Ancora Italia! Ancora Yeman Crippa! La 21km capitolina dei Campionati Europei di Atletica Leggera brilla d’azzurro e si decide negli ultimi metri con l’allungo decisivo dell’italiano che vince in volata in 61’03” seguito dal compagno Pietro Riva (61’04”) che brucia il tedesco Petros sul rettilineo finale.
Che gara e che squadra, quella azzurra. Una corsa da seguire dal primo all’ultimo metro, ma che trova come unici spettatori tra le strade romane i monumenti della Capitale: Altare della Patria, Piazza Venezia, Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Navona, Castel Sant’Angelo, Lungotevere, fino al Foro Italico e l’Olimpico.
Sei gli italiani al via: il primatista Yeman Crippa, Pietro Riva, Yohanes Chiappinelli, Iliass Aouani, Eyob Faniel, Pasquale Selvarolo. Cielo coperto e clima non caldissimo, ma umido.
Azzurri subito protagonisti nelle prime posizioni con Chiappinelli che prende la testa della corsa e detta il ritmo nella prima parte di gara, 14’34” il passaggio ai 5km. Voglia di rivalsa per l’azzurro che sognava un posto alle Olimpiadi parigine. A metà gara ancora “Yoghi” Chiappinelli a tirare, 29’10”, seguito tra gli altri da Crippa, Riva, Faniel e Selvarolo.
Al 14km la prima azione è dell’israeliano Maru Teferi che provoca una prima selezione. Crippa e il tedesco Amanal Petros sono i primi a rispondere e al passaggio del 15km (43’41”) rimangano in sei: i due tedeschi Petros e Sibathu, Teferi, Crippa, Riva e Selvarolo, leggermente attardato.
Ma è Yeman Crippa a prendere in mano le redini della gara e a provare a fare selezione: accelerata decisa intorno al 17km che allunga le fila, ma che non basta. Selvarolo cede, Riva e Teferi si staccano di una ventina di metri, ma poi riescono a rientrare quando Yeman rallenta leggermente per rifiatare, in attesa dell’attacco finale.
Attacco che arriva puntuale prima del passaggio nel tunnel che porta all’ingresso dello stadio Olimpico. Nuova accelerata dell’azzurro, con il solo Amanal Petros a resistergli, ma una volta entrati sul tartan non ce n’è per nessuno.
Il boato del (pochissimo) pubblico presente dà la carica decisa a Yeman che allunga e passo dopo passo diventa imprendibile. Il tedesco Petros incespica sul cordolo, si scompone, perde concentrazione e alle sue spalle arriva come un treno Pietro Riva, che lo affianca e lo supera (“ciao ciao” fa con la mano), mentre Yeman Crippa lo guarda sullo schermo gigante e sorride tagliando il traguardo. Primo (1h01’03”) e secondo (1h01’04”). Oro e argento. Yeman Crippa e Pietro Riva. L’Italia c’è.
Per Yeman Crippa un altro titolo continentale, dopo quello di due anni fa a Monaco nei 10.000. Per l’Italia anche l’oro a squadre grazie al decisivo sesto posto di Pasquale Selvarolo (1h01’27”) davanti a Israele e e Germania. Più dietro gli altri azzurri: Eyob Faniel ottavo (1h01’29”), Yohanes Chiappinelli decimo (1h01’42”), Daniele Meucci ventisettesimo (1h03’45”).
Mi permetto una breve riflessione. Non è un caso, a mio parere, che l’atletica azzurra stia vivendo un periodo così florido, soprattutto nella corsa. Yeman Crippa, Marcell Jacobs, Nadia Battocletti in questi anni hanno rilanciato specialità che non ci vedevano primeggiare da decenni. Hanno (ri)aperto la strada, facendo qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. Ci hanno creduto e hanno vinto. Convincendo. Hanno fatto a credere a chi stava dietro di loro che tutto è possibile. Non è un caso vedere al loro fianco atleti come Chituru Ali e Pietro Riva. E non sarà un caso vedere tanti altri azzurri provarci. Troppo spesso si sente dire che “gli altri” sono di un altro livello. Eppure, piano piano, metri e centimetri, secondi e minuti si stanno riducendo. Loro ci credono. Perché noi (voi) no?