Abbiamo parlato di intersuola, mescole e super mescole, abbiamo spiegato la funzione del rocker, abbiamo analizzato l’influenza del drop. Ora è arrivato il momento di scoprire un elemento delle scarpe da corsa che spesso viene sottovalutato durante la scelta di un nuovo modello, ma che rappresenta invece una parte fondamentale e da tenere sempre in considerazione, se non altro perché è proprio quello più a contatto con il piede e che, se non scelto con cura, può portare ai primi e inevitabili problemi: la tomaia.
Partiamo da una precisazione importante. In tutte le recensioni che potete leggere su The Running Club (o seguire sul canale YouTube) siamo soliti considerare la tomaia come la parte di tessuto che avvolge il piede, delegando alla sezione “upper” le specifiche riguardanti lacci, linguetta e conchiglia tallonare. Una licenza che ci siamo presi per suddividere in modo semplice e schematico le diverse parti che compongono una scarpa da running e raccontarle più nel dettaglio. In realtà, la traduzione di “tomaia” in inglese sarebbe proprio “upper”, ma nelle nostre recensioni continueremo a considerarli come elementi “separati”. In questo articolo andiamo ad analizzare solo la parte relativa alla tomaia, approfondendo il discorso relativo a lacci, linguetta e conchiglia in un altro contenuto.
La tomaia delle scarpe da corsa
La tomaia è la struttura in tessuto che ricopre la parte superiore del piede. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha portato ad un’evoluzione continua di tantissime e differenti tipologie di tessuti, che si adattano per costruzione, peso, robustezza e trama alle diverse categorie di scarpe a cui sono abbinate. Calzature da gara vestiranno tomaie leggere e sottili, modelli pensati per allenamenti lunghi e lenti utilizzeranno invece tessuti più strutturati e comodi, scarpe destinate alle corse di recupero strati ancora più morbidi.
Possiamo suddividere in due grandi macrofamiglie le tipologie di tomaia disponibili sul mercato: quelle realizzate in mesh sintetico ingegnerizzato (nylon, poliestere, TPU, TPE…), più strutturato, e quelle in knit, in maglia più morbida e spesso più elastica.
La stragrande maggioranza delle scarpe da corsa utilizza tomaie in mesh ingegnerizzato, a singolo o doppio strato, con trama fine o spessa per favorire o traspirabilità, robustezza o elasticità. Le tomaie in knit sono, invece, spesso più morbide ed elastiche per regalare più una sensazione di comodità. Ma non è raro, ormai, trovare anche soluzioni che mixino entrambe le soluzioni.
Una caratteristica che ormai presentano tutte le tomaie presenti sul mercato è la (quasi) totale assenza di cuciture. Se fin a qualche anno fa era ancora necessario sovrapporre parti di tessuto per rinforzare i punti più esposti ad usura delle scarpe da corsa, oggi ormai tutti i brand utilizzano trame più spesse e più fitte per risolvere il problema, accoppiando termicamente eventuali patch. Soluzione adottata per ridurre al minimo le possibilità di sfregamento tra piede e punti irregolari interni alla tomaia.
Le caratteristiche della tomaia delle carpe da corsa
Ma quali sono le caratteristiche da considerare nella valutazione di una tomaia? Come più in generale per le calzature da running, non esiste una tomaia migliore di un’altra, ma quella che si adatta maggiormente alla conformazione del proprio piede e all’uso che si deve fare di una certa tipologia di scarpa.
La prima cosa da valutare è la dimensione. Se la misura di una scarpa è troppo grande o troppo piccola è proprio la tomaia a definirlo. Prestare attenzione quindi alla vestibilità del tessuto, che non deve essere né troppo aderente, per evitare vesciche e unghie nere, né troppo ampia, per non rischiare di dare troppa libertà di movimento al piede all’interno della scarpa e perderne il controllo.
Il secondo elemento da prendere in considerazione è la comodità, fattore ancora più personale. C’è chi ama correre con tomaie “a calzino” che lasciano il piede più libero di muoversi, chi invece predilige tessuti più strutturati e poco elastici per avere il massimo controllo sulla scarpa in ogni condizione.
Anche la traspirabilità è una caratteristica da non trascurare. Più un tessuto è traspirante, meno il piede sarà portato a sudare, diminuendo le possibilità di movimento all’interno della scarpa. Spesso, però traspirabilità è anche sinonimo di leggerezza e in inverno tessuti troppo leggeri, soprattutto durante le uscite più lunghe, possono portare a una minore sensibilità dovuto ad un eccessivo raffreddamento del piede.
È evidente che non si può scegliere una tomaia specifica da abbinare a un determinato modello di scarpa da running, ma è comunque un elemento da considerare quando si confrontano due modelli di una stessa categoria. Come spesso si valutano calzature simili in base alla tipologia di mescola utilizzata nell’intersuola, lo stesso deve essere anche fatto prendendo in considerazione la tomaia, elemento che può fare la differenza (insieme a intersuola e battistrada) nella risposta che una determinata tipologia di scarpa può dare durante la corsa.
La tomaia, per la scarpa da running, è un po’ come fosse una seconda pelle. Non a caso On, brand svizzero in ascesa anche nel mondo della corsa, ha sviluppato una nuova tecnologia LighSpray (leggi tutto qui) che deposita un filamento in grado di adattarsi perfettamente alla conformazione di ogni piede. Tecnologie che spingono verso una calzata sempre più personalizzata.