Più di una volta mi è capitato di soffermarmi ad osservare runner amatori in contemplazione di un paio di super scarpe da corsa tenute tra le mani: immobili, pensierosi, con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava stessero esclamando, parafrasando, i versi dell’Amleto: “Usarle, o non usarle… questo è il dilemma”. Domanda da evitare in qualsiasi confronto tra runner, se non si desidera innescare una lunga discussione dalla quale non usciranno mai né vinti né vincitori.
Perché super mescole e piastre in fibra di carbonio (et similia) fin dalla loro nascita hanno portato con sé una lunga serie di strascichi e super polemiche: “Vanno bene solo per chi corre sotto tre minuti al chilometro”, “Le possono usare solo i podisti che hanno una postura corretta”, “Vanno centellinate nel loro utilizzo”, “Sono la gioia dei fisioterapisti”.
Vere o non vere, tutte queste prese di posizione possono essere confermate e smentite. Esistono talmente tante variabili che entrano in gioco nell’utilizzo di un paio di scarpe da corsa (anche nelle super), che è difficile poter dire che qualcosa faccia male (o bene) in assoluto per qualsiasi tipologia di runner.
La ricerca e lo sviluppo tecnologico e di nuovi materiali, in quasi dieci anni di evoluzione, hanno già trasformato quelli che erano i primi prototipi di super scarpe, quasi sempre ad uso esclusivo di atleti d’élite, a strumento che può essere ormai utilizzato anche dai runner amatori. Non è un segreto che anche i maggiori brand, come Nike o New Balance, stiano promuovendo i loro nuovi super modelli di scarpe da corsa come calzature super tecnologiche, progettate per raggiungere nuovi record, ma adatte anche a far sognare gli atleti meno evoluti. E noi di The Running Club lo sappiamo bene.
Tra i tanti modelli che abbiamo l’occasione di provare, più volte ci siamo trovati di fronte a scarpe di nicchia, costruite e utilizzabili solo da quei runner che sanno correre in un certo modo. Ma non è altrettanto raro imbattersi in modelli che, invece, potrebbero dare un vantaggio competitivo e dinamico anche a chi si sente un atleta più moderato, come già succede per le calzature più classiche.
Quello che è necessario imparare è saper decidere, valutare i pro e i contro. Per questo, in questo articolo, vogliamo darvi cinque buoni motivi per scegliere una scarpa con super mescola e piastra in fibra di carbonio e cinque motivi per non farlo. A voi la scelta…
5 buoni motivi per scegliere le super scarpe da corsa
1. Il ritorno di energia
Il primo motivo per scegliere una scarpa con super mescole è il vantaggio competitivo che è in grado di regalare. Non tanto quello di aumentare la velocità (quello è più una conseguenza), ma di ridurre l’affaticamento muscolare per garantire una migliore gestione delle energie e della muscolatura durante la gara. Che si traduce in un aumento del ritmo medio di corsa e in una miglior condizione fisica sulla lunga durata: minor tempo su una stessa distanza o maggiore distanza nello stesso tempo.
2. Una postura più corretta
Chiunque abbia indossato un paio di super scarpe per la prima volta, si è subito sentito spinto in avanti da una forza misteriosa. È l’effetto dato dal rocker che caratterizza questi super modelli, combinato con la rigidità della piastra: una naturale propensione a spostare il baricentro in avanti che porta a correre utilizzando maggiormente la zona mesopiede-avampiede rispetto al tallone.
3. Un recupero più veloce
Maggiore ritorno di energia, uguale meno fatica. Ma non è solo questo il plus per la muscolatura. Chiunque abbia provato a correre una gara o un allenamento di qualità al massimo con un paio di super scarpe ai piedi, si sarà subito accorto di quanto le gambe, il giorno seguente, fossero più riposate e meno doloranti. È l’effetto regalato dalle leggerissime mescole come il Peba, in grado di ridurre l’impatto del piede sul terreno e di lasciare di conseguenza i muscoli meno traumatizzati.
4. La facilità di corsa
Stupore. È l’espressione che si legge sul volto di chiunque indossi per la prima volta un paio di super scarpe. Una sensazione che non ha mai provato, che si traduce in una estrema facilità di corsa, risultato della combinazione di schiuma e piastra, che inducono ad un gesto più naturale e fluido.
5. Un vantaggio per tutti
Anche se non tutte le super scarpe possono essere indossate da ogni tipologia di runner (parlando di efficienza di corsa e velocità), tutti i runner possono però trovare una tipologia di super scarpa adatta a loro. Certamente il vantaggio competitivo e il ritorno di energia non saranno lo stesso per tutti, ma in percentuale maggiore o minore ogni runner può essere in grado di sfruttarne i benefici. Mescole e schiume più o meno ammortizzate, piastre dalle forme estreme ed ergonomiche e con strutture diversamente elastiche, permettono di scegliere il meglio per sé e per la propria tipologia di corsa.
5 motivi per non scegliere le super scarpe da corsa
1. Il costo
Se il prezzo dei primi modelli di super scarpe si aggirava attorno ai 200 euro (costo al quale a volte ormai arrivano alcune normalissime daily trainer), oggi il livello si è decisamente alzato: 300 euro è il costo medio di una calzatura con mescole nobili e piastra in fibra di carbonio, ma con alcuni modelli ci si può spingere ben oltre. Una barriera all’entrata che per molti runner è invalicabile (giustamente). Soprattutto considerando il numero di chilometri che normalmente sono in grado di sopportare.
2. Super rumore
Tanta ammortizzazione e tanto ritorno di energia a volte si possono tradurre anche in un fastidiosissimo rumore che accompagna ogni passo. Per alcuni modelli di super scarpe è quasi diventata una caratteristica distintiva, ma per molti runner è un elemento decisamente fastidioso. Anche per chi corre accanto.
3. Possono portare a infortuni e infiammazioni
È innegabile che le super scarpe se utilizzate nella maniera sbagliata possono facilitare gli infortuni. La rigidità della piastra può portare a infiammazioni dell’arco plantare, del tendine d’Achille, dei muscoli del polpaccio (come il soleo), mentre la grande elasticità delle mescole può causare fastidi e infiammazioni a caviglia, ginocchia, anche, schiena, collo. Anche se gli ultimi modelli di super scarpe sono decisamente meno estremi rispetto a quelli proposti nel passato, è sempre bene centellinare il loro utilizzo e soprattutto abituarsi poco alla volta ad averle ai piedi.
4. No pronatori
Se non avete un appoggio neutro (o lievemente pronato) le super scarpe, soprattutto se munite di piastra in fibra di carbonio, non sono una categoria adatta a voi. L’estrema leggerezza dei loro componenti e la poca struttura non sono in grado di garantire un sostegno sufficiente per chi necessita di supporto. Provate a guardare attentamente l’appoggio dei molti runner che le indossano in gara: scoprirete quanti hanno difetti di appoggio che ne sconsiglierebbero l’uso.
5. Non per tutti i giorni
Comode? Si, ma se centellinate. Le super scarpe non sono calzature da tutti i giorni, né per correre né tanto meno per camminarci. Possono sembrare comode ad un primo approccio, ma l’estrema rigidità della piastra e la conformazione dell’intersuola non le rendono adatte ad un uso eccessivo e continuo.