Sempre più spesso capita di leggere commenti ad articoli e discussioni riguardo l’applicazione del regolamento di corse e manifestazioni agli atleti amatori. Il runner amatore, non essendo in lotta per un podio o una posizione di prestigio, si sente “libero” di interpretare il regolamento della federazione e applicarlo in base alle necessità, ad esempio per quel che può riguardare le regole sulle scarpe in gara, la divisa, l’assistenza, fino arrivare ad essere borderline anche per quel che riguarda le regole sull’uso dei farmaci.
Qualche anno fa la Fidal aveva anche emanato una modifica al Regolamento Tecnico Internazionale, proprio per dividere alcune casistiche comportamentali tra atleti d’élite e amatori. Ma quando ci si iscrive a una manifestazione (e soprattutto ad una federazione) è importante conoscere quali siano le regole in vigore che valgono sempre e comunque per tutti, onde evitare di incorrere in spiacevoli ammende o squalifiche, come capitato ad un runner statunitense, vincitore della Orange County Marathon, in California, in 2h24’54”.
Esteban Prado non ha fatto nulla di particolare (oltre a tagliare per primo il traguardo di gara): durante la sua corsa è stato assistito in bicicletta dal padre che, di tanto in tanto, gli ha passato una borraccia per dissetarsi. Scoprendo, però, solo a posteriori (per sua negligenza) che secondo il regolamento della federazione statunitense, USATF, quell’assistenza non era consentita.
La regola 144 della USATF, infatti, prevede che gli atleti non possano ricevere supporto esterno da spettatori e personale non autorizzato e al di fuori degli spazi destinati al ristoro previsti dagli organizzatori, oltre a non poter ricevere assistenza da terzi che possano aiutare nel mantenimento del ritmo e aggiornare su quanto avviene alle loro spalle.
Per questo, dopo aver tagliato il traguardo, Esteban Prado ha ricevuto la squalifica da parte dei giudici di gara, che hanno poi assegnato la vittoria al secondo arrivato, Jason Yang che ha concluso la gara in 2h25’11”.
Esteban Prado si è giustificato con i giudici e gli organizzatori sostenendo che non era a conoscenza di quelle regole e che al suo passaggio gli addetti ai ristori non erano sempre pronti a dare la dovuta assistenza con acqua e borracce. Ma, purtroppo (per lui), la legge non ammette ignoranza…