L’avventura di The Running Club è iniziata nove mesi fa: era il 1 marzo 2023 il giorno in cui abbiamo pubblicato i primi pezzi sul sito, abbinati ai video sull’allora appena aperto canale YouTube. Al progetto lavoravamo dietro le quinte già da svariate settimane ma a dirla tutta era da molto tempo che mi balenava per la mente l’idea di trasportare sul piano professionale la mia passione per la corsa.
Perché la mia carriera degli ultimi 26 anni unisce due anime apparentemente distinte: da un lato giornalista appassionato di tecnologia, dall’altra editore di una testata giornalistica che nasce nella sua prima concretizzazione nel 1997. Potrei dire che scrivo per passione e faccio l’imprenditore per necessità.
L’amore per la corsa arriva dopo, nel 2010: varcata alla canonica soglia dei trentacinque anni, la necessità di andare oltre la classica vita sedentaria del lavoratore da ufficio un po’ fuori forma mi fa scoprire la corsa quale attività sportiva. Da quel momento non mi sono più voltato indietro. Negli anni ho iniziato a seguire, da appassionato, tutto quello che il web mi proponeva legato alle tante anime del mondo della corsa ma dentro mi risuonava sempre più invadente la spinta ad aprire qualcosa di nuovo che fosse mio, nel quale unire la passione per la corsa alla mia anima di giornalista.
“Nomen Omen”, direbbero i latini: nel proprio nome è insito quello che si è. Mai cosa fu più azzeccata nel mio caso, di chi si chiama Corsini di cognome e vive perennemente di corsa, sia metaforicamente sia come passione sportiva, e che ha quali iniziali le due lettere che indicano i Personal Computer: un chiaro rimando a quella tecnologia che è la chiave della mia carriera professionale oltre che qualcosa che permea un po’ al vita di ognuno di noi.
Da questa combinazione di ingredienti nasce The Running Club, che altro non poteva essere che una testata giornalistica sin dal suo debutto. Perché questa scelta? Dal mio punto di vista la risposta è molto semplice: in un mondo dove l’apparenza sembra contare molto più della sostanza, con quanto pubblichiamo in The Running Club, vogliamo portare ai nostri lettori un’informazione che sia oggettiva, accurata e completa.
L’essere una testata giornalistica, con tutti gli oneri che richiede, è un patto di fiducia che vogliamo sottoscrivere con i lettori: fornire informazione seria, cercare di analizzare i prodotti che fanno parte del mondo della corsa in modo oggettivo e rigoroso, ben sapendo che questo può voler dire anche evidenziare in modo marcato i difetti e i limiti dei prodotti che passano tra le nostre mani. Ma vuol anche dire metterci in discussione ogni giorno, non accontentandoci di fare il compitino, ma alzando l’asticella della qualità della nostra informazione.
Un esempio sono le recensioni delle scarpe dopo 150km, delle quali vi ho parlato nel mio precedente editoriale (guarda qui): la scelta di quel quantitativo di chilometri minimo per poter completare una recensione nasce da discussioni interne e dalla volontà di settare un livello qualitativo alto. E proprio quel quantitativo di chilometri nasce da un’analisi di ciò che era ed è proposto online agli appassionati di corsa: tante, troppe recensioni di scarpe basate su una presunta esperienza (dato che ne provo tante allora mi basta indossarle per capire) e non perché le si è utilizzate veramente per correre.
La stessa valutazione potrei farla sulle analisi degli smartwatch, che per le metriche legate alla condizione fisica richiedono di essere indossati per minimo un paio di settimane ininterrottamente prima di generare dei dati e che spesso vengono invece “recensiti” dopo averli indossati solo per qualche ora dopo la consegna.
Bisogna essere una testata giornalistica per fare informazione di qualità? No, e la prova di questo sono coloro che nel web (italiano e non) producono contenuti che, da lettore appassionato, leggo molto volentieri perché ben fatti e curati.
Una testata giornalistica, quindi, che ha il mantra dell’informazione oggettiva, attendibile e di qualità quale regola di lavoro, ma fatta da persone che sono in primo luogo podisti appassionati. Siamo ben lieti del fatto che ognuno di noi dello staff editoriale corre, e continuerebbe a farlo a prescindere da The Running Club: non pensiate che questa cosa sia scontata quando leggerete un articolo che tratta del mondo del podismo. E questa testata giornalistica è un Club nel nome, perché la corsa è uno degli sport più individualisti che ci siano, ma è un’esperienza che quando viene vissuta in gruppo, tanto in allenamento come nelle gare, porta un piacere che la rende ancora più completa.