Il pensiero più romantico sulla corsa è legato alla sua spensieratezza. Basta prendere un paio di scarpe dall’armadio, una maglietta (anche di cotone), un paio di pantaloncini e… via. Si chiude la porta di casa alle spalle e si esce a correre.
È così che ci immaginano gli amici che ancora non hanno fatto il primo passo nel mondo del running. È così che probabilmente ricordiamo ancora di fare dentro ai nostri sogni. Ma la realtà è tutt’altra cosa, a partire proprio dall’outfit che indossiamo. Non basta infilare la prima cosa che troviamo, né addosso né tanto meno ai piedi.
Tutti immaginano che la corsa sia uno sport a costo zero, con un marginale investimento forse solo per le scarpe, ma per il resto… non bisogna prenotare un campo, non è necessario acquistare una bici, non servono abbonamenti o assicurazioni. Vero, ma solo in parte. E fino a quando diventa qualcosa più di un semplice passatempo, qualcosa più di un’uscita in compagnia, qualcosa di più del “devo dimagrire”. Allora entrano in gioco altri fattori, altre necessità, che possono sembrare superflue, ma fanno parte del gioco. Sfizi, a volte, che diventano regole e abitudini, di cui poi diventa difficile fare a meno.
C’è chi correre solo per divertimento, chi invece ha imparato ad amare le gare. Chi si allena con costanza e metodo, chi ha scoperto l’ultramaratona o il trail. Le spese che si devono (o vogliono) affrontare per vivere la propria passione cambiano da runner a runner, in base a obiettivi, abitudini, città, età, chilometri… vediamo e analizziamo insieme, punto per punto, tutti gli investimenti possibili che il (nostro) mondo del running comporta.
Primo passo: la scarpa da corsa
Fondamentali, necessarie, ma di tipologie talmente varie che a volte è davvero difficile scegliere quella più giusta per sé. Non a caso abbiamo destinato una sezione apposita del nostro sito proprio per questo. Le scarpe da running possono avere prezzi veramente molto distanti in base al modello scelto, l’edizione, il negozio, la tipologia di calzatura, partendo dai 100 euro delle daily trainer più scontate fino ad arrivare agli oltre 300 euro (ma esistono modelli anche da 500 euro) delle scarpe da gara più desiderate.
Vanno poi considerate poi la singola durata, dai 300/400 chilometri dei modelli meno resistenti agli 800 (in qualche raro caso anche 1000) chilometri di quelli più robusti e duraturi; il numero di chilometri che si corrono in un anno; l’utilizzo di diversi modelli d’allenamento e gara contemporaneamente in rotazione. Tutte variabili che incidono sui diversi costi d’investimento.
Orologi GPS e accessori per il running
Dopo le scarpe, quello che non può mancare al polso di un runner è il suo inseparabile orologio GPS. Forse non il primo acquisto quando si inizia a correre (optando per una ben più economica fascia da braccio per il proprio smartphone), ma accessorio che diventa poi fondamentale con il passare dei chilometri.
Anche in questo caso la spesa non è poi così economica e può variare in base a marca, modello e caratteristiche desiderate dai 150 euro di un orologio base fino agli oltre 1000 euro degli sportwatch multisport più completi. A cui aggiungere fasce cardio o rilevatori di potenza dai 100 euro in su…
Scegli il tuo outfit
Pantaloncini, magliette, canotte, leggins, pinocchietti, booster, guanti, giubbini, antivento, cappelli, occhiali… è abbastanza evidente che è impossibile stimare realmente quanto ogni runner possa investire per l’abbigliamento che desidera utilizzare per correre. C’è chi preferisce correre con prodotti più costosi e pregiati legati a un determinato brand e chi invece predilige l’allenamento e la performance alla bellezza.
Il primo compromesso passa dall’abbigliamento di Decathlon/Kiprun, che permette acquisti dedicati ai runner senza dover affrontare investimenti esagerati, ma poi? Spese che anche in questo caso che possono variare da poche decine di euro fino a svariate centinaia per i capi più tecnici e specifici.
Società, Fidal e RunCard: la burocrazia
Per chi si avvicina al mondo delle gare si moltiplicano le spese. Passato l’iniziale periodo di assestamento e conoscenza delle proprie capacità, il primo istinto è poi quello di mettersi in gioco e puntare a nuovi obiettivi. Inevitabile quindi l’iscrizione alla Federazione Italiana di Atletica Leggera, o tramite una delle tante società affiliate o attraverso la RunCard.
In questo caso i costi possono variare dai 30 euro minimi per coprire le spese di tesseramento Fidal fino a 100 o più euro richieste dalle società in base alle quote, all’eventuale trasferimento, ai materiali e alle agevolazioni comprese nell’iscrizione societaria.
Visita medica obbligatoria
Se l’obiettivo è la gara, dopo il primo step legato al tesseramento della Fidal, il secondo è quello obbligatorio per avere l’idoneità sportiva agonistica. La visita medica è consuetudine tutta (e solo) italiana e deve essere svolta presso un centro di medicina sportiva abilitato.
Il costo varia leggermente da regione a regione, ma mediamente si aggira attorno ai 60 euro e comprende visita medica generale, ECG a risposo, ECG sotto sforzo, spirometria, esame delle urine e visita oculistica. Check up che, dopo una certa età, sarebbe comunque sempre meglio svolgere anche in autonomia.
Il fantastico mondo delle gare
Dopo tesseramento e visita medica arriva finalmente il tanto desiderato appuntamento con le gare, per molti runner un punto di non ritorno. Se inizialmente la voglia di provare a mettersi in gioco spinge a correre i primi veri 10 chilometri in gara con un investimento tutto sommato accettabile (20 euro), l’adrenalina post-traguardo può diventare qualcosa di decisamente più costoso, passando ai 30 euro delle mezze più a buon mercato fino ad arrivare ai 350 euro delle maratone internazionali più ambite. Senza dimenticare che quando il bisogno di gareggiare aumenta, di pari passo aumentano anche i costi da affrontare mensilmente.
Si, viaggiare…
Correre e viaggiare è una delle attività più belle da provare. Scoprire nuovi luoghi correndo, con una percezione differente dall’essere un semplice turista (non a caso sono nati anche tour operator specifici).
Ma anche viaggiare per correre, in posti nuovi o per partecipare a manifestazioni sempre più blasonate e importanti. E ai costi di iscrizione (che, come abbiamo visto, possono aggirarsi anche a qualche centinaio di euro solo pettorale) vanno aggiunti anche quelli del weekend o della settimana di vacanza.
In compagnia alle tapasciate
Non tutti amano la competizione, ma qualche tapasciata insieme agli amici, prima o poi, necessariamente scappa. In questo caso le organizzazioni più coinvolte sono le EPS (Enti di Promozione Sportiva) riconosciute dal Coni e diffuse in tutta Italia (CSI, UISP, AICS, PGS, ACSI solo per citarne alcune).
Normalmente i costi annuali di tesseramento non sono alti e si aggirano sui 10/15 euro. A questi vanno poi aggiunti i costi delle singole corse domenicali, che solitamente variano tra i 3 euro (solo iscrizione) e i 5 euro (iscrizione con riconoscimento).
Allenatore e programmi di allenamento
Dopo la rincorsa ai primi chilometri fatti in autonomia, è quasi inevitabile puntare ai primi risultati cronometrici. Tabelle e allenamenti specifici fai da te che inevitabilmente portano ad uno stallo. Ed è qui che entra in gioco l’allenatore.
I più fortunati possono contare sull’aiuto di qualche amico preparatore o istruttore (non improvvisato). Per tutti gli altri invece è necessario rivolgersi a un professionista (dal vivo o a distanza) per un costo mensile che si aggira intorno ai 50 euro, cifra che può variare in base alla durata della preparazione e dalle specifiche capacità dell’allenatore.
Pista e cross training
Sapete quanto, in The Running Club, siamo amanti della pista. Spesso, soprattutto nelle grandi città, sono anche il punto di ritrovo delle società più numerose e importanti. E anche il modo di correre in compagnia e al sicuro. Ma tutto ha un costo, che mediamente si può aggirare sui 100 euro annui o 5 euro a singolo ingresso.
Alla stessa stregua possiamo considerare insieme a pista e centri sportivi, anche palestre e piscine, spesso utilizzate dai runner per attività di cross training alternative alla corsa. In questo caso l’investimento è decisamente variabile e può essere anche più oneroso.
Fisioterapista, osteopata e massaggiatore: la doppia fregatura dell’infortunio
Si sente spesso dire che medici, masso-fisioterapisti e osteopati sarebbero disoccupati se non esistessero i runner. In realtà, anche gli appassionati di calcio, calcetto, bici o padel non mancano, ma certamente i podisti occupano un nutrito gruppo di clienti.
È inevitabile cadere prima o poi nel primo infortunio (o prevenirlo) e, oltre allo sconforto dovuto al non piacevole riposo forzato, è necessario mettere mano anche al portafoglio, con sedute che mediamente hanno costi a partire dai 50 euro, esclusi eventuali esami di approfondimento. Sedute che normalmente non sono mai singole, ma prevedono anche cicli di più settimane.
Addio pancetta
Non dimentichiamo da dove tutto è partito: la linea. Perdere peso (o comunque mantenere la forma) è uno dei principali motivi per cui tanti runner iniziano a correre. Anche in questo caso l’aiuto di uno specialista dell’alimentazione, come un nutrizionista o un dietologo, può essere prezioso, ma ad un costo normalmente non inferiore ai 50 euro (sempre a seduta).
Vanno poi considerati tutti quegli extra legati ad alimentazione e integrazione che vengono aggiunti alla normale routine quotidiana: omega 3, proteine in polvere, sali minerali, vitamine… oltre alle scorte di gel e bevande energizzanti per allenamenti e gare. Tutti prodotti compresi in un range tra i 10 e i 100 euro a scorta.
Running, ma quanto mi costi!?
Tante le variabili in gioco, quindi. Tante da rendere quasi impossibile la stima di un investimento medio da parte di un runner. In questo caso i conti vanno proprio fatti in tasca. Proviamoci…
Considerando il mio ultimo anno di corse, tra allenamenti, gare e qualche stop, ho corso circa 2800 chilometri. Non tantissimi, possiamo valutarlo nella media di un runner che si allena quattro o cinque volte a settimana, senza preparare una maratona. Distanza che potrei stimare di correre utilizzando cinque paia di scarpe, uno da gara e quattro da allenamento, per un totale di 600 euro.
Come abbigliamento consideriamo sia la stagione estiva che quella invernale, col vantaggio però di poter correre in pausa pranzo con un clima in inverno più mite e in estate più caldo. Almeno quattro maglie a maniche corte (100 euro), due pantaloncini corti (60 euro), due maglie termiche (80 euro), quattro canotte (80 euro), due pantaloni lunghi (80 euro), quattro paia di calze (60 euro), due maglie pesanti (100 euro). Il minimo indispensabile, andando un po’ al risparmio, senza considerare altri accessori come buff, guanti, cappellino, boxer, booster… aggiungendo però un paio di occhiali da sole (150 euro) dai quali non mi separo quasi mai, e uno sportwatch, di livello medio-basso, con un costo attorno ai 250 euro.
Con la mia società, i Corro Ergo Sum Runners, il costo di iscrizione annuale alla Fidal è di 30 euro, a cui va aggiunto il costo una tantum della divisa societaria (50 euro) e il costo della visita medica annuale (60 euro). Dopo qualche anno di pausa, ho poi partecipato a qualche gara dai 10K alla mezza maratona, oltre a un trail, per un costo totale di circa 300 euro.
Per quanto riguarda gli allenamenti, autogestendomi (sono istruttore certificato), le uniche vere spese sono state quelle relative alla pista di atletica, con un abbonamento annuale di 100 euro, e singole spese nei diversi centri estivi milanesi di altri 50 euro.
Nota negativa le sedute specialistiche. Tra terapie e analisi posso stimare una spesa di circa 700 euro annui. A cui aggiungere integratori (circa 300 euro) e appuntamenti periodici di controllo dal nutrizionista (200 euro).
Tralasciando spese accessorie come spostamenti in auto, treno o aereo, il totale è di 3340 euro (circa 1,2 euro al chilometro) che, diviso dodici, corrisponde a circa 280 euro al mese. Una spesa di non poco valore, considerando anche la stima fatta al ribasso. E, pensandoci bene, un esborso dove la percentuale legata al costo del singolo paio di scarpe incide meno del cinque percento sul totale.
Quanto costa (veramente) la tua prima mezza maratona
Per aiutare chi si sta avvicinando al mondo del running a capire quale possa essere un budget minimo da preventivare, considerando quasi tutta le voci di cui abbiamo parlato in precedenza, proviamo a fare una seconda simulazione per un neo runner che voglia provare a correre costantemente per un anno, partecipando alla sua prima gara, una 10K in autunno, e una mezza maratona in primavera, allenandosi autonomamente tre volte a settimana.
Sono circa 2000 (quaranta a settimana) i chilometri che percorrerà senza prendere in considerazione pause forzate dovute a possibili infortuni. Che equivalgono a un consumo di circa tre paia di scarpe (350 euro). Due magliette (50 euro), due paia di pantaloncini (60 euro), due maglie pesanti (80 euro), un giubbino (40 euro), un paio di pantaloni lunghi (30 euro), tre paia di calze (50 euro). Iscrizione alla Fidal tramite RunCard o società sportiva equivalente (30 euro) e visita medica sportiva agonistica (60 euro) completano il minimo necessario per allenarsi e gareggiare.
Come orologio, occhiali, guanti e accessori vari possono essere utilizzati strumenti già in possesso per altre attività, come trekking o bici o calcetto. Restano da calcolare il costo di iscrizione alle due gare, un diecimila (20 euro) e una mezza maratona (30 euro) da correre vicino a cosa in modo da ottimizzare anche le spese di viaggio e avere confidenza con il percorso.
Un totale di 800 euro (66 euro al mese), circa 15 euro alla settimana (2 euro al giorno), meno di una pizza nel weekend. E voi, avete provato a calcolare quanto vi costa correre?