Il mondo della maratona stava solo aspettando di rivederlo sulle strade di Rotterdam il prossimo 14 aprile per scoprire se davvero sarebbe potuto essere lui il primo uomo a correre una maratona ufficiale sono le due ore, dopo quel 2h00’35” che lo aveva catapultato nell’Olimpo dell’atletica mondiale. Ma a quell’appuntamento Kelvin Kiptum, 24 anni, non ci arriverà mai.
Ieri, 11 febbraio 2024, intorno alle 21.00 italiane, la stella keniana si è spenta, a causa di un incidente stradale, come riporta il Daily Nation, il principale quotidiano del Kenya. Insieme a lui anche il suo allenatore, il ruandese Gervais Hakizimana, e una donna, Sharon Kosgei. I tre erano a bordo di una Toyota Premio, sulla strada che da Kaptagat porta a Eldoret. Alla guida ci sarebbe stato proprio Kiptum, che avrebbe perso il controllo dell’auto, uscendo di strada e andando a sbattere contro un albero, prima di fermarsi in un fosso a sessanta metri di distanza. Kiptum e il suo allenatore sarebbero morti sul colpo. A confermare la notizia le famiglie e le autorità locali. Kiptum lascia la moglie e due figli, di 4 e 7 anni.
Chi era Kelvin Kiptum
La storia sportiva di Kelvin Kiptum era iniziata solo poco più di un anno fa, quando alla maratona di Valencia del 2022 si era imposto con un incredibile 2h01’53”, miglior esordio della storia sui 42 chilometri. E non aveva fatto aspettare molto prima di migliorarsi, pochi mesi dopo, alla maratona di Londra, fermando il cronometro in 2h01’25”.
Ma il suo capolavoro, lo aveva realizzato lo scorso autunno, a Chicago, dove l’8 ottobre aveva spodestato sua maestà Eliud Kipchoge dal trono, firmando l’incredibile 2 ore e 35 secondi (ratificato lo scorso 6 febbraio), primo uomo della storia a correre una maratona sotto le due ore un minuto. Primato grazie al quale, a inizio dicembre, a Montecarlo, insieme a Noah Lyles e a Mondo Duplantis, era stato eletto miglior atleta almondo del 2023 dalla World Athletics.
“Siamo scioccati e profondamente addolorati nell’apprendere la devastante perdita di Kelvin Kiptum e del suo allenatore, Gervais Hakizimana – ha dichiarato il presidente di World Athletics, Sebastian Coe, su X -. A nome di tutta l’atletica mondiale, inviamo le nostre più sentite condoglianze alle loro famiglie, agli amici, ai compagni di squadra e all’intera nazione keniana. Solo all’inizio di questa settimana a Chicago, città in cui Kelvin ha stabilito il suo straordinario record mondiale di maratona, ho potuto ratificare ufficialmente il suo storico tempo. Un atleta incredibile che lascia un’eredità incredibile, ci mancherà molto”.
Il campione di maratona Eliud Kipchoge, in mattinata, ha invece affidato a Instagram la sua dichiarazione: “Sono profondamente addolorato per la tragica scomparsa del detentore del record mondiale di maratona e stella nascente Kelvin Kitpum – ha detto -. Un atleta che aveva una vita intera davanti a sé per raggiungere risultati incredibili. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua giovane famiglia. Che Dio vi conforti in questo momento difficile”.
Una forza spaventosa quella dimostrata dal campione Kenyano, che gli ha permesso di battere anche la sua proverbiale timidezza senza aver paura di sfidare quello che per gli altri sarebbe stato l’impossibile.
Aveva fatto scalpore conoscere il programma di allenamento di Kiptum in preparazione della maratona, svelato proprio dal suo allenatore e amico Gervais Hakizimana: oltre 300 chilometri settimanali, per quattro mesi, che gli avevano permesso di sviluppare altissime capacità atletiche, in grado di fargli correre i ventuno chilometri finali di gara (59’47” a Chicago) più veloci di quelli iniziali (60’48” a Chicago). E di portarlo a un passo (meno di un secondo al chilometro) dal riscrivere la storia della maratona. Nel suo futuro vedeva l’eterna sfida con Kipchoge, il muro delle due ore, le Olimpiadi di Parigi 2024, il mondiale di Tokyo 2025. In fondo aveva solo 24 anni. Nessuno avrebbe potuto fermarlo. Nessuno, tranne il destino.