La Adizero Takumi Sen 10 rappresenta l’evoluzione delle scarpe racing per gare corte di Adidas. Potremmo definirla la sorella minore della Adizero Adios Pro 3, o forse meglio dire dire la sorella “più bassa”, dato che le tecnologie utilizzate per svilupparla sono praticamente le stesse, ma con 7mm di intersuola in meno nel tallone e nell’avampiede.
Un modello abbastanza estremo, che si adatta esclusivamente ad atleti leggeri, non oltre i 75kg di peso, con appoggio neutro, per allenamenti molto veloci o gare (dai 4’30” al chilometro in giù) non superiori ai 10 chilometri. Per tutti i runner un po’ pesanti e un po’ più lenti, meglio sicuramente optare per le Adios Pro 3.
Personalmente ho utilizzato le Takumi Sen 10 per correre due gare da 5K, una su asfalto e una prevalentemente su sterrato, oltre ad una gara in salita di 1000 metri su asfalto e un medio progressivo in pista. Queste le mie impressioni…
Battistrada: 6
Come in tutti gli ultimi modelli Adizero, il battistrada è in gomma Continental, con doppia composizione: la parte più interna, colorata, è in materiale morbido, quasi completamente liscia, senza le scanalature che avevo apprezzato nel modello precedente; la parte esterna presenta invece una finitura finissima a righe sottilissime che permette un ottimo grip, anche su superfici bagnate.
Ottimo su strada e asfalto, un po’ meno sullo sterrato, anche se va considerato che la Adizero Takumi Sen 10 non è un modello pensato per correre su pista bianca.
Da notare, lo spessore davvero minimo del battistrada, di circa 2 millimetri nella zona più interna e di un solo millimetro nella parte più esterna. Fattore che potrebbe influenzarne negativamente la durata.
Intersuola: 7
L’intersuola è in Lighstrike Pro con i classici EnergyRods (cinque bacchette in carbonio infuso con fibra di vetro, simili a quelle delle Boston 12) affogati all’interno della schiuma. L’altezza al tallone (dichiarata e incisa anche sull’intersuola) è di 33 millimetri e 27 millimetri nell’avampiede, per un drop abbastanza inusuale per Adidas di 6mm.
Rispetto alle Adios Pro 3 la mescola dell’intersuola è nettamente più morbida, dando alla scarpa una flessibilità, soprattutto torsionale, nettamente maggiore.
Tomaia: 8,5
La tomaia è costruita in mash sintetico, nettamente migliorato dal punto di vista del comfort rispetto al modello precedente. Essendo molto settile e leggero sono inseriti diversi rinforzi nelle zone sottoposte a maggior stress o di maggior consumo: nel puntale (per evitare che si buchi), nella zona mediale e sul tallone (per per dare maggiore stabilità.
La calzata è la standard di Adidas (attenzione perché le mezze-taglie non sono in “mezzi” ma in “terzi”, quindi meglio utilizzare i centimetri, ndr). Forse, per chi non ama le scarpe troppo strette, meglio valutare mezzo numero in più.
Sono molto soddisfatto dell’upgrade rispetto alla versione 9, guadagnando punti sia considerando la traspirabilità che nella calzata.
Upper: 6,5
Anche i lacci (e in questo caso devo dire purtroppo) sono i soliti dei modelli racing di Adidas, molto classici, fini e decisamente lunghi. Su scarpe da gara come queste, avrei preferito una soluzione zigrinata come quelle adottate da altri brand (vedi Nike Vaporlfy o Diadora Gara carbon), anche se devo dire sotto questo aspetto non ho sofferto particolarmente e non si sono mai slacciate (con doppio nodo).
La linguetta, ovviamente, è di tipo racing, non cucita alla tomaia e con un cuscinetto protettivo sulla parte superiore del collo del piede. Motivo per quale ai lati tende ad arricciarsi stringendo forte i lacci, fattore fastidioso nei momenti concitati del pre-gara.
La zona del tallone è sprovvista di qualsiasi rinforzo e della conchiglia (al di là del tape esterno che copre una cucitura e prosegue fino alla zone posteriore sul tendine di Achille). Nella parte interna, attorno al malleolo, sono presenti dei cuscinetti in schiuma per evitare fastidiose infiammazioni da sfregamento, Infine, è presente una piccola linguetta posteriore in finta pelle per aiutare durante la calzata.
Peso: 6,5
Il peso è decisamente leggero: 205 grammi nella mia misura US9,5 (201gr quelli dichiarati da Adidas), circa 20 grammi in meno della Adios Pro 3. Anche se mi sarei aspettato una differenza maggiore, considerando i 7 mm in meno nell’altezza dell’intersuola.
Ritorno di energia: 5
Probabilmente il ritorno di energia è quello in cui pecca maggiormente la Adizero Takumi Sen 10. Mi sarei immaginato una scarpa più agile in curva e nei cambi di ritmo, ma così non è stato. La mescola è decisamente più morbida rispetto alla Adios Pro 3 e anche gli EnergyRods non riescono a dare quella stabilità necessaria per una grande risposta quando è il momento di spingere più forte.
AdidasAdizero Takumi Sen 10
Adidas Adizero Takumi Sen 10 ha un'intersuola in Lightstrike Pro e una piastra in Energy Rods. È una scarpa veloce adatta alle gare, che può essere anche utilizzata per gli allenamenti di qualità. ...
Comfort: 6,5
La calzata è davvero comoda, molto fasciante ma senza costringere il piede. La mescola, come già detto in precedenza, è molto morbida e fin dalla prima calzata, camminando, mette il piede a suo agio. Durante la corsa, invece, la sensazione cambia: la schiuma si schiaccia, diventando troppo bassa, facendo sentire molto l’asfalto.
Durata massima stimata: 5
Lo spessore del battistrada molto contenuto già consumato dopo poche uscite, la tomaia decisamente leggera e traspirante, l’intersuola così morbida e bassa mi fanno pensare che questa Takumi Sen 10 possa avere una durata non troppo lunga. Stimo in 300 il limite massimo di chilometri per poterle utilizzare al 100% del loro potenziale.
Rapporto qualità/prezzo: 7
Il prezzo è molto interessante: 200 euro di listino, ma si possono già trovare anche a meno (guarda la sezione scarpe di The Running Club). Un risparmio di 50 euro rispetto al modello top di gamma di Adidas, la Adios Pro 3. Un costo da valutare, soprattutto per quegli atleti in grado di sfruttarne al massimo le potenzialità.
Voto finale: 6,5
La Adidas Adizero Takumi Sen 10 nasce come scarpa da gare per le distanze più corte. Avendola provata in diverse occasioni, mi sento però di consigliarla più come scarpa da allenamenti veloci e qualificanti (ripetute, medi, variazioni di ritmo), e affiancarla a una Adizero Adios Pro 3 per le gare.
Quello che mi ha sorpreso in positivo è il feeling immediato che è in grado di regalare, sensazione che non provavo da qualche stagione con nessun altro modello dopo le Saucony Kinvara 10. La mescola troppo morbida e gli EnergyRods meno performanti, la rendono, però, allo stesso tempo un po’ troppo poco reattiva e instabile.
Molto interessante il prezzo, decisamente contenuto rispetto ai modelli top di gamma di altri marchi come Vaporlfydi Nike o la stessa Adios Pro 3 di Adidas. Da considerare anche la durata, che potrebbe essere inferiore alle aspettative.