Chi conosce Kilian Jornet sa che difficilmente il fenomeno catalano di Sabadel avrebbe rinunciato a portare a termine Alpine Connections, il (suo) progetto concepito per collegare le 82 vette delle Alpi a più di quattromila metri dal livello del mare e comprenderne le reazioni fisiche e mentali.
Ebbene, Kilian Jornet i Burgada, 37 anni il prossimo 27 ottobre, ci è riuscito in 19 giorni utilizzando solo mezzi a propulsione umana. Già: correndo, camminando, pedalando e arrampicando come forse solo lui è in grado di fare. Un progetto che si è rivelato una sfida colossale per l’esposizione, la difficoltà tecnica e la concentrazione richiesti.
“Alpine Connections è stato incredibile – ha dichiarato al termine dell’impresa -. Credo sia una delle cose più impegnative che abbia mai fatto, sia dal punto di vista fisico e tecnico, sia da quello mentale. Dover rimanere in uno stato di concentrazione totale per 20 giorni richiede molta energia, ma è stato fantastico. Ricordo tutte le albe e i tramonti e tutti gli amici che mi hanno accompagnato in montagna, e sono molto felice e orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto nelle ultime tre settimane. Ora è il momento di riposare e di elaborare tutto quello che è successo, perché credo che mi ci vorrà del tempo per apprezzarlo appieno”. Lo crediamo anche noi caro Kilian.
Chi volesse rendersi meglio conto della portata dell’impresa può dare un’occhiata al profilo Strava di Kilian. E battergli le mani.
A questo punto diventa molto interessante capire che cosa è emerso da un punto di vista scientifico da questi 19 giorni trascorsi da un essere umano su e giù per l’intero Arco alpino.
I numeri dicono che le 82 cime +4.000m sono state raggiunte e collegate percorrendo 1.206,97 km in 267 ore, 45 minuti e 16 secondi, affrontando un dislivello complessivo di 75.344 metri.
Ecco come sono andate le ultime tre giornate di Alpine Connections.
Alpine Connections quattordicesima tappa: Monte Bianco 2
Kilian ha scalato alcune delle cime più tecniche e classiche delle Alpi. È stata una tappa lunga e impegnativa, in cui Jornet è rimasto concentrato per quasi 30 ore e ha raggiunto 16 nuove vette a 4000 metri.
La tappa è iniziata alle 4:45 del mattino con Mathéo Jacquemoud e Noa Barrau sulla Cresta del Diable, che Kilian ha descritto come una delle più belle salite che abbia mai fatto: altamente tecnica e visivamente stupenda. Questo percorso ha portato il team a superare la Corne du Diable (4.064 m), la Pointe Chaubert (4.074 m), la Pointe Médiane (4.097 m), la Pointe Carmen (4.109 m) e L’Isolée (4.114 m).
Da lì si sono spinti fino al Monte Bianco (4.808 m), la vetta più alta e probabilmente la più iconica delle Alpi. Prima di raggiungere il Monte Bianco, hanno scalato il Mont Blanc du Tacul (4.248 m) e il Mont Maudit (4.465 m). In seguito, hanno scalato il Dôme du Goûter (4.304 m) e l’Aiguille de Bionnassay (4.052 m), dove Mathéo e Noa hanno concluso la loro parte del viaggio.
Kilian ha proseguito in solitaria per la seconda parte della tappa, raggiungendo nuovamente la vetta del Monte Bianco sulla via del ritorno. È poi sceso attraverso la Cresta del Brouillard, che comprende il Monte Bianco di Courmayeur (4.748 m), il Picco Luigi Amedeo (4.467 m), il Mont Brouillard (4.069 m) e la Punta Baretti (4.013 m). “Il tramonto ammirato è un momento che non dimenticherò mai”, ha dichiarato Kilian.
Dopo 20 ore di scalata, lo spagnolo ha fatto una pausa di 4 ore al bivacco Eccles, aspettando condizioni migliori prima di affrontare alcuni tratti tecnici sul Grand Pilier d’Angle (4.243 m) e sull’Aiguille Blanche de Peuterey (4.112 m).
Kilian ha concluso la tappa tornando al Camping “La Sorgente” di Courmayeur, di proprietà dell’alpinista Matteo Pellin, che lo ha aiutato molto con la sua conoscenza della zona.
I numeri della tappa 14: 15 vette raggiunte percorrendo 47 km in 29:25’28” con un dislivello pari a 4.950 metri.
Alpine Connections quindicesima tappa: Gran Paradiso
Jornet ha raggiunto la vetta del Gran Paradiso (4.061 m), una cima situata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra Valle d’Aosta e Piemonte. Kilian è partito di buon mattino con Mathéo Jacquemoud e Vivien Bruchez, un’amica di lunga data con la quale ha condiviso numerose spedizioni e percorso alcuni tratti iconici delle montagne che sta attraversando nel suo progetto.
Dopo il tratto in bicicletta, Vivien, che si stava riprendendo da un infortunio, è partita e al gruppo si sono aggiunti il trail runner Henry Aymond e la campionessa mondiale di sci alpinismo Emily Harrop. Insieme, si sono messi a scalare la vetta numero 80 di questo viaggio, che hanno raggiunto in sole 4 ore. Questa cima era decisamente meno tecnica rispetto alle sezioni che Kilian ha incontrato nel massiccio del Monte Bianco qualche giorno fa, il che ha permesso una rapida salita e discesa. Al ritorno dalla salita, Kilian ha percorso 21 km per rientrare in Francia. Una volta arrivato in Val d’Isère, si è riposato per 7 ore.
I numeri della tappa: una sola vetta percorrendo 92,48 km (54,63 bici, 17,45 salita e 20,4 corsa) in 10 ore 4 minuti 35 secondi con un dislivello di 4.567 m.
Alpine Connections sedicesima tappa: gran finale
L’ultima tappa di Alpine Connections è iniziata la mattina presto in Val d’Isère, dove Kilian ha iniziato una lunga e ripida salita in bicicletta. Dopo 172 km e quasi 4.000 m di dislivello, è arrivato al Parco Nazionale degli Écrins.
Lì, Mathéo Jacquemoud e Benjamin Vedrines si sono uniti a lui per le ultime due vette del progetto. Mentre il sole tramontava sul massiccio degli Écrins, il team ha scalato il Dôme des Écrins e la Barre des Écrins (4.102 m). Sono arrivati alla base intorno alle 23:45, dove il team li stava aspettando!
Al suo arrivo Kilian è stato accolto dal team con una bella pizza.
I numeri dell’ultima tappa: 2 vette raggiunte percorrendo 196,67 km (172 in bici e 24,57 in arrampicata) in 14:04’57” con un dislivello pari a 6.120 metri.