Cosa c’è di più bello che ascoltare il primatista italiano dei quarantadue chilometri raccontare la sua passione per la corsa e come si è scoperto maratoneta? Ovviamente vederlo correre… ma per questo ci sarà tempo e modo, tra qualche settimana, alle prossime Olimpiadi di Parigi.
Naturalmente stiamo parlando di Yeman Crippa, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi in occasione degli Outdoor and Running Business Days, fiera di settore che si svolge ormai da dieci anni a Riva del Garda. Con lui abbiamo scambiato qualche battuta (che potete vedere e ascoltare sulla pagina Instagram e Facebook di The Running Club) prima che partisse per una corsa allenamento con una cinquantina di fortunati runner.
Qui di seguito, invece, trovate un estratto di quello che ha raccontato allo stand Adidas della sua esperienza in maratona e di ciò che lo aspetta alle prossime olimpiadi.
“È l’imprevisto a rendere la maratona la gara più emozionante di ogni altra corsa”
Yeman Crippa
Questa citazione è una dichiarazione rilasciata qualche settimana fa proprio da Yeman Crippa dopo aver realizzato il novo primato italiano dei 42 chilometri, che sintetizza perfettamente l’essenza della maratona. Che lui ha sperimentato direttamente sulla propria pelle.
“Quando ho deciso di affrontare la maratona per la prima volta, a Milano lo scorso anno, avevamo programmato tutto nei minimi dettagli – ha raccontato Yeman -. Abbiamo scelto con cura un percorso di casa anche per avere il tifo e il supporto del pubblico, abbiamo studiato un percorso he potesse aiutarmi ad essere più veloce. Durante gli allenamenti abbiamo finalizzato ogni seduta per arrivare al massimo della forma sulla linea di partenza, abbiamo provato gel e integratori più e più volte per non rischiare di incorrere in qualche imprevisto durante la gara. Eppure non è bastato. Qualcosa è andato storto e il mio stomaco si è ribellato. Capita, non ci puoi fare niente. Ma l’importante è non arrendersi. Anche se avevo capito che ormai il record italiano non sarebbe stato più possibile, ho cercato di gestire la situazione e dare il meglio che potessi anche di fronte alla difficoltà e ho raggiunto il traguardo soddisfatto di quello che avevo fatto”.
Un insegnamento che è servito poi per la preparazione alle sfide successive.
“Dopo la prima maratona ho ripensato tanto a quanto era successo e ne ho fatto tesoro. Ho capito che anche in allenamento non bisogna stressarsi al massimo, ma imparare a gestirsi come quando si è in gara. La maratona non sono solo i quarantadue chilometri di gara, ma tutto il viaggio che ti porta prima alla linea di partenza e al traguardo poi. E se la prima preparazione era stata bella, la seconda, con tutta l’esperienza sulle spalle, lo è stata ancora di più”.
A Siviglia, lo scorso febbraio, Yeman Crippa al secondo tentativo ha realizzato il primato italiano di maratona in 2 ore 6 minuti e 2 secondi.
“L’obiettivo a Siviglia naturalmente era provare a fare il record italiano, ma cosa più importante era realizzare il minimo olimpico. Sapevo di valere intorno alle due ore e cinque o due ore e sei (minuti) ma in gara con me c’erano altri due azzurri, Daniele Meucci ed Eyob Faniel, che battendomi mi avrebbero superato in graduatoria. Quindi sono stato molto combattuto su come affrontare la gara. Insieme al mio allenatore abbiamo deciso di partire in modo controllato, facendo gara sui miei due compagni e cercando di raggiungere il minimo per le Olimpiadi. Poi dal 35mo chilometro mi sentivo talmente bene e tutto stava andando per il meglio che ho fatto una bella progressione realizzando anche il primato italiano”.
Ma, ad oggi quanto può valere Yeman Crippa in maratona?
“Ogni preparazione serve poi per valutare anche il proprio stato di forma, ma ad oggi credo di valere almeno 2 ore e 5 minuti. Che sarà il risultato che proverò a raggiungere nella prossima. Non quella olimpica naturalmente.”
Si, perché le medaglie alle Olimpiadi si giocano in un modo diverso, normalmente con una gara più tattica che veloce e su percorso studiati per lo spettacolo e non per la velocità. Ma Yeman Crippa questo lo sa bene e ha già un’idea di come affrontarla…
“In questo periodo ho abbandonato gli allenamenti in vista della maratona, portando il chilometraggio settimanale dai 190km intorno ai 120/130km, perché il prossimo obiettivo saranno diecimila e mezza ai Campionati Europei di Roma. Arrivo poi da una preparazione in Kenya e dal primato italiano nei 10km su strada (27’08”, nda) che mi hanno cambiato mentalmente in modo radicale. Fino a poco tempo fa, non dico che partivo già battuto, ma quando gareggiavo con qualcuno che sapevo essere più forte di me avevo una sorta di timore reverenziale e rimanevo qualche passo indietro fin da subito. Adesso invece ho fatto uno scatto, di testa, grazie al quale cerco di giocarmela sempre, come è successo in Germania qualche settimana fa. Parlando con il mio allenatore avevamo valutato di valere intorno ai 27’30”, il resto è venuto fuori in gara, rimanendo agganciato ai primi e provando anche a vincere”.
Una nuova mentalità che sarà poi importante anche in maratona.
“Nei giorni scorsi sono stato a Parigi per visionare il percorso dei 42 chilometri delle Olimpiadi perché in molti hanno detto che è molto tecnico e duro. Non è stato semplice seguire il tracciato con il traffico cittadino, ma la cosa più importante è stata verificare i punti più difficili come le salite. Già dal 25/26km la pendenza inizia ad aumentare fino ad arrivare ad una salita di 700 metri al 12/13% intorno al 28km, seguita da una lunga discesa. È stato importante verificare di persona questi tratti, sia per impostare la tattica di gara sia gli allenamenti e capire come reagisce il fisico affrontando una salita impegnativa seguita da una discesa veloce, con poi ancora 10km da correre. Non so se questa sia una tipologia di percorso che si addice alle mie caratteristiche, ma so che, prepararmi in maniera specifica per affrontare anche quella parte di percorso al meglio, può servirmi a ridurre il gap che mi separa dai più forti. Io cercherò di arrivare il più pronto possibile all’appuntamento dando il massimo e sarò pronto a giocarmi le mie carte se qualcun altro dovesse subire maggiormente le asperità lungo il percorso”.
Quali scarpe saranno ai piedi di Yeman Crippa alla maratona Olimpica di Parigi? Naturalmente le Adizero Adios Pro Evo 1…
“Le ho già usate anche a Siviglia. Come anche le Adios Pro 3 e le Pro 2 sono scarpe molto performanti, ma la cosa che le contraddistingue sono la facilità con la quale ti permettono di assorbire gli allenamenti più pesanti e le gare, permettendoti di recuperare più velocemente. Se fino a qualche anno fa per recuperare una maratona ci voleva anche un mese, oggi dopo solo qualche giorno di riposo è possibile ricominciare con allenamenti di qualità, senza perdere preziose settimane di preparazione”.
“La maratona è qualcosa di veramente straordinario, che prima o poi dovrebbe provare ogni runner”
Yeman Crippa
Nonostante tutto, gli obiettivi olimpici e i record nazionali e internazionali, Yeman Crippa in fondo si sente un maratoneta dentro, come ogni runner amatore.
“Dopo aver corso la maratona, non posso far altro che invitare tutti gli appassionati di running a provarla – ha concluso ai microfoni di The Running Club, Yeman Crippa -. Per me è stata una vera scoperta. Vivere tutta la preparazione, l’emozione della partenza, la gara… è qualcosa di veramente straordinario, che non mi era mai successo con nessun’altra distanza. Mi ricordo lo scorso anno, dopo la maratona di Milano, già il giorno dopo mi sentivo in crisi, senza più un vero obiettivo a cui pensare. Solo più tardi ho scoperto che è una vera e propria crisi, mentale e fisica, che assale tutti i maratoneti e che li spinge nuovamente a ripresentarsi sul traguardo. Per cui provateci e sicuramente non ve ne pentirete”. Parola di Yeman Crippa.