In concomitanza con il lancio ufficiale delle nuove scarpe Atomo Star, delle quali abbiamo pubblicato la nostra recensione dopo i canonici 150km di utilizzo, abbiamo avuto l’opportunità di visitare la sede Diadora di Caerano di San Marco. E’ qui che l’azienda italiana sviluppa le proprie soluzioni, tanto legate alle calzature come all’abbigliamento e a tutto quello che riguarda la sicurezza sul lavoro. Ed è soprattutto in questi spazi che Diadora effettua l’attività di ricerca e sviluppo che porta alla creazione delle nuove calzature per il mondo del running.
In un mercato che vede la produzione delocalizzata in Asia, per via degli inferiori costi di produzione di cui è possibile beneficiare, Diadora ha scelto da alcuni anni a questa parte di mantenere nel territorio italiano parte della propria produzione di fascia più alta. Del resto l’azienda è situata in quello che è il distretto della calzatura italiano, nel quale le professionalità degli artigiani che vi operano e il tessuto produttivo delle aziende rappresentano un valore agiungo innegabile.
Produzione Made in Italy
Il Made in Italy è uno dei mantra di Diadora ma di certo non è un semplice slogan: per l’azienda questo implica gestire completamente all’interno della propria linea produttiva di Caerano di San Marco la costruzione di alcune delle proprie calzature più iconiche.
Per il mondo della corsa sono i modelli Atomo Star, accanto a quelle V7000 e V7000-2 della precedente stagione. Queste calzature sono costruite nella Manovia, nome che identifica la linea produttiva che si trova a meno di 100 passi di distanza dai reparti di sviluppo interni di Diadora. Una vicinanza fondamentale per poter ottenere il pieno controllo e velocizzare, nella fase di prototipizzazione e di testing, tutti gli interventi richiesti sulle scarpe.

Nel corso della nostra visita abbiamo potuto vedere in funzione la linea produttiva, impegnata in quella giornata anche nella produzione di un lotto di scarpe Atomo Star. La capacità produttiva media giornaliera, per scarpa da corsa che quindi sono caratterizzate da una elevata complessità costruttiva, è di circa 200 paia al giorno: a titolo di confronto le linee produttive automatizzate in fabbriche asiatiche arrivano ad una produzione giornaliera di 1.000-1.200 paia, ma l’obiettivo della produzione in Manovia non è di certo quello di rivaleggiare con i volumi produttivi delle fabbriche asiatiche quanto assicurare un controllo qualità e una cura nella costruzione che non è possibile ottenere altrove.
La linea produttiva interna Diadora è la stessa che l’azienda utilizzava sino alla fine degli anni ’90, quando la produzione interna è stata sospesa delegando tutto all’esterno. Circa 10 anni fa l’azienda ha scelto di riportare la produzione al proprio interno, ripristinando i macchinari e la linea di montaggio stipati sino a quel momento in un magazzino e incontrando da subito una notevole difficoltà: quella di non avere a disposizione artigiani formati in grado di operare nella produzione delle scarpe e arrivando per questo a richiamare ex dipendenti in pensione, chiedendo loro di affiancare e formare nuovo personale specializzato.

Vedere all’opera la linea produttiva nella Manovia lascia immediatamente capire quanto lavoro manuale, assolutamente di livello artigianale, stia dietro la costruzione di scarpe da corsa in Italia. La differenza con le più veloci linee produttive asiatiche è lampante: più efficienti queste ultime quanto a volume produttivo ma sicuramente meno ricercate quanto a cura della qualità, a partire da alcuni passaggi produttivi che vengono in quelle sedi accorpati per poter produrre nel minor tempo possibile.
Il “Made in Italy” di Diadora è quindi indubbiamente caratterizzato dallo stile del design, volutamente per alcune scarpe con forti richiami ad iconici modelli del passato, ma al contempo anche segno distintivo di una cura nella produzione che è unica e che, per molti versi, non si riflette sul prezzo considerando a quanto vengono vendute proposte equivalenti dei concorrenti.
Centro ricerche Diadora
CRD, acronimo di Centro Ricerche Diadora, è il cuore del lavoro di ricerca che Diadora svolge nella propria sede alla ricerca delle massime prestazioni di tutte le proprie calzature. In questo ambiente, che ricorda per certi versi una sala operatoria con le sue pareti bianche e l’illuminazione diffusa, sono raccolti tutti i macchinari che vengono utilizzati per analizzare le prestazioni delle scarpe da corsa Diadora, per verificare il comportamento delle nuove mescole e per effettuare analisi competitive con le proposte concorrenti presenti sul mercato.

Questo ambiente è utilizzato anche dagli atleti Diadora per studiare come le nuove calzature si comportino su di loro, quale miglioramento vi sia nell’economia di corsa e come le piccole modifiche che vengono introdotti nei differenti prototipi abbiano ricadute pratiche nella corsa.
Il tapis roulant al centro del Centro Ricerche Diadora è dotato di strumenti di misura addizionali, che permettono di effettuare analisi molto sofisticate sulla propria biomeccanica di corsa. Ho avuto la fortuna di poterlo provare di persona, non sorprendendomi del fatto che ci sia tanto su cui lavorare per migliorare la mia dinamica di corsa ma trovando anche conferma in alcuni parametri che sapevo essere allineati alla media.
Più che ad un appassionato podista come me questi strumenti sono fondamentali per gli atleti che corrono con scarpe Diadora, che attraverso l’analisi possono capire come migliorare per velocizzarsi oltre che avere conferma delle positive ricadute date dall’utilizzo di nuove scarpe.

Nel Centro Ricerche Diadora sono presenti diversi macchinari specifici per l’analisi delle scarpe, due dei quali sviluppati e fatti costruire appositamente da Diadora. Il primo è Marathon, che simula l’azione di corsa esercitata sulle intersuole delle scarpe con una forza massima di 150Kg e che può generare, nel giro di alcuni giorni, percorrenze elevatissime che aiutino a capire come le mescole tendano a cambiare la loro risposta nel corso del tempo. Il secondo è RACE, Running Anthropometic Cushoning Evaluator, che permette di valutare il livello di ammortizzazione e il ritorno di energia fornito dalle diverse tipologie di intersuole delle scarpe da corsa.

Centro Ricerche Diadora è un ambiente affascinante per un podista appassionato, una sorta di via di mezzo tra un laboratorio e un luogo dove cercare le massime prestazioni possibili. E’ da qui che le varie innovazioni sviluppate da Diadora per la corsa vengono testate, analizzate, comprese e introdotte poi sui prodotti destinati alla commercializzazione.
Gelindo Bordin, il volto storico di Diadora nello sport
Ultima tappa del nostro viaggio all’interno della sede Diadora è stato l’incontro con Gelindo Bordin, indimenticabile vincitore della Maratona alle olimpiadi di Seoul e unico maratoneta ad aver vinto il titolo olimpico e la Maratona di Boston in carriera.
Terminata la sua carriera agonistica, Gelindo ha vissuto diverse esperienze professionali lavorando da oltre 20 anni in Diadora con gli incarichi di Category Leader e Direttore dello sport marketing. Più di tutto Gelindo Bordin è il volto pubblico di Diadora, sempre presente nelle iniziative di lancio di nuovi prodotti e per questo fortemente presente nel lancio delle nuove Atomo Star.

SI è parlato di innovazione e di come l’approccio “Made in Italy” sia segno distintivo di Diadora. Ma Bordin vuole più di tutto ricordare l’innovazione portata avanti nel mondo del running dall’azienda di Caerano di San Marco, grazie alle 4 differenti tipologie di intersuola abbinate alle proprie scarpe per il running. Nella chiacchierata è stato anticipato che per il 2026 è previsto un ulteriore passo in avanti in termini proprio di intersuole, con un livello di ritorno di energia che aumenterà ancora di qualche punto rispetto a quanto offerto oggi dalla più prestante Anima PBX. Ma sapere qualcosa di più di tutto questo dovremo ancora attendere un po’ di tempo.
Da ex maratoneta, Gelindo ci ha raccontato anche il suo punto di vista sulla maratona in Italia. Ci sono molti atleti di valore che possono realmente lottare per le prime posizioni, non dimenticando che la maratona non è tanto da vivere agonisticamente parlando come una ricerca del tempo più veloce a tutti i costi ma deve ritornare sempre più ad essere una gara come la correva lui ai suoi tempi, con la lotta “uomo contro uomo” per la prima posizione ad essere vera e propria benzina per la fatica della gara.
Dall’Italia alla conquista del mercato
Diadora è una di quelle aziende che vanta una tradizione nel mondo del running che risale agli anni ’70. Nel museo interno sono esposte calzature che hanno fatto la storia, non solo nel mondo della corsa ma nel motorsport come nel calcio. Pur essendo un marchio italiano e un’azienda dalla proprietà completamente nazionale, Diadora vanta una tradizione e una presenza nel mondo dello sport che è speculare a quella dei più famosi marchi internazionali.

E’ evidente come le intenzioni dell’azienda siano verso uno slancio sempre più globale, con il mercato nord americano al quale si guarda con sempre maggiore interesse spinti sia dalle innovazioni tecnologiche, sia dall’unicità del design e della costruzione in Italia che rappresenta il punto di rottura con le proposte concorrenti. Con il plus, lasciatecelo dire, di essere un marchio “made in Italy”.