Chi ci segue e legge quotidianamente le nostre recensioni sulle scarpe da corsa sa quanta importanza diamo a tutti gli elementi che compongono le singole calzature. Ogni caratteristica è fondamentale perché la scarpa svolga il proprio lavoro al meglio, ma è anche una proprietà che la distingue da tutte le altre presenti sul mercato.
Non solo. Ogni peculiarità la diversifica anche per genere e destinazione d’uso. Una schiuma più reattiva e leggera differenzia le intersuole dei diversi brand, ma caratterizza anche uno specifico modello per una certa tipologia di runner e per uno specifico utilizzo. Un drop esasperato o un rocker molto spinto svolgono la stessa funzione. E lo stesso vale anche per altri elementi in cui ci occuperemo in questo articolo: stringhe, linguetta e conchiglia tallonare.
In The Running Club siamo soliti raggrupparli nella categoria “upper”, in realtà in inglese traduzione letterale di tomaia. Una convenzione scelta per indicare e distinguere quegli elementi che caratterizzano la tomaia, ma che non fanno parte del suo “tessuto”.
È difficile (anzi quasi impossibile) che la scelta di una scarpa venga fatta sulla base della qualità o di particolari caratteristiche legato a lacci, linguetta e conchiglia, che rimangono comunque elementi che possono far apprezzare maggiormente o in maniera minore una determinata tipologia di calzatura. Parti che, in un confronto tra due scarpe con caratteristiche molto simili, potrebbero essere l’ago della bilancia per la scelta di un modello piuttosto che l’altro. Analizziamoli insieme…
La linguetta delle scarpe da corsa
Partiamo ad analizzare le caratteristiche dell’upper delle calzature da corsa da un elemento spesso sottovalutato, ma che in realtà è quello che, insieme alla tomaia, è in grado di far variare la percezione del comfort generale della scarpa: la linguetta.
Sono diverse le funzioni che deve svolgere la linguetta di una scarpa da corsa: fasciare comodamente il piede come fosse una prosecuzione naturale della tomaia, riparare il collo del piede dall’attrito e dallo sfregamento delle stringhe, mantenere saldo il piede durante il naturale movimento di corsa.
Ogni linguetta poi deve adattarsi alla tipologia di scarpa sulla quale viene montata, adottando caratteristiche diverse per peso, materiale, imbottitura, spessore, lunghezza e larghezza.
La tipologia più comune e diffusa di linguetta è quella che accompagna quasi tutte le daily trainer presenti sul mercato: spessa, imbottita e mediamente alta. In questo particolare categoria di scarpe, la funzione principale che deve assolvere è quella relativa alla comodità, amplificando la sensazione di comfort della calzatura e riparando il collo del piede dalla stretta dei lacci, senza prestare particolare attenzione al peso.
All’estremo opposto ci sono le linguette di tipo “racing” che, come dice il nome stesso, sono quelle dedicate principalmente alle scarpe da gara. Sottili, spesso svasate nella parte superiore per adattarsi meglio al collo del piede, pesano pochi grammi e cercano di creare il minor ingombro possibile nella parte superiore del piede. Potrebbero sembrare più “scomode” rispetto ad una linguetta più tradizionale, ma molti runner le preferiscono anche su modelli meno prestativi.
Motivo per il quale, sulle calzature da corsa, è sempre più spesso presente anche una terza tipologia di linguetta, ibrida, a metà strada tra quelle racing e quelle imbottite. Linguette che, in questo caso, si adattano in parte alla categoria di scarpa alla quale vengono applicate (ad esempio le intermedie, scarpe veloci, ma non da gara), al tessuto con il quale è costruita la tomaia o semplicemente alla linea e al design della scarpa.
Una tipologia di linguetta che sta sempre più frequentemente spopolando sulle scarpe da corsa è, poi, quella a “soffietto”, caratterizzata da una struttura elastica che si adatta perfettamente al collo del piede, sia in altezza che in larghezza. La particolarità di questa famiglia è che lateralmente viene fissata alla struttura della scarpa (tra tomaia e intersuola) con due ali elastiche che le permettono di rimanere fissa al centro del collo del piede senza scivolare lateralmente e creare pieghe. Soluzione, quest’ultima, che spesso viene anche sfruttata per un migliore fissaggio anche di altri tipi di linguetta.
Ultima tipologia di (non) linguetta è quella legata alle tomaie definite “a calzino”, che consistono in una linguetta, che è inglobata nella tomaia (e non cucita come elemento separato). In questo particolare caso, la struttura è molto sottile, dello stesso materiale della tomaia, con l’inserimento di elementi elasticizzati, che facilitano l’entrata del piede all’interno della scarpa.
I lacci delle scarpe da corsa
Legati alla linguetta, l’altro elemento che compone l’upper delle scarpe da corsa sono i lacci (o stringhe). Come la linguetta, anche i lacci sono spesso ti forma, materiale e lunghezza differente, in base alla categoria di scarpa alla quale vengono abbinati.
I lacci più tradizionali sono quelli che vengono utilizzati sulle daily trainer: spessi, piatti o rotondi, morbidi e leggermente elasticizzati, devono svolgere la doppia funzione di legare bene il piede alla scarpa, ma anche di non risultare scomodi e troppo invasivi nell’allacciatura.
Normalmente le stringhe di questa categoria hanno una dimensione medio-lunga per permettere l’allacciatura con doppio nodo o di utilizzare l’”allacciatura del runner” che prevede il passaggio dei lacci nelle due asole aggiuntive vicino al colo del piede presenti in quasi tutti i modelli di calzature da running.
Man mano che ci si sposta su categorie di scarpe più veloci, anche le stringhe tendono a diventare più sottili, meno elastiche e più leggere, con materiali più tecnici e meno morbidi.
Nei modelli racing non esiste una tipologia di laccio standard, ma sempre più spesso vengono utilizzate stringhe molto piatte e sottili, più corte, zigrinate ai lati e con componenti gommate che permettono di non scorrere troppo facilmente, in modo che l’allacciatura possa risultare sempre ben salda e che il nodo non si sciolga anche senza ricorrere al doppio.
La particolarità dei lacci rispetto a qualsiasi altro elemento che compone le calzature da running è che sono l’unica parte (insieme alla soletta, ma non tutte) che è possibile togliere dalle scarpe ed essere utilizzati anche su modelli differenti.
La conchiglia tallonare delle scarpe da corsa
Un altro elemento che caratterizza l’upper e soprattutto la conformazione della struttura di tutte le scarpe da running è la conchiglia tallonare. Una zona che aiuta a determinare il livello di stabilità di ogni calzatura, anche di quei modelli che non rientrano per forza all’interno della categoria delle scarpe stabili.
Tutti i runner sono pronatori, con un movimento della caviglia in stacco, ma soprattutto in appoggio, che si muove, in maniera più o meno accentuata, verso l’interno o l’esterno del piede. La conchiglia tallonare è proprio l’elemento che aiuta a stabilizzare la rullata del piede, in tutte le sue fasi.
La conchiglia è la zona semi-rigida che accoglie il tallone. Può essere strutturata in un’unica o più parti. Normalmente è un rinforzo che viene racchiuso all’interno della tomaia e fissato all’intersuola e può essere accessoriato anche con ulteriori elementi di rinforzo esterni e da parti imbottite per regalare più comfort ed evitare fastidiose abrasioni da sfregamento dovute al movimento della caviglia.
Anche in questo caso le caratteristiche della conchiglia variano in base alla categoria di scarpa. Modelli dedicati alle corse di tutti i giorni, più protettivi e di lunga durata, monteranno una conchiglia tallonare più robusta, rigida e confortevole. Modelli leggeri destinati alle gare offriranno, invece, conchiglie molto sottili, appena accennate o inesistenti, per alleggerire la struttura generale della calzatura. Modelli stabili, progettati appositamente per atleti iperpronatori, sfrutteranno conchiglie molto strutturate in grado di aiutare la caviglia a non cedere verso l’interno del piede.
Come abbiamo sottolineato in molti altri articoli, è sempre più difficile definire precisamente ogni modello di calzatura per il running in una categoria ben definita, questo anche per l’utilizzo di soluzioni differenti dei vari elementi che le compongono. Ma che, come sottolineato in apertura, possono diventare decisivi nella scelta di un modello piuttosto che di un altro.