Nel 2023 debuttava sul mercato Nike Vaporfly 3, forse il mio più grande abbaglio da quando testo scarpe. La smania di provarle e l’hype che c’era dietro quella che era considerata la scarpa più veloce sul mercato mi hanno portato a scrivere una recensione fin troppo entusiasta. La verità? Era una buona scarpa, ma aveva perso la sua anima di racing shoe aggressiva, diventando più docile e accessibile a un pubblico più ampio. Il problema principale, oltre all’indurimento della schiuma, è stato la riduzione dell’angolo della piastra, che ha reso la scarpa meno reattiva.
Con la nuova Vaporfly 4, da pochi giorni in commercio, tutto cambia, e per testarla a fondo l’ho provata in quattro allenamenti: una corsa media di 12 km, ripetute sui 1000 metri, un variato e ripetute brevi, con ritmi compresi tra 3’15” min/km e 2’50” min/km. Per un’analisi sui ritmi più lenti, attenderò il parere di altri tester e una valutazione più approfondita.
Battistrada: 8
Già dal battistrada si notano grandi cambiamenti. La nuova copertura in gomma, relativamente morbida, garantisce un’ottima trazione e un buon comfort. L’effetto waffle, ovvero l’ammortizzazione data dal disegno della suola, è ancora presente e forse ancora più efficace rispetto al modello precedente. Ricorda molto la prima e la seconda versione della Vaporfly.

Intersuola: 8
Realizzata in ZoomX a doppia intensità: più morbida e confortevole nella parte superiore, mentre la parte inferiore rimane invariata rispetto alla Vaporfly 3 e all’Alphafly. La piastra in fibra di carbonio Flyplate ora ha un’inclinazione di 20 gradi, rispetto ai 15 della versione precedente. Le geometrie cambiano radicalmente: da 40 mm nel tallone e 22 mm nell’avampiede si passa a 35 mm e 29 mm, con un drop ridotto a 6 mm:
Questo importante cambiamento nelle quote, unito all’angolo della piastra, cambiano la risposta rispetto al modello Vaporfly 3: ora abbiamo una scarpa più aggressiva e in grado di spingere, ideale per le distanze più brevi ma probabilmente non così tanto consigliabile quando le distanze si allungano.
Tomaia: 8
Realizzata in mesh ingegnerizzato, combina elementi della prima e seconda versione. La calzata è perfetta, avvolgendo il piede per una sensazione di unità con la scarpa. Presenta rinforzi sulla punta e sui lati per una maggiore resistenza. Dal punto di vista estetico, però, non mi entusiasma: appare un po’ economica come fattura, anche se si tratta solo di una impressione visiva.
Upper: 9

Nike ha innovato ulteriormente i lacci, introducendo una versione elasticizzata che permette alla scarpa di adattarsi meglio al piede senza stringere eccessivamente. I lacci delle precedenti versioni erano già un riferimento quanto a costruzione e questi, se possibile, li hanno ulteriormente migliorati.
La linguetta, sebbene priva di imbottitura, copre perfettamente il collo del piede senza spostarsi. Il tallone è rinforzato con una conchiglia stabilizzante, utile soprattutto nelle curve secche e nei rilanci delle gare più brevi. La presenza di abbondante schiuma protegge il piede dagli sfregamenti ed è molto piacevole. In sintesi, un upper racing molto ben fatto.
Peso: 9,5
Alleggerita di 20 grammi rispetto alla versione precedente, grazie alla riduzione dell’altezza e a un tallone più smussato. Attualmente è la scarpa racing con piastra in carbonio più leggera sul mercato, seconda solo alla Adidas Adios Pro Evo. che ha però un posizionamento di prezzo molto differente oltre ad una disponibilità sul mercato decisamente limitata.
Comfort: 6,5
Si tratta del punto più critico della scarpa. Essendo un modello da gara, il comfort non è prioritario, ma l’altezza ridotta dell’intersuola penalizza la protezione e l’ammortizzazione generale rispetto ad altre scarpe racing della stessa categoria. Detto questo, la calzata rimane piacevole e ben progettata.
Reattività: 9

Se la Vaporfly 3 era diventata meno estrema rispetto ai due modelli che l’hanno preceduta, con questa versione si torna a spingere forte. L’angolo della piastra più accentuato e il drop ridotto rendono la scarpa ideale per distanze più brevi, dove serve maggiore esplosività. Lo spessore complessivo dell’intersuola in ZoomX non la rendono invece una scelta ideale per le distanze più lunghe, sia maratona che mezza maratona. La segmentazione di prodotto di casa Nike, del resto, lo indica chiaramente: per quelle distanze la scarpa di riferimento rimane la Alphafly 3.
Durata massima stimata: 7
Vaporfly 4 ritorna ad essere una scarpa più estrema e per questo motivo ritengo che la durata si attesterà sui 300-350 km, così come era per le prime super shoes. Continuerò a testarla per verificarne la soglia di cedimento e fornire aggiornamenti in un prossimo articolo. Resta valida l’indicazione generale che dopo un iniziale utilizzo in gara, per una percorenza che può essere per l’appunto di circa 300km, può essere convertita ad una seconda vita come scarpa per gli allenamenti di qualità più veloci.
Rapporto qualità/prezzo 8
Il prezzo di listino rimane invariato rispetto a quello delle Vaporfly 3, pari a 260€: si tratta di una cifra che le posiziona nella fascia medio-bassa delle scarpe con piastra, per quanto si tratti di un costo tutt’altro che contenuto in assoluto.
Voto finale: 8

Nike ha fatto una scelta a mio avviso intelligente con le nuove Vaporfly 4, delineando in modo chiaro la sua gamma:
- Alphafly per maratone e mezze;
- Vaporfly per 10 km e distanze più brevi;
- Streakfly 2, più estrema, per atleti d’élite.
Consiglio la nuova Vaporfly agli atleti che vogliano gareggiare su distanze inferiori alla mezza maratona o a chi cerca una scarpa reattiva per allenamenti impegnativi. È decisamente migliorata rispetto al modello precedente, tornando a essere un riferimento nel segmento delle scarpe da gara. Adatta anche ad atleti più pesanti e a chi ha un appoggio neutro o una leggera pronazione.
Nike Vaporfly 4 ha un'intersuola in ZoomX e una piastra in Flyplate. È una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualità. Ha un'altezza al tallone 3...
E per le maratone? La riduzione nello spessore dell’intersuola e la geometria cambiata non rendono queste scarpe ideali per i 42km e 195 metri della maratona, ma è la stessa Nike del resto a indicarlo affiancando questa scarpa al modello Alphafly 3 che è decisamente pensata per offrire il meglio quando la distanza si allunga considerevolmente.