L’inverno è la stagione del cross (o corsa campestre). Il termine “cross” è il diminutivo di cross country, letteralmente “fuoristrada”, competizione nata in Gran Bretagna verso la fine del 1800, riconosciuta come una vera e propria disciplina sportiva a partire dal 1903 e diventata campionato mondiale di specialità dal 1973.
Le gare di corsa campestre normalmente si volgono su un circuito sterrato da percorrere più volte e di lunghezza variabile in base alla categoria di appartenenza, dai 200 metri per i più piccoli, fino ai 10/12 chilometri per gli atleti assoluti. La tipologia di terreno può variare molto da gara a gara e in base alle tradizioni del Paese in cui si corre: fondi più fangosi e tecnici in Europa, campi più veloci e regolari negli USA.
La stagione del cross inizia verso la fine di ottobre e termina nel mese di marzo con l’arrivo della primavera: i mesi di gennaio e febbraio sono normalmente il cuore di questa disciplina, che viene sfruttata da ogni genere di runner, dai velocisti ai maratoneti, come metodologia di potenziamento, oltre che, chiaramente, dagli specialisti di fondo e mezzofondo come vero e proprio appuntamento stagionale.
Gli appuntamenti clou del 2024 saranno i Campionati del Mondo che si volgeranno il prossimo 30 marzo a Belgrado, in Serbia, e il Campionato Italiano Individuale e di Società Assoluti che si correrà a Cassino il prossimo 9 e 10 marzo.
Campaccio, che si corre tradizionalmente il 6 gennaio a San Giorgio di Legnano, e Cinque Mulini (a San Vittore Olona), quest’anno spostata al 17 novembre, sono tradizionalmente le due più importanti manifestazioni di cross country del nostro Paese. Ma sono tanti i circuiti provinciali e regionali diffusi in tutta Italia che si svolgono durante il periodo autunno-invernale (per conoscere tutte le date potete sfogliare il calendario Fidal nazionale, regionale e provinciale).
Le scarpe per la corsa campestre
Per correre le gare di cross esistono scarpe chiodate specifiche per la disciplina (normalmente contrassegnate dalla sigla “XC”, che sta ad indicare cross country), molto simili a quelle che vengono utilizzate sulla pista di atletica. La principale differenza è data dall’intersuola, più spessa e morbida nelle scarpe da cross, per garantire più protezione al piede sui terreni irregolari, e più rigida e sottile in quelle da pista. Anche la tomaia è stata ridisegnata e resa più resistente, soprattutto nei punti di possibile contatto con sassi, terreno e radici.
Come nelle scarpe da pista, anche in quelle per la corsa campestre sono inseriti dei piccoli chiodi (avvitabili) sotto il battistrada, nella zona dell’avampiede, per aumentare il grip su ogni tipologia di terreno, da quello più secco a quello più fangoso.
Il numero di chiodi, la loro lunghezza e la forma può cambiare: la configurazione più comune è con 6 chiodi, ma si possono trovare modelli anche da 4 o addirittura 7. La misura può variare da 6 a 15 millimetri, mentre la forma può essere più o meno appuntita e affusolata, fino ad arrivare ai chiodi di ultima generazione di forma piramidale (simili ai tacchetti delle scarpe da calcio).
Più il terreno è molle e fangoso, più si ha necessità di grip, per cui i chiodi più lunghi verranno utilizzati nelle situazioni più al limite, mentre su terreni secchi e asciutti si sfrutteranno quelli più corti (i nuovi chiodi a forma piramidale si adattano bene un po’ a tutte le tipologie di fondo).
Per sapere quali chiodi è meglio utilizzare è sufficiente fare una prova sul terreno di gara: calzata la scarpa, se il chiodo affonda completamente nel terreno è della lunghezza giusta, se parte invece rimane scoperta, allora è troppo lungo e va sostituito.
È possibile anche utilizzare configurazioni miste di chiodi sulla stessa scarpa. Ad esempio, sfruttare dei chiodi più lunghi sulla punta della scarpa per un maggiore grip; oppure, se siete pronatori (non esistono scarpe da cross per pronatori), sfruttate dei chiodi più lunghi nella zona interna del piede e più corti in quella esterna, per avere un po’ di sostegno al metatarso e “cedere” meno durante la corsa.
I runner amatori alle prime esperienze possono provare a correre le gare di corsa campestre anche con scarpe non-chiodate, sfruttando i modelli destinati al trail running (meglio quelli più leggeri e con un carrarmato sul battistrada molto accentuato, come le scarpe per skyrace). Una soluzione che però non permette di vivere appieno appieno la “magia” del cross country e soprattutto potrebbe non bastare in caso di percorsi molto fangosi e scivolosi.
Voi che rapporto avete con la corsa campestre? L’avete provata almeno una volta? Fa parte della vostra preparazione invernale? Con che tipologia di scarpe correte? Condividete e fateci sapere la vostra esperienza condividendola nei commenti sotto il video di YouTube o sui canali social di The Running Club. E buon cross a tutti…