Era già primatista italiana di 3.000 metri piani indoor e 5.000 metri in pista, 5K e 10K su strada, ma Nadia Battocletti ha deciso di fare suo anche il record dei 10.000 metri piani proprio ai Campionati Europei di Atletica Leggera di Roma 2024 dopo una gara esemplare, tagliando il traguardo in prima posizione in 30’51″32.
Una medaglia d’oro mai in discussione. Chi conosce Nadia e la sua corsa sapeva fin dal primo metro come sarebbe andata e finita. La campionessa trentina ha lasciato che fosse la slovena Klara Lukan a impostare il ritmo, limitandosi a controllare in seconda posizione; ha sfoltito il gruppo (la britannica Eilish McColgan per prima), ha intensificato l’azione nella seconda parte di gara prendendone la testa, accelerando ulteriormente negli ultimi due giri e andando a trionfare in solitaria, con un distacco abissale (ultimo chilometro in 2’53″54).
Le altre ci hanno provato, ma si sono dovute accontentare: argento all’olandese Jan Van Es (30’57”24), bronzo alla britannica Megan Keith (31’04”77). Peccato per il quarto posto dell’altra azzurra, Federica Del Buono (31’25″41) per quasi tutta la gara nella scia della Battocletti e del sesto di Elisa Palmero (31’38″45).
Nadia Battocletti ha superato dopo 24 anni il record italiano di 31’05″57 della compianta Maura Viceconte. Ma non basta. Nadia, infatti, è anche la prima azzurra a siglare la doppietta 5.000-10.000 ai Campionati Europei di Atletica Leggera e la quarta in Europa dopo Sonia O’Sullivan, Elvan Abeylegesse e Yasemin Can. Come lei, in campo maschile, c’erano riusciti solo Pietro Mennea (100 e 200) e Totò Antibo (5.000 e 10.000).
Nadia Battocletti e la storica doppietta ai Campionati Europei di Atletica di Roma 2024
“È stata un’altra serata d’oro. Mi sono divertita davvero tanto. Se l’approccio dei 5.000 era stato molto più aggressivo, perché volevo qualcosa, qui invece mi sono ripromessa di divertirmi e dare il 100%. Poi davanti a tutti i tifosi che ci sono in questo stadio è stata una meraviglia – ha detto Nadia Battocletti ai microfoni Rai appena terminata la gara -. Penso di aver fatto un grande salto di qualità dopo Budapest. Come ho sempre detto, si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie. A Budapest ho preso una bella mazzata e ho cominciato a costruirmi passo dopo passo, gara dopo gara, finché sono arrivata nell’ultimo mese in cui ho capito che senza sacrifici non si raggiunge nulla”.
“Bisogna imparare a mettersi nella mentalità dei campioni che vediamo in pista, delle atlete che fanno tre volte i 1500, di chi fa la maratona, gli 800 in una settimana – ha concluso Nadia -. Dopo il 5.000 sono stata piena di malanni, quindi devo ringraziare lo staff medico della Federazione che mi è stato vicino e mi ha permesso di essere pronta per la partenza a tempo di record. E adesso pensiamo a Parigi: questi risultati mi sono serviti per darmi quello sprint in più e quella carica aggiuntiva per sacrificarmi e riuscirmi ad allenare ancor di più”. Sognare non costa nulla e noi abbiamo già iniziato…