare in modo marcato il battistrada, con una parte anteriore completamente ricoperta da gomma più dura a proteggere l’intersuola. Nella parte posteriore, all’altezza del tallone, sono presenti due intarsi laterali in gomma, che lasciano l’area centrale con intersuola esposta.
La presa sull’asfalto e sullo sterrato è stata sempre molto buona; non ho avuto problemi particolari neppure correndo sul bagnato durante la Bari Med Marathon . La sensazione è che il battistrada rinnovato fornisca una presa sempre sicura, senza che la gomma addizionale abbia generato problemi a livello di aumento del peso dato che, rispetto alla versione 3, è di fatto rimasto immutato. Da segnalare la scanalatura nella parte centrale, che prosegue dal mesopiade sino al tallone, con un’area che lascia esposta alla vista la piastra in nylon.
Intersuola: 7,5
Endorphin Speed 4 ripropone la stessa struttura dell’intersuola vista nel modello precedente: schiuma PWRRUN PB, acronimo di Performance Welded, Responsive, Resilient, UNderfoot foam PeBax. Le quote invariate sono di 36mm nel tallone e 28mm nell’avampiede, per un drop di 8mm: una scarpa quindi dall’elevata ammortizzazione senza però raggiungere quote maxi.
Annegata nell’intersuola troviamo la piastra in nylon, che risulta essere ovviamente meno rigida di una piastra in carbonio tradizionale e che per questo viene meno percepita durante l’azione di corsa. E’ ben visibile grazie all’apertura nella parte inferiore della scarpa, oltre che con due aperture sul lati esterno e interno della scarpa
Il comportamento complessivo risente del bilanciamento tra la piastra in nylon e la mescola PWRRRUN PB: la presenza della piastra si avverte ma non in modo deciso e invasivo, fornendo un supporto addizionale alla mescola che ne stabilizza da un lato la risposta e dall’altro aiuta nella fase di propulsione. Le qualità dell’intersuola in PWRRUN PB sono quelle ben note dalle precedenti scarpe Saucony: ottima risposta, giusta morbidezza e un ritorno di energia sempre presente.
La risultante è un comportamento classico per una scarpa intermedia, adatta quindi ai ritmi di allenamento anche spinti ma che si difende ottimamente anche in corsa lenta. L’ho utilizzata per uscite di recupero a 5’30” al chilometro senza alcun tipo di problema, con molto confort e protezione.
Tomaia: 7,5
Endorphin Speed 4 utilizza un mesh a doppio strato piuttosto spesso, che sulla carta appare essere molto robusto e duraturo. Non sono presenti particolari punti di rinforzo: ci sono solo due piccoli e sottili profili termosaldati ai lati, oltre al logo Saucony, a conferire una maggiore solidità ad una struttura che è nel complesso morbida. La traspirabilità è molto elevata: è una scarpa che non ritengo darà problemi in estate con temperature ambiente elevate, ma allo stesso tempo ha una tenuta alla pioggia veramente molto ridotta.
La calzata merita una precisazione: la forma della parte anteriore è piuttosto rastremata, cosa che può creare qualche problema legato non tanto alla lunghezza quanto alla larghezza della scarpa. Il consiglio è quindi quello di provare la scarpa di persona in negozio ed eventualmente optare per un mezzo numero in più rispetto a quello standard.
Upper: 7,5
La linguetta è costruita con una struttura molto simile a quella della tomaia: è un doppio strato molto traforato per favorire la traspirazione. E’ fissata internamente su entrambi i lati con una struttura leggermente elastica che ne facilita il posizionamento. Le stringhe sono confortevoli e forse solo un po’ troppo lunghe: non ho avuto particolari problemi di allacciatura durante i miei test.
Il tallone è moderatamente contrastato, con la parte inferiore più rigida e quella superiore più morbida. L’imbottitura non è particolarmente elevata ma non ho rilevato problemi di sfregamento o di confort ridotto.
Peso: 7
Saucony Endorphin Speed 4 è una scarpa intermedia che ha della leggerezza una delle sue qualità: nel mio numero US8 (41 EU) siamo attorno ai 220 grammi, cifra allineata a quella del modello che è andata a sostituire. Se confrontata però con la versione Endorphin Speed 2 segnaliamo un aggravio di peso di almeno 15 grammi nel mio numero, che non sono pochi per il tipo di scarpa.
Comfort: 7,5
Durante l’utilizzo Saucony Endorphin Speed 4 è emersa per essere una scarpa moderatamente confortevole, tanto nelle corse lente come in quelle a ritmi più elevati. Ho apprezzato la tomaia morbida e in generale la linguetta e il guscio del tallone, mentre lo spessore dell’intersuola opera come efficace filtro grazie alla mescola che è morbida e reattiva.
C’è a mio avviso da prestare attenzione alla calzata nella parte anteriore, che tende a chiudersi leggermente: per chi avesse una pianta un po’ larga è consigliabile optare per un mezzo numero in più così da guadagnare quel tanto che serve nello spazio davanti per mantenere comodità e non avvertire una sensazione di sfregamento della parte esterna del piede.
Nel complesso Endorphin Speed 4 è la tipica scarpa intermedia adatta agli allenamenti che può essere utilizzata efficacemente anche su ritmi di corsa lenta, ma anche per un rigenerante, senza che questo porti a limiti in termini di affaticamento e di ridotto confort. Mi sono spinto sino ad un lungo di circa 32km, fatto abbinando un riscaldamento molto esteso alla Bari Med Marathon: al termine della gara i piedi non erano particolarmente affaticati anche se, per la distanza percorsa, avrei apprezzato qualche millimetro in più di intersuola nell’avampiede.
Ritorno di energia: 7
Da una scarpa con mescola premium e piastra in nylon ci si attende un buon ritorno di energia complessivo, e così è con Speed 4. Non siamo ovviamente ai livelli delle scarpe con piastra in carbonio in quanto questa vuole essere una proposta intermedia adatta agli allenamenti e non una scarpa per la pura prestazione velocistica, ma il ritorno di energia è presente.
Le sensazioni che ho sperimentato in corsa sono state molto simili a quelle delle mie due precedenti Saucony Endorphin Speed 2: facili da utilizzare in corsa lenta, sono in grado di aumentare il ritmo facilmente diventando prestanti e ben più veloci così da accompagnare al meglio in fartlek, medi e ripetute lunghe. Ho però un ricordo di maggiore reattività delle Endorphin Speed 2, probabilmente dovuto anche al loro peso inferiore.
Possono sostituire una scarpa in carbonio ai ritmi più elevati? La risposta è no (e del resto in casa Saucony esistono le Endorphin Pro 4 per questo) ma svolgono molto bene il ruolo di scarpa mista per allenamenti e gare per molti atleti che corrono ad un ritmo che arriva sino ai 4 al chilometro, senza per questo far rimpiangere scarpe più specialistiche pensate per le gare.
Durata massima stimata: 7
La costruzione di Saucony Endorphin Speed 4 è improntata ad una certa robustezza: non ritengo che la tomaia possa in qualche modo rovinarsi dopo una percorrenza elevata, tipica per scarpe intermedie. Il battistrada presenta un buono strato di gomma dura a protezione della intersuola, incrementato rispetto a quanto fornito con Endorphin Speed 3: lo spessore non è particolarmente elevato ma ritengo che anche questo componente possa durare in modo adeguato.
L’intersuola in PWRRUN PB abbinata alla piastra in nylon ha una costruzione meno estrema di quanto siamo abituati a trovare con scarpe dotate di piastra in carbonio. Per questo motivo ritengo che con l’aumentare dei chilometri il comportamento complessivo tenderà a non cambiare in modo significativo, seguendo un andamento che avevo già sperimentato in precedenza con le due paia di Saucony Endorphin Speed 2 che ho utilizzato.
In definitiva, non credo ci saranno particolari problemi a raggiungere e superare una percorrenza di almeno 500km, soprattutto nel caso di atleti con un peso inferiore a 75Kg.
Rapporto qualità/prezzo: 6
Saucony Endorphin Speed 4 non costano poco: il listino ufficiale dice 200 euro, cifra che vediamo sempre più spesso abbinata a scarpe destinate agli allenamenti. La qualità costruttiva c’è tutta e ricalca quella a cui ci ha abituato Saucony con le precedenti generazioni di questa scarpa, ma il rapporto qualità prezzo non è dei migliori proprio in virtù del listino impegnativo.
Voto finale: 7,2
Con Endorphin Speed 4 Saucony non sembra voler modificare una ricetta che ha visto negli ultimi anni una notevole risposta positiva da parte dei podisti appassionati: quella di offrire una scarpa intermedia con piastra in nylon e intersuola di qualità, con uno spessore mediamente elevato e buona reattività. Una scarpa che può rivestire ruoli diversi a seconda del tipo di podista che la sceglie.
Per i podisti più veloci è una scarpa adatta alle corse lente più svelte, più che ai lavori di qualità; per questi ultimi il trend che si è messo in atto è quello di adottare scarpe più specialistiche con piastra in carbonio e intersuola molto spessa, magari dando una seconda vita alle proprie scarpe da gara una volta che hanno totalizzato una percorrenza elevata.
Per gli atleti meno veloci, capaci di ritmi sui 10km da 4’15” al km a salire, Endorphin Speed 4 può essere utilizzata alternativamente tanto come scarpa da corse di tutti i giorni un po’ veloci come per gli allenamenti di qualità passando dalle ripetute a medi e fartlek, abbinandovi magari una scarpa più spinta per le gare e una classica daily trainer dall’intersuola abbondante per le corse più rigeneranti e facili.
Circa il peso non consiglierei di andare oltre i 75-80Kg, in quanto la protezione offerta è valida ma non tanto da spingersi a pesi più elevati. E’ inoltre una scarpa che per sua natura si rivolge ad un podista neutro per appoggio ma che grazie alla piastra può essere adottata anche da chi soffre di un lieve difetto di iperpronazione.