Puntare sempre più in alto, verso il “cielo”. È forse questa la filosofia e l’obiettivo che ha fatto scegliere ad Hoka il nome della sua nuova super scarpa racing, con piastra in fibra di carbonio e mescola in peba, Cielo X1. Un modello che alza il livello prestazionale rispetto alle già veloci Hoka Rocket X2, e che combina in un modo nuovo ammortizzazione e ritorno di energia, grazie anche a una forma particolare.
Se la Rocket X2 è una scarpa consigliata ad atleti molto veloci, che corrono la maratona sotto le tre e con un peso sotto i 70 kg, la Hoka Cielo X1 si adatta anche a runner un po’ più pesanti, fino ai 75/80kg che riescono a correre i 42 chilometri sotto le 3 ore e 30 minuti. Una scarpa molto più ammortizzata e meno estrema, che grazie al disegno dell’intersuola aiuta l’appoggio di mesopiede, senza sovraccaricare troppo le gambe durante le gare.
Questa recensione è stata fatta testando la scarpa “al buio”, senza nessuna scheda tecnica di confronto, motivo per il quale abbiamo deciso di analizzarla, ma senza dare valutazioni specifiche per ogni suo comparto.
Nuovo battistrada e doppia intersuola in peba
Partiamo dal battistrada: uno a zero per Cielo X1 (verso Rocket X2), grazie a una gomma un po’ più morbida e leggermente più intagliata in grado di regalare più grip, soprattutto in condizioni più instabili, su terreno sdrucciolevole o con pioggia. Strato che ricopre l’intera pianta del piede: l’intersuola praticamente non rimane mai scoperta, tranne in due punti davvero ridotti. Sulla punta è stato ricavato un foro che fa intravedere la piastra a tutta pianta, che però permette a qualche piccolo sassolino di andarla a toccare (nulla di particolarmente grave).
In Cielo X1 l’intersuola è leggermente diversa rispetto a quella della Rocket X2: una doppia mescola in peba leggermente più densa e più dura, nella parte superiore, e soprattutto molto più alta. Il risultato è quello di avere una scarpa con molto più sostegno e un po’ meno reattiva.
La piastra in carbonio è scoperta e visibile in diversi punti lungo tutta la pianta del piede. In particolare, nella zona del mesopiede, sono presenti due alette laterali (che ricordano quelle delle Saucony Endorphin Speed) che permettono un maggior sostegno, soprattutto quanto la scarpa viene utilizzata durante le corse più lunghe. Soluzione che fa percepire le Hoka Cielo X1 molto più stabili rispetto alle sorelle Rocket X2.
Non abbiamo dati e misure precise su drop e altezza dello stack, che però sicuramente si avvicina ai 40mm. Da segnalare anche la curvatura estremamente rocker dell’intersuola, che caratterizza la tipologia di appoggio generata da questa scarpa.
Tomaia e upper supertecnici
La tomaia è costruita in un mesh tecnico, molto simile a un tessuto e decisamente diverso rispetto a quella della Rocket X2: se quest’ultima utilizza un materiale molto “plasticoso” molto simile a quello delle Vaporfly Next 2%, in questo caso abbiamo invece un rivestimento molto più simile a quello delle Vaporfly Next 3%.
I lacci sono piatti e leggeri, anche loro in tessuto tecnico, un po’ difficile da tirare, ma chiudono e fissano molto bene il piede all’interno della scarpa. La zona della conchiglia tallonare è decisamente più protettiva rispetto a quella della Rocket X2: non è estremamente rigida, ma in grado di dare un buon supporto alla parte posteriore del piede, anche grazie alle leggere imbottiture laterali e all’invito “a calzino” della parte superiore.
Meno positivo il riscontro sulla linguetta, in rete elastica senza struttura, cucito nella parte anteriore, che è difficile mantenere ferma durante l’allacciatura e tende a formare fastidiose arricciature e a lasciare il collo del piede troppo libero (a ritmi abbastanza spinti ho avuto la sensazione che il piede scivolasse un po’ troppo in avanti).
Meno reattività, più ritorno di energia
Come anticipato, l’appoggio della Cielo X1 è molto più spostato sul mesopiede che sull’avampiede, fattore che, unito alla mescola dell’intersuola più densa e alta, fanno propendere questa tipologia di scarpa per un uso più verso maratona che per gare con chilometraggio più corto, come una dieci chilometri, dove la tendenza è quella di spingere a tutta dalla partenza all’arrivo. Quindi un po’ meno reattività a favore di un più alto ritorno di energia.
Anche il peso sposta questa calzatura verso l’utilizzo nelle distanze più lunghe, visto che nella mia misura US 9,5 pesa circa 250 grammi, 25/30 grammi in più verso la Rocket X2. Risultato dovuto all’utilizzo di una maggior quantità di schiuma e una maggiore densità nell’intersuola e di una tomaia più strutturata per dare più ritorno di energia e protezione.
Quale prezzo?
Il prezzo ufficiale sarà sicuramente tra i 250 e i 300 euro. Come già detto, non abbiamo avuto indicazioni di costi prima del lancio (di oggi): più rimarrà vicini ai 250 euro, più sarà un punto a favore di questa scarpa.
Consigli e valutazioni
Ho utilizzato Hoka Cielo X1 per diversi allenamenti di qualità: un medio variato, con ritmi tra i 3’ e i 3’15” al chilometro; delle ripetute di 3000 metri che mi hanno dato un ottimo feedback ad un ritmo intorno ai 3’02”/3’03” di media; e un lungo progressivo di 24km, partendo a un passo di 3’45” e finendo intorno ai 3’25” al chilometro. Durante le sedute più veloci, non ho sentito quell’apporto in spinta che invece ho avuto ad esempio con le Rocket X2 o altri modelli più veloci, mentre sul lungo e con un passo un po’ più trattenuto hanno dato il meglio di sé: motivo per il quale mi sento di consigliare questa scarpa soprattutto ai maratoneti e agli amanti delle lunghe distanze, anche con pesi non leggerissimi e ritmi non necessariamente spinti.
Voi cosa vi aspettate da queste scarpe? Siete curiosi di provarle? Torneremo comunque a parlare delle Hoka Cielo X1 più avanti… lasciate i commenti sotto il video di YouTube o sui nostri canali social.