Sta facendo il giro del mondo il “ciao ciao” che Pietro Riva ha destinato al suo diretto avversario nel finale di gara della mezza maratona ai Campionati Europei di Atletica Leggera di Roma 2024 (vedi video qui sotto). Un gesto che sta dividendo il mondo di appassionati e addetti ai lavori, tra chi minimizza e lo reputa una cosa da nulla e chi invece lo considera un gesto da condannare. Noi non siamo qui per giudicare, anche perché non conosciamo le vere motivazioni che hanno spinto Pietro a quel “saluto”.
I giudici di gara hanno però ritenuto antisportivo il gesto di Pietro Riva e gli hanno comunicato, dopo l’arrivo, un’ammonizione. Un “cartellino giallo”, come avviene nel calcio e in tante altre discipline sportive. E la somma di un secondo cartellino giallo al primo, porta alla squalifica.
Ma come funzionano le ammonizioni nell’atletica? Chi è appassionato e segue l’atletica leggera, è abituato a vedere “sventolare cartellini” principalmente in due occasioni: o ai blocchi di partenza, soprattutto nelle gare sprint, in cui il millesimo di secondo diventa decisivo causando movimenti anticipati rispetto allo sparo; o nelle gare di marcia, dove spesso gli atleti vengono richiamati e fermati dai giudici per “ragioni tecniche” di non correttezza del gesto atletico (blocco del ginocchio e stacco dei piedi da terra in primis).
In realtà, ci sono tanti altri casi in cui un’ammonizione può essere decisa da un giudice (guarda qui il Regolamento Tecnico Internazionale), normalmente per situazioni legate a “comportamenti inappropriati” e alla “non sportività”, come nel caso di Pietro Riva. Una delle occasioni più comuni è durante le gare di mezzo fondo, quando gli atleti corrono ravvicinati, in gruppo, e (chi ha praticato atletica lo sa bene) si sgomita per mantenere o guadagnare la posizione. Non è raro che i giudici reputino irregolare il comportamento di chi alza o allarga troppo i gomiti o colpisca gli avversari per danneggiarli.
Ammonizione e squalifiche possono essere assegnate dai giudici anche per rifornimenti irregolari, ad esempio nelle gare di fondo su strada, o nel caotico momento di cambio nelle staffette 4×400, quando è facile sbagliare l’ordine di partenza o ostacolare (volontariamente o meno) gli avversari con i quali ci si trova spalla a spalla.
Nel caso di discipline che si svolgono singolarmente, come salti o lanci, l’ammonizione può essere decisa per un cambio d’ordine del proprio turno di gara, o semplicemente per aver abbandonato l’area di svolgimento senza il permesso e il consenso del giudice. Ma anche per aver ricevuto direttamente assistenza dal proprio allenatore (o da terzi) direttamente sul campo di gara.
Tante occasioni e tanti momenti che possono essere sanzionati in modo più o meno severo, in base alla gravità del gesto. E che, se sommati a un secondo cartellino giallo, possono portare alla squalifica: se succede nella stessa gara (ad esempio una doppio movimento anticipato sui blocchi di partenza, un secondo o terzo richiamo nella marcia, un doppia ammonizione in una gara di corsa) l’atleta viene subito fermato e squalificato (o a posteriore se la decisione avviene dopo il traguardo); nel caso in cui la seconda ammonizione avvenga nel corso di una manifestazione o un meeting, come i Campionati Europei, la squalifica ha effetto solo per la gara in cui è stata assegnato il secondo cartellino giallo.
Nel caso specifico di Pietro Riva, che mercoledì sarà impegnato nei 10.000m, una seconda ammonizione porterebbe alla squalifica solo in quella gara. Ma, conoscendolo, sappiamo bene che questo non accadrà.