Nel mondo delle calzature Adidas per le corse su strada, la gamma Adizero contraddistingue i modelli votati alle competizioni e alle corse più spinte. Si tratta delle scarpe sulla carta più veloci, dotate delle innovazioni più recenti come design e materiali utilizzati.
Le scarpe della serie Adios Pro, in particolare, sono modelli che sin dalla prima versione Adidas ha posizionato come soluzioni per le gare su strada, partendo dalle 5K fino alle distanze più lunghe, maratona inclusa. Nelle ultime edizioni Adidas ha sviluppato un design che è andato progressivamente affinandosi senza stravolgimenti particolari, abbinando una struttura interna con EnergyRods (piccole aste che seguono lo sviluppo delle dita dei piedi) in fibra di carbonio ad una intersuola in mescola Lightstrike Pro.
Nei primi giorni di gennaio 2025, dopo un pre lancio avvenuto in concomitanza con la maratona di Berlino dello scorso mese di settembre, è finalmente arrivata anche la versione 4 di Adios Pro. Ritroviamo la familiare struttura con EnergyRods e l’intersuola in Lighstrike Pro, che si spinge a sfiorare i 40 millimetri massimi di altezza nel tallone così da poter essere utilizzata legalmente nelle competizioni.
Rispetto al modello 3, Adizero Adios Pro 4 è stata completamente rivista in ogni suo elemento per un risultato finale che è molto diverso, ma conferma quello che si poteva immaginare: una scarpa ancora più veloce e più aggressiva.
Battistrada: 8
Per Adios Pro 4 Adidas ha optato per un battistrada con suola LightTraxion, differente rispetto a quello di Adios Pro 3. E’ presente la tradizionale gomma Continental per la quale Adidas opta per le proprie calzature di fascia più alta, qui caratterizzata da una copertura quasi completa del battistrada con un profilo a tasselli di dimensione variabile. In Adios Pro 3, lo ricordiamo, la superficie era completamente liscia richiamando quella degli pneumatici slick delle automobili da corsa.
Il grip è ottimo, soprattutto spingendo forte, mentre qualche dubbio lascia questo battistrada in termini di durata prevista perché lo strato di gomma è molto sottile. D’altro canto, la gomma del battistrada di Adios Pro 3 era altrettanto sottile e minimalista, ma ho potuto correrci per 450km senza che si rovinasse al punto da diventare inutilizzabile.
Questa resta in ogni caso una scarpa da gara, da utilizzare al massimo delle (sue) capacità per 200-300 chilometri in gara e, successivamente, da riposizionare nella propria rotazione come modello dedicato agli allenamenti più intensi.
Intersuola: 9
Come segnalato, la struttura portante di questa Adios Pro 4 vede l’abbinamento tra l’intersuola in Lightstrike Pro e gli EnergyRods 2.0 in carbonio integrati all’interno della mescola e visibili nella parte inferiore della scarpa grazie ad una piccola apertura. Quella che sulla carta è la stessa struttura di Adios Pro 3 qui è completamente stravolta: la mescola, innanzitutto, è estremamente più morbida e reattiva di quella adottata in Adios Pro 3 pur a dispetto dello stesso nome commerciale.
Adidas ha utilizzato una formulazione differente, che fornisce ancora più morbidezza nell’impatto a terra con un netto (e superiore) ritorno di energia. Gli EnergyRods non sono rigidi, quantomeno a percezione, come una piastra in fibra di carbonio ma ben assecondano il movimento del piede: non si ha quella iniziale sensazione di “mattonella di legno con cuscino” che a volte si ha calzando scarpe racing in carbonio. Tutto è molto più bilanciato, oltre ad essere estremamente morbido.
L’intersuola è così morbida e soffice che, appena calzate le scarpe e fatto qualche passo, si ha una percezione di notevole instabilità nel tallone, che tende a muoversi lateralmente non appena si appoggia camminando. Ma, come per magia, iniziando a correre, tutto svanisce: la geometria della scarpa entra in gioco, portando naturalmente a un appoggio di mesopiede e avampiede grazie al profilo rocker anteriore ancora più pronunciato rispetto a quello di Adios Pro 3; e anche forzando l’appoggio di tallone, la schiuma si comprime al meglio stabilizzando il piede.
Le quote sono quelle legali per le gare: 39mm nel tallone e 33mm in avampiede, per un drop complessivo di 6mm. Per via delle sue caratteristiche tecniche l’intersuola si sente tutta in termini di protezione e confort: questo stupisce pensando che ai piedi si sta calzando una scarpa racing estremamente spinta nella costruzione e nelle scelte di design.
Tomaia: 8
Cambia anche la tomaia che ora adotta una struttura Lightlock sintetica estremamente sottile, dotata di alcuni inserti interni che la rinforzano nei punti critici.
E’ ancora più morbida e traspirante rispetto a quella di Adios Pro 3, quello che ci si attende da una struttura pensata per le gare: funzionale, leggerissima e pratica nella calzata.
Upper: 7,5
Partiamo dalla linguetta che è sottile, con una imbottitura minima all’altezza dei lacci e soprattutto fissata internamente alla tomaia: bel passo in avanti rispetto a quella di Adios Pro 3 che non lo era e tendeva a muoversi troppo.
La conchiglia del tallone di fatto non esiste: c’è solo la tomaia come struttura di sostegno, impreziosita da una leggera imbottitura di colore rosso e da una piccola linguettina per aiutare nella calzata della scarpa.
I lacci continuano a non essere convincenti: sono molto simili a quelli di Adios Pro 3 e in generale di fattura molto semplice. Serrano bene la scarpa ma ho sempre optato per un doppio o triplo nodo per scrupolo e così facendo non si sono mai slacciati. Dal punto di vista costruttivo ritengo siano la parte meno riuscita di questa scarpa, ma chi volesse li può facilmente sostituire con altri di sua preferenza.
Peso: 8,5
Adios Pro 4 vanta, secondo i dati forniti da Adidas, un peso inferiore di 15 grammi rispetto ad Adios Pro 3: quest’ultima non era di certo la più leggera tra le scarpe racing con piastra in carbonio, quindi questa riduzione è benvenuta. Il feeling, una volta calzate, è di estrema leggerezza: di fatto è come non averle ai piedi.
Le mie misure hanno evidenziato un quadro ancora migliore: dai 220 grammi di Adios Pro 3 sono sceso a 195 grammi di Adios Pro 4, utilizzando per entrambe una taglia US 8,5 (42EU).
Con Adios Pro 4 ho scelto un mezzo numero in più rispetto al mio abituale US8 in quanto anche con Adios Pro 3 avevo optato per un 8,5. Suggerirei, viste le caratteristiche delle scarpe, di valutare un mezzo numero in più rispetto al proprio standard soprattutto se si vogliono correre lunghe distanze in gara.
Comfort: 8
Parlare di comfort in una scarpa votata alle gare spinte può sembrare un controsenso, ma pensandoci bene non è così soprattutto se ci approcciamo alle distanze più lunghe. Adizero Adios Pro 4, per essere una calzatura racer, è una scarpa decisamente confortevole e merito di tutto questo è da trovare nella intersuola in Lightstrike Pro che è morbidissima.
La costruzione superiore della scarpa è improntata alla massima efficienza in gara e in questo si presenta come la maggior parte delle scarpe racing con piastra in carbonio: meno struttura possibile, per contenere il peso, e massima funzionalità. Tutto questo però senza perdere in comodità complessiva, anche sulle percorrenze più lunghe.
Reattività: 8,5
Il mix tra intersuola in Lightstrike Pro, con una formulazione ancora più morbida di quella adotatta in Adios Pro 3, e gli Energy Rods 2.0 che per loro struttura e costruzione vantano una maggiore flessibilità rispetto ad una piastra in carbonio tradizionale, portano ad un risultato finale che è di estrema reattività.
Mi ero trovato molto bene utilizzando in passato Adios Pro 3 in quanto avevo trovato un bilanciamento ideale tra l’intersuola non iper morbida e la risposta degli EnergyRods, soprattutto all’aumentare della distanza. Le modifiche introdotte nella versione 4 di questa scarpa ne hanno aumentato la reattività, rendendola se possibile ancora più veloce (e divertente) rispetto al modello 3. Resta una scarpa, al pari del modello 3, che invoglia a spingere e correre di avampiede ma che se lanciata ad un ritmo stabile, come avviene in maratona, accompagna al meglio cercando di far minimizzare l’impegno muscolare e aiutando così a mantenere alta la media per il maggior numero di chilometri.
Durata massima stimata: 6,5
Trattandosi di una scarpa pensata per le gare, la durata stimata non può essere quella di una daily trainer classica. Tendiamo a pensare che una scarpa di questo tipo possa offrire il meglio sino ad una percorrenza in gara di 250-300km, per poi triovare spazio nella nostra rotazione come scarpa per gli allenamenti in pista o su strada.
Non ci sono al momento feedback di durata su questa nuova formulazione della mescola Lightstrike Pro, pertanto non sappiamo se e quanto andrà a decadere con il passare dei chilometri. Non vedo sulla carta problemi particolari fino ai canonici 300 chilometri, mentre oltre questa distanza sarà da vedere.
La struttura superiore è quella tipica delle scarpe racing: all’apparenza così minimalista da parere fragile, in realtà è pensata per durare nel tempo e non dare alcun problema.
Da verificare anche l’usura del battistrada, dato lo strato di gomma molto sottile. La precedente esperienza con Adios Pro 3, dalla struttura simile, lascia però immaginare che questo componente non andrà a creare problemi particolari di durata nel tempo.
Rapporto qualità/prezzo: 8
Adidas ha scelto di mantenere invariato il prezzo di Adios Pro 4 rispetto al modello 3: parliamo di 250 euro, un costo elevato, ma che si posiziona nel segmento di costo più basso tra le scarpe racing con piastra in carbonio (guarda le migliori offerte nella nostra sezione scarpe). E’ una scelta da rimarcare, anche perché Adios Pro 3 negli oltre due anni e mezzo di vita commerciale non ha subito svalutazioni o variazioni massicce di prezzo proprio in virtù della politica commerciale dell’azienda.
250 euro sono tanti in assoluto? Si e no: è una cifra molto impegnativa con la quale si acquista una delle fuoriserie tra le scarpe da gara con piastra in carbonio, per giunta risparmiando qualcosa rispetto al listino delle dirette concorrenti.
Voto finale: 8
Una volta ricevuta e presa tra le mani, mi attendevo per Adizero Adios Pro 4 caratteristiche tecniche che andassero a replicare quelle del modello Adios Pro 3 che a lungo ho calzato ai piedi negli ultimi anni. Ho però da subito scoperto una scarpa che prende in eredità tutto quello che di valido era presente nel precedente modello, introducendo alcune novità per certi versi sorprendenti.
Il punto di forza di questa scarpa è ovviamente l’intersuola Lightstrike Pro, ma in una formulazione estremamente più morbida e reattiva. La sensazione è quella del mashmellow, che si comprime fornendo una sensazione di morbidezza e assorbimento estrema ma che al contempo restituisce energia proiettandoci in avanti.
AdidasAdizero Adios Pro 4
Adidas Adizero Adios Pro 4 ha un'intersuola in Lightstrike Pro e una piastra in Energy Rods 2.0. È una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualit?...
A questo contribuisce la geometria della scarpa, con un profilo rocker all’anteriore ancora più pronunciato di quanto non fosse quello di Adios Pro 3 e che aiuta a correre di avampiede in modo naturale. Attenzione però: Adios Pro 4 non è una scarpa solo per avampiedisti perché ben asseconda anche chi corre di mesopiede e ha un appoggio più centrato. fattore che si rivela essere fondamentale per fornire quel giusto bilanciamento tra confort e velocità nelle distanze più lunghe, combinazione che del resto è quella che rende la corsa ancora più divertente e piacevole.
E’ una scarpa progettata al 100% per le gare, che si può indossare anche per i lunghi più qualificati e per tutti i lavori di qualità anche se consiglio di servirsene in questo modo solo dopo averla sfruttata per un’adeguata distanza in gara. Un po’ come l’abito da sera, va preferenzialmente utilizzata solo quando l’occasione lo richiede, così da avere quel qualcosa in più che forse con un utilizzo quotidiano si andrebbe a perdere.
Una scarpa che mi ha sorpreso sin dalla prima uscita di corsa e che prosegue nella direzione tracciata, negli ultimi due anni e mezzo, da Adios Pro 3 riuscendo a offrire molto di più.
Vista l’estrema morbidezza dell’intersuola non la consiglio a podisti dal peso superiore a 75kg e soprattutto non è indicata a chi avesse una iperpronazione, anche se lieve. Per tutti gli altri si candida a diventare una delle migliori scarpe da gara in carbonio di questo 2025.