L’ultima volta che le Hurricane (serie 23) sono comparse nel mondo running era inizio 2021. Un modello longevo, che però Saucony aveva deciso di portare a fine vita (insieme ad altri modelli molto amati come le Jazz) introducendo al loro posto nuove calzature, diverse ma più innovative (in questo specifico caso le Tempus). Scelta non condivisa dagli amanti delle Hurricane che, con il tempo, hanno visto premiate le loro scelte e da qualche settimana hanno potuto rimettere ai piedi le loro amate compagne di allenamento.
Stiamo parlando delle Saucony Hurricane 24, daily trainer ripresentate dopo ben tre anni e mezzo, che hanno portato con sé interessanti tecnologie e innovazioni.
Innanzitutto, parliamo di una scarpa che per Saucony rientra nella categoria delle scarpe stabili, per pronatori, come le Guide 17 che abbiamo già presentato qui. Ma un modello decisamente differente dalle sorelle del brand americano, che in questo caso possiamo definire sicuramente “maxi” per l’abbondante intersuola che le caratterizza. Parliamo di 38mm di doppia schiuma nel tallone e 32 nell’avampiede, per un drop medio-basso di soli 6mm, che però non si sente in maniera eccessiva.
Le Hurricane 24 sono state le mie compagne nelle ultime settimane di allenamento, anche durante il periodo di vacanza, dove lo ho potute utilizzare sia per corse di 10/12 chilometri in piano, sia in uscite collinari con sali-scendi abbastanza spinti, lunghe salite e discese, su asfalto e sterrato, ma sempre con sole e temperature decisamente alte. Queste le mie percezioni dopo averci corso un po’ più dei nostri canonici 150 chilometri.
Battistrada: 7
Il battistrada, in gomma dura colorata, è presente solo nelle aree di maggiore consumo, nella zona esterna e interna di tallone e avampiede e nella parte centrale dell’avampiede. Nella restante area rimane a vista la mescola dell’intersuola.
Il consumo dopo oltre 150km è stato davvero irrisorio, con le scanalature di battistrada e schiuma ancora ben visibili ed accentuato soprattutto nella parte in punta. Il grip, anche su fondo sterrato, non ha mai dato grossi problemi, né in salita, né soprattutto in discesa.
Intersuola: 8
Il cuore delle Hurricane 24 è tutto qui, nell’intersuola: un doppio strato in PWRRUN PB e PWWRUN, più reattiva la prima, più ammortizzata la seconda.
Differentemente da altri modelli che adottano la doppia mescola, il mix non è stato fatto accoppiando i due strati semplicemente uno sopra all’alto, ma intersecandoli (lo abbiamo visto nel video-articolo “vista da dentro” dedicato): la schiuma PWRRUN PB che caratterizza la parte superiore dell’intersuola, si spinge fino alla zona centrale del battistrada; il PWRRUN, invece, è maggiormente posizionato nella parte inferiore della scarpa, rimanendo esposto solo nella zona dell’arco plantare.
Questa strana distribuzione della mescola serve per creare una sorta di equilibrio durante la fase di rullata del piede, molto evidente durante l’azione di corsa. Il piede spinge nella zona centrale più reattiva comprimendo maggiormente il PWRRUN PB, mentre le due ali al contorno in PWRRUN lo proteggono da un’eccessiva pronazione (ma anche supinazione), aiutando a non cedere eccessivamente.
Soluzione che predilige più l’ammortizzazione e la protezione a scapito della reattività, nonostante l’ampia percentuale di PWRRUN PB utilizzato. Durante le mie uscite, soprattutto correndo in discesa, è risaltata l’estrema morbidezza data dai 38mm di schiuma sotto al tallone. Meno evidente l’ammortizzazione nella zona dell’avampiede, che non risulta comunque molto reattivo quando si prova ad accelerare un po’ il ritmo di corsa.
Tomaia: 6
La tomaia è in mesh tecnico traspirante a doppio strato. Abbastanza classica e spessa nella sua struttura, non mi ha dato mai particolari problemi di sudorazione anche nelle giornate più calde.
I loghi Saucony, sia nella parte esterna che in quella interna-posteriore, sono gommati e utilizzati per rinforzarla nella tenuta del piede. La calzata risulta ampia e comoda, soprattutto nell’area dell’avampiede.
Upper: 5,5
L’unico aspetto strutturale negativo che ho trovato nelle Hurricane 24 è nella linguetta, abbastanza scomoda e instabile. Mediamente spessa e con un intaglio nella parte superiore che sembra voler abbracciare il collo del piede, non è mai rimasta al suo posto, cadendo lateralmente durante ogni uscita. Spostamento che mi ha spesso causato un po’ di fastidio nella zona del collo del piede non più riparato dalle stringhe.
Queste ultime sono abbastanza classiche, piatte, non elastiche e mediamente sottili. Combinate con il continuo movimento della linguetta non mi hanno mai permesso un’allacciatura ideale (pur non slacciandosi mai, anche senza doppio nodo). La zona delle asole è stata rinforzata con materiale gommoso, lo stesso dei loghi presenti sulla tomaia.
Meglio la conchiglia tallonare, non troppo rigida, soprattutto nella zona superiore, e ben imbottita, ma senza particolari accorgimenti per aumentarne la stabilità.
Peso: 5,5
Le Saucony Hurricane 24 sono probabilmente le scarpe più pesanti che fino ad oggi abbiamo provato in The Running Club: 331 grammi nella mia taglia US10 (302 i grammi dichiarati da Saucony nella misura standard 9US). Per fare un confronto tra maxi shoes, le Adizero Prime X2 Strung pesano (sempre nella mia misura) 323 grammi, mentre le Hoka Skyward X 328 grammi.
Ma a dispetto del loro reale peso (e volume), al piede sembra nettamente più leggere, merito dell’estrema comodità e morbidezza regalata dal mix delle sue mescole di cui è composta l’intersuola.
Comfort: 8
Proprio morbidezza e comodità sono due proprietà che caratterizzano le Hurricane 24. Appena indossate si sente il piede affondare nel dolce abbraccio del PWRRRUN e PWRRUN PB, che sale anche lateralmente per aiutare un appoggio più stabile e sicuro.
Durante la corsa, è evidente la presenza di una grande quantità di materiale posizionata sotto il piede, soprattutto per quei runner che appoggiano di tallone. Meno estrema (in termini di morbidezza) la risposta della zona anteriore della scarpa, leggermente più rigida e più portata a spingere il piede per la grande quantità di PWRRUN PB presente, insieme allo strato centrale di gomma del battistrada.
Da segnalare la presenza di una soletta estraibile, Formfit Ortholite, di 6mm di spessore, che contribuisce ad aumentare la percezione di morbidezza della scarpa.
Protezione: 9
Come le Guide 17, anche Hurricane 24 sono caratterizzate dalla presenza della nuova tecnologia Centerpath di Saucony, che consiste in una base molto ampia e un profilo laterale più alto in grado di regalare il sostegno necessario per aiutare i runner maggiormente pronatori.
In effetti, il volume complessivo della pianta delle Hurricane è decisamente ampio, con una larghezza di 13cm nell’avampiede e 10,5mm nell’area del tallone. Dimensioni che permettono un appoggio decisamente stabile, amplificato dal lavoro sinergico delle due mescole che aiutano il piede a non cedere mai troppo, sia interiormente sia esteriormente. Effetto che ho sentito particolarmente durante le mie uscite collinari, dove ho estremizzato il mio appoggio sia nella zona tallonare che in quella anteriore senza mai perdere la stabilità necessaria per un appoggio corretto.
Soluzione che non deve intendersi solo per runner iperpronatori, ma che può benissimo essere sfruttata anche dai runner neutri senza che questo possa portare a scompensi di alcun tipo.
Durata massima stimata: 7,5
Le Saucony Hurricane 24 sono sicuramente scarpe destinate a durare a lungo. Dopo 150km i segni di usura sia sul battistrada che sulla tomaia sono praticamente inesistenti e anche la risposta della scarpa in termini di comfort e ammortizzazione non è cambiata.
È un modello destinato anche alle uscite molto lunghe, pensando a distanze come la maratona ma anche superiori. Non ho dubbi che, nel mio caso, possano tranquillamente arrivare a correre 800km e, se usate con cura, spingersi anche oltre.
Ma Hurricane 24 è anche una scarpa pensata per quei podisti che pesano oltre gli 80 e i 90 chili, che quindi incideranno molto più negativamente sulla risposta delle mescole dell’intersuola, accorciandone sicuramente la durata.
Rapporto qualità/prezzo: 5,5
Saucony propone le Hurricane 24 a un prezzo di 180 euro, poco meno (dieci euro) rispetto a quanto fatto con le Triumph 22. Costo che le posiziona esattamente in quella che è la sua fascia di riferimento per il brand americano: medio-alta Hurricane 24 (scarpa stabile) e Triumph 22 (scarpa neutra), medio-bassa Guide 17 (scarpa stabile) e Ride 17 (scarpa neutra).
Vista la qualità e la quantità dei materiali utilizzati non poteva essere diversamente, anche se qualche decina di euro in meno (150 euro?) probabilmente avrebbero reso un rapporto qualità/prezzo migliore. Proprio a 150 euro, comunque, è già possibile trovarle in offerta su siti di rivenditori specializzati (guarda qui).
Voto finale e conclusioni: 6,9
Non abbiamo ancora parlato di ritmi, punto volutamente conservato solo per le conclusioni finali perché non ritengo sia una peculiarità di questo particolare modello.
SauconyHurricane 24
Hurricane 24 di Saucony è una scarpa di tipo Neutra pensata per chi corre su strada e cerca una calzatura dedicata alle uscite di tutti i giorni e ai lenti. L'intersuola è in PWRRUN PB e ha un'altez...
Sono due le caratteristiche fondamentali che contraddistinguono Hurricane 24: stabilità e ammortizzazione. Il livello di stabilità raggiunto da Hurricane 24 è decisamente avanzato: poco marcato, ma estremamente incisivo, fattore che la rende una scarpa adatta a qualsiasi tipologia di runner e non esclusivamente ai pronatori. La quantità e la qualità dei materiali utilizzati la rendono un modello estremamente piacevole da avere ai piedi, soprattutto per chi pesa di più, per chi non ha una corsa spinta in avampiede e per chi cerca una scarpa che lo possa accompagnare per tanti chilometri (anche in una singola uscita).
Saucony Hurricane 24 non è sicuramente una calzatura per chi vuole correre veloce. Lo dice il peso, lo dice il suo volume, lo dice la sua struttura. Una scarpa che si può provare a spingere, ma con la quale non avrebbe senso farlo. Un modello apprezzabile nelle uscite di lento, nei lunghi e lunghissimi domenicali, nelle corse di recupero, in tutte quelle occasioni in cui non è il ritmo a guidare l’allenamento. Il PWRRUN PB permette anche di sfruttarle per medi o uscite di fartlek? Sì, ma solo per quei runner che non corrono più veloci dei 5’00” al chilometro.