Manca ormai pochissimo all’esordio dell’atletica ai Giochi parigini, la rappresentazione olimpica per eccellenza. Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi, Antonella Palmisano, Massimo Stano, Filippo Tortu, Lorenzo Patta e Fausto Desalu, sono i nomi che ci ricordano i fasti di Tokyo 2020, quando a sorpresa, per ben cinque volte, siamo saliti sul gradino più alto del podio con una medaglia d’oro al collo.
Emozioni che sarebbe bello rivivere, anche grazie al contributo di tanti altri azzurri che già agli ultimi Europei hanno tenuto alto l’onore del tricolore: Yeman Crippa nella maratona, Nadia Battocletti nei 5000 e 10.000 metri, Lorenzo Simonelli negli ostacoli, Leonardo Fabbri nel getto del peso, Mattia Furlani nel salto in lungo.
A rendere tutto più complicato saranno, però, schierati in ogni disciplina gli atleti più forti al mondo (saranno un totale di 1810 gli atleti che gareggeranno nell’atletica a Parigi, 905 donne e 905 uomini). Eliud Kipchoge proverà a vincere la sua terza olimpiade in maratona, seguito dal suo eterno rivale Kenesisa Bekele. Noah Lyles punterà alla doppietta della velocità. Mondo Duplantis cercherà un nuovo record mondiale e la seconda medaglia olimpica.
Ma a dispetto di tutti questi grandi professionisti che si sfideranno per essere il migliore, sarà presente anche un piccolo gruppo di atleti per i quali essere alle Olimpiadi rappresenta già il traguardo di una vita.
Molti ricorderanno Samia Yussuf Omar, atleta somala scomparsa tragicamente nel 2012 nel Mediterraneo mentre cercava di arrivare in Italia su un barcone di migranti. Prima di allora, alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, Samia era balzata agli onori di tutte le cronache per aver gareggiato nelle batterie dei 200 metri ed essere arrivata ultima, distaccata di tantissimo rispetto alle sue avversarie.
Non è strano, durante le fasi di qualificazione dei Giochi Olimpici, trovarsi di fronte a casi come il suo, atleti che faticano (o proprio non hanno le capacità) di tenere testa ai più forti atleti al mondo, ma che comunque hanno avuto la possibilità di provarci.
Universality Places: cosa sono e come funzionano
Ciò è reso possibile dagli Universality Places, “posti universali” garantiti dal Comitato Olimpico a tutti quei Paesi che non hanno avuto atleti in grado di qualificarsi tramite i tempi minimi o il ranking, per permettere a chiunque di essere parte della massima manifestazione sportiva mondiale e garantire uguaglianza e pari opportunità, anche alle nazioni con delegazioni tradizionalmente piccole.
Il sistema di qualificazione alle Olimpiadi, infatti, prevede che un Paese che non abbia un atleta o una staffetta qualificata a livello maschile o femminile possa iscrivere il proprio atleta maschile o femminile meglio classificato nei 100 metri, negli 800 metri o nella maratona. Fino alle Olimpiadi del 2016, era consentito di iscrivere fino a due atleti (un uomo e una donna) come iscrizioni universali, ma a causa di una riduzione della quota complessiva dei posti destinati all’atletica dal 2020 in poi, la quota è stata modificata in un solo partecipante (il Comitato Olimpico Internazionale può, comunque, richiedere che World Athletics accetti un secondo posto per l’equilibrio di genere).
A Parigi 2024 la possibilità è stata offerta a tutti quei comitati olimpici nazionali che hanno partecipato con una media di otto atleti (o meno) ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e Tokyo 2020. Un totale di 93 nazioni così suddivise: 35 dall’Africa, 18 dalle Americhe, 17 dall’Asia, 14 dall’Oceania e 9 dall’Europa.
Tra di loro, però, ci Saranno anche atleti che hanno già fatto parlare di sé. È il caso, ad esempio, di Helalia Johannes, della Namibia, medaglia di bronzo ai Mondiali di Doha 2019 di maratona, o del campione del mondo U20 indonesiano dei 100 metri del 2018 Lalu Muhammad Zohri, o del maratoneta mongolo Ser-Od Bat-Ochir, che gareggerà alla Olimpiadi di Parigi per la sesta volta.
Quando Bat-ochir ha gareggiato alle sue prime due Olimpiadi nel 2004 e nel 2008, si era qualificato solo grazie agli Universality Places. Ma, successivamente, ai Giochi del 2012, 2016 e 2021, è riuscito a raggiungere gli standard di iscrizione, qualificandosi di diritto. Il 42enne, che detiene il record nazionale di 2h08’50”, cercherà di migliorare il suo 51° posto del 2012, suo miglior piazzamento ai Giochi Olimpici.