Non sono passate inosservate le parole di Sebastian Coe, presidente di World Atheltics, che ha presentato il programma finale del suo mandato in cui ha intenzione di rivoluzionare l’atletica mondiale. Dopo otto anni passati a capo della Federazione Internazionale di Atletica e con alle spalle un 2023 che si è dimostrato uno dei più grandi anni dell’atletica leggera (sia per i Mondiali di Budapest che per i tanti risultati esaltanti che si sono susseguiti), Coe ha fatto un bilancio di quanto compiuto, provando ad immaginare cosa poter fare in futuro per coinvolgere sempre più persone nel mondo dell’atletica e rendere più interessante (anche televisivamente) il “prodotto atletica”: oltre a un documentario che andrà in onda su Netflix annunciato per il prossimo anno, ha parlato di inevitabili cambiamenti che dovranno essere alla base della nuova atletica mondiale.
“Vorrei che le persone guardino indietro al 2024 e al 2025 nello stesso modo in cui guardano al 2016, anno in cui c’è stata una revisione radicale di questo sport – ha spiegato Coe -. Ciò non significa buttare via 150 anni di storia e patrimonio, ma che non dobbiamo continuare sulla stessa strada solo perché l’abbiamo sempre fatto. Dobbiamo evolvere, fare le cose in modo diverso e assicurarci che quello che vogliamo preservare sia fatto in modo tale che possa essere apprezzato anche da un nuovo pubblico. Voglio vedere più giovani seguire l’atletica e una maggiore partecipazione degli spettatori. Voglio migliorare il prodotto in televisione, perché non credo che sia costruito nello stesso e nel migliore dei modi in tutti i Paesi”.
Il riferimento è rivolto soprattutto al format televisivo (ma non solo) degli eventi di atletica leggera, spesso troppo lunghi e noiosi, con tanti tempi morti per molte discipline, raccontati nel modo non corretto dagli addetti ai lavori. Tante le idee che potrebbero essere messe in atto per rendere le sfide più avvincenti, come l’eliminazione delle batterie e l’inserimento di più finali consecutive per rendere il format più interessante e vedere a confronto i migliori atleti del mondo. E magari riuscire anche a portare l’atletica fuori dagli stadi, nelle grandi città, non solo per mezza e maratona, ma anche per altre discipline.
Il futuro della maratona mondiale
Le parole di Sebastian Coe fanno seguito a quanto aveva già annunciato in occasione dei Campionati Mondiali di Atletica Leggera lo scorso agosto: sostituire la regina delle corse, la maratona, con la mezza. Perché? Non perché in questo caso il pubblico non apprezzi, anzi. Il problema sono gli atleti e il periodo dell’anno in cui le gare si svolgono.
Correre una maratona ad agosto sta diventando sempre più problematico, sia per la preparazione, sia per le condizioni climatiche durante le quali gli eventi si corrono. Inoltre, i grandi campioni preferiscono cedere alla tentazione di una maratona autunnale come Chicago o New York, dove tra ingaggi, sponsor e premi possono guadagnare molto di più rispetto alla “sola” gloria di una medaglia.
Per questo la proposta di Coe sembra essere un’opzione interessante che potrebbe essere già messa in pratica a partire dai prossimi Campionati Mondiali di Atletica Leggera che si correranno a Tokyo nel 2025. Cosa già vista con i Campionati Europei di Atletica Leggera, che da qualche anno non inglobano più la sfida sui 42 chilometri, ma solo quella in mezza. Da capire cosa succederà poi con il Campionato del Mondo di Mezza Maratona, nato nel 1992 e che dal 2010 si corre ogni due anni che, a questo punto, potrebbe essere inglobato nella rassegna dei Campionati di Atletica.
Quindi niente più Mondiali di Maratona? In realtà, scorporandoli dai campionati potrebbero essere inseriti, come gare singole a sé stanti, nei programmi delle più importanti 42K mondiali come Londra, Berlino, Valencia, New York… Allora si, non ci sarebbero più scuse.