Correre ossigena il cervello, aiuta i pensieri a schiarirsi, i problemi a risolversi e, in questo caso, anche a ragionare su come la corsa si stia evolvendo, grazie a nuove tecnologie e materiali. Proprio correndo, nasce l’idea di questo articolo che apre un dibattito tra scarpe da gara e scarpe intermedie.
Fino ad una decina di anni fa, prima che arrivassero sul mercato i primissimi modelli di supershoes, eravamo abituati a una rotazione abbastanza classica delle scarpe da corsa: un modello ammortizzato per i lenti e le corse di recupero, uno un po’ più reattivo per gli allenamenti di qualità, un paio di scarpe veloci dedicate esclusivamente alla gara. All’epoca, la differenza tra intermedie e scarpe racing era veramente minima: le scarpe da gara erano molto basse di drop, praticamente con un’intersuola inesistente, spesso rigide ed estremamente leggere. Bastavano pochi grammi, cinque o sei, per far preferire un nuovo modello al precedente e sentirne la differenza. Le scarpe intermedie erano praticamente gli stessi modelli da gara, ma un po’ più ammortizzati: un po’ più di schiuma per “salvare” le gambe e permettere di correre veloce anche in allenamento, ma con una struttura più protettiva e qualche grammo in più.
Oggi, invece, ci troviamo di fronte ad una realtà completamente diversa. Con l’avvento della prima Nike Zoom Fly il mondo delle scarpe racing è cambiato: sono arrivate le antesignane delle supermescole e le piastre (nel caso specifico della Zoom Fly parliamo di mescola Lunarlon e di una piastra in nylon). Innovazioni che, volenti o nolenti, hanno cambiato il modo di correre e le abitudini di tutti i runner.
Le scarpe da gara si sono trasformate per prestazione e comodità e si distinguono dai modelli intermedi (oltre che per qualche grammo in meno) per materiali e tecnologie, ma che comunque rimangono “premium”. Una differenza minima, che a volte non sembrerebbe giustificare un utilizzo differente tra le due categorie.
Scarpe da gara o scarpe intermedie?
Arriviamo dunque alla domanda che ha fatto nascere questo articolo: se fino a qualche anno fa, l’utilizzo di scarpe racing e intermedie, rispettivamente per la gara e per gli allenamenti di qualità, era giustificato, oggi è ancora così? In previsione di un allenamento a ritmi alti, vicini a quelli gara o anche superiori, è meglio utilizzare una scarpa racing o un modello intermedio pensato appositamente per quella tipologia di seduta?
La risposta sicuramente non è semplice. Se fino a qualche anno fa sarebbe stato scontato rispondere facendo riferimento ai benefici post-allenamento regalati dalle vecchie intermedie, oggi probabilmente non è più così. Gli ultimi modelli di super scarpe hanno raggiunto un livello tale di ritorno di energia e di beneficio per le gambe, che sono in grado anche di aumentare la velocità di recupero dopo sedute importanti e veloci. Gli strascichi muscolari e tendinei dovuti alla rigidità dei vecchi modelli sono solo un vecchio ricordo ormai. Senza scordare l’apporto dato proprio da questi nuovi modelli per riuscire a correre a velocità elevate con maggiore facilità e per più tempo.
Fattore, quest’ultimo, che potrebbe essere interpretato in maniera opposta da chi invece vuole ricevere un vantaggio competitivo in gara e usare le supershoes solo durante gli appuntamenti importanti, per avere un “boost” rispetto alla prestazione di allenamento con modelli meno prestazionali. Beneficio che si aggiunge al fattore economico: usare le scarpe da gara solo in gara, permette di consumare meno rapidamente questa tipologia di calzature che costano decisamente di più (e normalmente durano anche meno chilometri) rispetto ai modelli d’allenamento.
Una preparazione in vista di obiettivi a lungo termine (come potrebbe essere una mezza o una maratona) potrebbe portare ad un utilizzo diversificato dei scarpe da gara e intermedie in base al periodo di allenamento: nella prima parte di programma, quando normalmente si caricano le gambe, si lavora maggiormente sul potenziamento e ritmi sono secondari, affidarsi alle scarpe intermedie; nella seconda parte di preparazione, durante la quale si tende a lavorare sulla velocità e ritmi gara, scegliere invece le gare che si utilizzeranno poi durante la competizione.
Un’altra scelta può essere invece determinata dallo stato di usura delle scarpe e decidere utilizzare in allenamento le super scarpe solo quando hanno terminato il loro ciclo di vita in gara: dopo qualche centinaio di chilometri non saranno più in grado di garantire al 100% i benefici per cui sono nate, ma potranno comunque essere sfruttate in allenamento per sedute di qualità ad alto livello.
Dubbi da principianti
Anche chi corre a ritmi più lenti e non è abituato a utilizzare scarpe troppo veloci come quelle da gara, può sfruttare la stessa lettura. Una rotazione con modelli meno prestazionali porta con sé le stesse domande e le stesse risposte: in un allenamento di qualità, ma a ritmi inferiori, meglio sfruttare scarpe intermedie (che in questo caso sono quelle poi utilizzate anche in gara) o utilizzare le daily trainer? Dipende…
Voi, invece, che abitudini avete? Preferite usare scarpe intermedie o da gara in allenamento? Come sempre scrivetecelo nei commenti sotto il video di YouTube o sui canali social. Buona corse…