E’ l’ultima arrivata tra le super shoes presenti sul mercato, annunciata a inizio febbraio in occasione dei trials americani. A differenza del modello Cielo, scarpa pensata per le corse più brevi, Cielo X1 è una scarpa pensata per le maratone e in casa Hoka rappresenta la vera erede della serie Carbon X.
Piastra in carbonio a tutta lunghezza, quote molto spinte dell’intersuola e un design early-stage meta rocker che porta in modo naturale a spostare la corsa su mesopiede e avampiede: sono tutte caratteristiche che fanno di Cielo X1 una scarpa ideale per le lunghe distanze in gara.
Nella gamma Hoka questo modello affianca la Rocket X2, sul mercato dal mese di maggio 2023. Quest’ultima è più leggera e minimalista, ideale per distanze sino alla mezza maratona anche se per gli atleti più leggeri e reattivi può essere utilizzata anche in maratona. Cielo X1 si difende sulle distanze più brevi, ma è nei 42km della distanza regina che trova la sua distanza di riferimento.
Battistrada: 8
Per Cielo X1 Hoka ha scelto una copertura pressoché completa del battistrada con gomma dura, lasciando l’intersuola esposta solo per alcune aree della parte posteriore che difficilmente verranno a contatto con il terreno.
Sono presenti tre evidenti aperture, una nella parte anteriore, una in quella mediale e l’ultima all’altezza del tallone, che lasciano esposta la piastra in carbonio: due hanno una forma che difficilmente porterà dei sassi ad incastrarsi all’interno, mentre la terza è più a rischio.
Il grip è molto buono: l’ho provato su asfalto bagnato senza registrare alcun tipo di problema e anche sulla ghiaia delle piste ciclabili non ho sperimentato slittamenti imprevisti. La gomma utilizzata ha una durezza superiore a quella di Rocket X2, cosa che lascia pensare ad una percorrenza massima superiore. E’ soprattutto meno “plasticosa” di quella che abbiamo trovato sulle Rocket X2, che tendeva a scivolare molto su asfalto bagnato.
La base di Cielo X1 è più larga, tanto in avampiede come nel tallone, rispetto a quella di Rocket X2: questo conferisce maggiore stabilità, utile sia a chi non avesse un appoggio perfettamente neutro sia a stabilizzare l’impatto dell’intersuola molto spessa.
Intersuola: 8
Le quote sono quelle delle maxi shoes, con un’altezza nel tallone di 39mm e di 32mm nell’avampiede: il drop è quindi di 7mm. Quote leggermente diverse da Rocket X2, che presenta un’altezza al posteriore di 36mm, di 31mm all’anteriore per un drop di 5mm.
La mescola è, al pari di Rocket X2, in Peba con una piastra in fibra di carbonio a tutta lunghezza che è ben visibile sia per le due aperture nella parte del battistrada sia in tre piccole aperture laterali. La mescola è a doppia densità: lo strato superiore è leggermente più morbido rispetto a quello inferiore, ma la differenza misurata con il durometro A è molto contenuta.
La geometria vede un rocker più pronunciato rispetto alla Rocket X2: l’attacco della curvatura anteriore avviene ancora più verso il mesopiede, fornendo una netta sensazione di spinta in avanti anche per chi non corre di avampiede in modo naturale. La sensazione è che Hoka abbia voluto in questo modo in parte compensare il superiore drop di Cielo X1 rispetto a quello di Rocket X2, mantenendo un approccio aggressivo alla falcata che porti a spingere in modo naturale.
La mescola al piede risulta più dura donando più sostegno: l’idea è quella di una mescola che non si comprima più di tanto e che la spinta sia data più dal rocker che dal sistema mescola-piastra.
Tomaia: 7
La tomaia ha una costruzione in tessuto, priva di particolari punti di rinforzo che non siano quelli del logo Hoka sul lato esterno. Il mesh ha un design e una consistenza molto belli.
La calzata è moderatamente stretta così come deve essere per una scarpa da gara e consiglio l’utilizzo del vostro numero tipico. Nella parte anteriore comunque il tessuto è bello spesso e rende la tomaia strutturata: non credo che ci saranno problemi in termini di durata.
Upper: 5
I lacci di Cielo X1 sono forse tra i più brutti e meno efficienti che ci sia mai capitato di allacciare: un tessuto piatto che ricorda una striscia catarifrangente e che si è dimostrata essere tutt’altro che funzionale. La colpa di tutto questo non è tanto nella forma quanto nel materiale utilizzato, che scorre con molta fatica tra gli occhielli e non rendere l’allacciatura qualcosa di pratico. Se non legata forte e con doppio nodo, tende a slacciarsi molto facilmente
La linguetta è una maglia in blocco unico, fissata a entrambi i lati della tomaia: avvolge il piede come un calzino e si è rivelata molto scomoda da posizionare una volta che la scarpa viene indossata, anche se tende a restare ferma in posizione una volta allacciate le stringhe. Una fettuccia montata nella parte superiore facilità l’inserimento del piede nella scarpa aiutando a posizionare la linguetta al meglio. Dopo più di 100 km non ho ancora capito come si deve posizionare, in più il poco tessuto che c’è non protegge il collo del piede, i lacci quando sono ben serrati fanno pressione e infiammano la zona.
Il tallone ha una conchiglia piuttosto morbida, ma presente rispetto a quella inesistente di Rocket X2; è presente una leggera imbottitura all’interno che fornisce un leggero comfort addizionale fermo restando che si tratta di una scarpa pensata per le gare.
Peso: 6
E’ uno dei tasti dolenti di questa scarpa, in quanto si posiziona tra quelle più pesanti presenti sul mercato con piastra in fibra di carbonio. Nel numero US8 (EU41) tocca i 235 grammi, contro un peso di 204 grammi delle Hoka Rocket X2 e valori compresi tra 200 e 220 grammi per le corrispondenti soluzioni concorrenti. Il prezzo da pagare per una piastra in carbonio a tutta lunghezza e per l’elevatissima quantità di mescola presente lungo tutta l’intersuola.
Comfort: 7,5
La presenza di tantissima intersuola in Peba, molto morbida e reattiva, rende Cielo X1 una scarpa indubbiamente molto spinta, ma al contempo anche confortevole nelle uscite di lunga distanza. E’ una macina chilometri a tutti gli effetti, in grado di ben supportare tanto in allenamento come in gara sino alla maratona: mi azzarderei a spingermi anche sulle distanze della ultra con questa scarpa, ovviamente su strada.
La tomaia e il tallone sono decisamente minimalisti ma questo non impatta in misura sensibile sul comfort di corsa: per essere una scarpa da gara Cielo X1 è comoda, sicuramente ben più di quello che è Rocket X2 in quanto quest’ultima è calzatura ancora più spinta pensata per distanze sino alla mezza maratona.
Ritorno di energia: 7
Intersuola, tanta e in Peba; piastra in fibra di carbonio a tutta lunghezza; design early-stage meta rocker. Sono questi i 3 elementi che caratterizzano Hoka Cielo X1 e che la rendono una scarpa che fornisce un elevato ritorno di energia. Quando la si porta alla propria velocità di riferimento la sensazione che si prova è quella di un treno in movimento, che una volta lanciato prosegue al suo ritmo incessabile senza dover spingere particolarmente.
In questo è una scarpa ideale per la maratona, distanza nella quale è fondamentale cercare il connubio tra intensità dello sforzo e preservare le energie il più possibile. La sensazione è però che sia la forma rocker ad aiutare di più nella spinta, con l’abbinamento tra intersuola e piastra a fornire più protezione che reattività.
Durata massima stimata: 8
Hoka Cielo X1 è una scarpa pensata per le gare, pertanto la durata prevista per le massime prestazioni difficilmente potrà spingersi oltre i 300km che sono un riferimento per le scarpe racing con piastra in carbonio. In seguito troveranno una seconda vita come scarpe da allenamento, tanto su strada come su pista, per i lavori di qualità.
Detto questo, la costruzione della tomaia e il nuovo battistrada mi fanno ritenere che questi non saranno elementi soggetti ad un’usura precoce. La presenza di nuova gomma rispetto a quella adottata in Rocket X2 non solo assicura un grip migliore sul bagnato ma lascia prevedere una durata superiore.
Rapporto qualità-prezzo: 5
Il prezzo Hoka ufficiale è di 275 euro, contro i 250 euro delle Rocket X2: si tratta di un prezzo elevato ma che non tocca i vertici di modelli concorrenti dotati di piastra in carbonio e intersuola premium pensati per le gare.
Il rapporto tra qualità e prezzo non è però un punto di forza di Cielo X1, quantomeno a questo listino: se osserviamo solo questo aspetto meglio, in casa Hoka, rivolgersi alla Rocket X2 che costa qualcosa meno e offre elevata velocità e comodità comparabile pur con una costruzione differente.
Voto finale: 6,8
Se dovessimo sintetizzarne le caratteristiche con una frase, sarebbe immediato dire che Hoka Cielo X1 è la scarpa per la maratona. Tantissima intersuola molto reattiva, una piastra in carbonio efficace e un design che porta in modo naturale a spingere lavorando di mesopiede e di avampiede, la rendono una scarpa che una volta lanciata a velocità accompagna quasi veleggiando.
Non è priva di difetti, il primo dei quali è il peso superiore a quello delle principali concorrenti. L’abbondante presenza di schiuma e la piastra a tutta lunghezza incidono su questo aspetto e si capisce perché Hoka sia intervenuta nel battistrada scavandone alcune zone così da limare in parte il peso. Non convince neppure l’upper: la linguetta racing non è delle più comode ma più di tutto sono le stringhe ad essere infelici nella fattura e nella praticità d’uso.
Per chi sono consigliate? Maratoneti che corrono la distanza tra i 5 minuti al chilometro e i 3’45’’ al chilometro, per i quali il peso leggermente superiore viene abbondantemente compensato dalla facilità di corsa e dalla reattività. Pensando agli allenamenti sono soluzioni ideali per i lavori più lunghi, anche a ritmi non elevati, nei quali si voglia avere ai piedi una scarpa reattiva che grazie all’abbondante intersuola preservi la muscolatura con il passare dei chilometri.