Interessante confronto di opinioni dopo gli oltre 400 chilometri percorsi da Andrea e Dario con ai piedi le Asics Novablast 4. Un’edizione che, come abbiamo visto nella nostra recensione di 150km, ha introdotto importanti migliorie rispetto ai modelli che l’hanno preceduta. Una scarpa che copre un ampio spettro di potenziali utilizzatori (dai più leggeri e neutri, ai lievemente pronatori e più pesanti) e una grande variabilità di ritmi (dalla corsa lenta, a quella rigenerante, spingendosi sino al medio, alle ripetute e alle gare).
Dario e Andrea le hanno consumate su strada, pista e sentieri sterrati, provandola a ritmi e in sedute e con climi differenti, a volte ricevendo lo stesso feedback, a volte con pareri contrastanti dovuti al diverso modo di utilizzo. Questo è quello che hanno raccontato…
Battistrada e intersuola: a ognuno la sua
“Parto analizzando, come al solito il battistrada – inizia Andrea -: correndo su pista bianca bagnata, fanghiglia, strada un po’ umida dopo il gelo notturno, ho fatto fatica anche a ritmi non troppo sostenuti tra i 4’20” e i 4’30” al chilometro. Il grip, confermo quanto detto nella recensione, non mi ha fatto impazzire”.
“Io ho avuto un feedback inizialmente simile – ribatte Dario -, ma con il passare dei chilometri ho rivalutato invece questo battistrada. Ho iniziato ad utilizzare le Novablast 4 ad inizio dicembre, con clima molto umido e asfalto quasi sempre bagnato. La prima impressione, con il battistrada ancora nuovo e poco usurato, è stata di una scarpa estremamente scivolosa anche su asfalto. Dopo qualche allenamento ho invece subito notato un cambiamento del grip, che si è normalizzato, e anche sotto la pioggia non ha più dato problemi di instabilità. Sto parlando di uscite di lento, medi, lunghi variati e anche ripetute, per un range di ritmi tra i 3’50” e i 4’50” al chilometro”.
Da notare come il consumo del battistrada sia stato relativamente basso per entrambi, con una gomma dura e resistente che dà la possibilità di utilizzare le Asics Novablast 4 ancora per molti chilometri.
“Parlando invece di intersuola- continua Andrea -, io considero la Novablast una scarpa da lento, magari un modello utile quando si va in vacanza o si viaggia per lavoro e si vuole portare con sé solo un paio di scarpe per correre. Una mescola leggera, ma non troppo morbida (come ad esempio le Nimbus 25) ne troppo reattiva. Non ho ritrovato quella leggerezza, quella freschezza e quella reattività che invece mi erano tanto piaciute nella prima edizione del 2020″.
“Proprio quella leggerezza e quella morbidezza mi avevano dato problemi con quel primo modello – racconta Dario – che, dopo circa duecento chilometri aveva iniziato a cedere leggermente nella parte interna posteriore del piede destro. Con le Novablast 4 questo non mi è successo, nemmeno dopo 460 chilometri percorsi, proprio merito della maggiore densità della mescola FFBlast+, della sua minore leggerezza, ma soprattutto la gran quantità di materiale utilizzato”.
Tomaia e upper: occhio alle stringhe
“Rinforzata anche la parte superiore della scarpa, con una tomaia molto resistente, con una calzata tipica di tutte le calzature Asics, che praticamente non ha nessun segno di usura – concordano entrambe -. Ma soprattutto la zona del tallone, morbida e ben rifinita, rende la scarpa sempre comoda e confortevole”.
“A me è piaciuta particolarmente la linguetta – aggiunge Dario – in stile racing, ma leggermente imbottita, che non si è mai mossa in tutte le uscite che ho fatto”. Segno negativo, invece, per le stringhe, decisamente troppo lunghe.
Asics Novablast 4: più si e che no
“Se devo essere sincero – confessa Andrea -, per come la utilizzerei io in allenamento (come scarpa da lento, nda) Asics Novablast 4 non è la mia scarpa. Preferisco di gran lunga una più morbida Nimbus 25, per rimanere in casa Asics. Per ritmi più sostenuti sceglierei qualcosa di più reattivo e veloce. E’ una scarpa all around che va bene un po’ per tutto e che forse mi porterei in vacanza per avere un bagaglio più leggero, ma che non sceglierei in altre occasioni: per allenamenti veloci andrei su modelli che potrei portare anche sotto i 3’50” e per far riposare le gambe sceglierei qualcosa di più rilassante e morbido”.
“Concordo in parte – Conclude anche Dario -. In effetti potremmo riassumere questa Novablast 4 come un ibrido tra una scarpa da lento e una scarpa intermedia: un’intermedia un po’ più lenta o una daily trainer più veloce, che può andare bene soprattutto per chi corre normalmente a ritmi un po’ più bassi e cerca una scarpa per allenamenti un po’ più ritmati, e che utilizzerebbe invece un modello intermedio come scarpa da gara. Io, come detto, l’ho usata un po’ per tutto, e la difficoltà maggiore è riuscire a spingerla a ritmi sotto i 4′ al chilometro. Oltre a non ritrovare quella morbidezza che normalmente si vorrebbe quando invece si vuole correre un lento per ricaricare le gambe”.
Quindi, una scarpa che si adatta a diverse tipologie di runner: per atleti più lenti (oltre i 5’30” al chilometro) e pesanti (fino agli 85kg), come scarpa per i lavori più ritmati; per gli atleti più veloci (che corrono i lenti sotto i 4’30” al chilometro), come scarpa da lento.
Rispetto alle edizioni precedenti, in Asics Novablast 4 è stato fatto un gran lavoro di miglioramento: il risultato è una scarpa con la quale si riesce a correre bene e soprattutto per tanti chilometri. Se nella nostra prima recensione l’avevamo stimata per una percorrenza di circa 700km, dopo tutte le nostre uscite possiamo considerare di arrivare tranquillamente a 800km e spingersi anche oltre se tenuta con una maggior cura.
Voi avete già provato la nuova Asics Novablast 4 o uno dei modelli precedenti o avete altre curiosità? Lasciate i vostri commenti sotto al video di YouTube o sui canali social di The Running Club.