Immaginate di trovarvi catapultati nel cuore dell’Africa che corre: guardate intorno a voi e vedete solo atleti che calpestano la pista di terra battuta, rossa, disegnata in una prateria di alti cespugli gialli e secchi, mentre venite travolti dal rumore di decine di passi che rimbombano all’unisono. Alzate lo sguardo, e solo poco più in là scorgete alti cipressi verdi che contornano le strade e attraversano morbide colline decorate da piccoli paesini. No, non è un miraggio. E non siete in Etiopia, Kenya o Uganda. Siete immersi nella piana di San Rocco a Pilli, a poche decine di chilometri da Siena, dove, solo una decina di anni fa, un visionario, romantico e sognatore, ha deciso di fondare il Tuscany Camp.
La storia del Tuscany Camp e di Giuseppe Giambrone
Lui è Giuseppe Giambrone, 44 anni, oggi direttore del centro e allenatore di venticinque atleti di fondo e mezzo fondo. Una villa settecentesca, arroccata in un piccolo paesino toscano, dove ogni stanza si è trasformata in una camera privata o in uno spazio comune, per ospitare ragazzi di ogni età, lingua, credo e provenienza: Uganda, Burundi, Rwanda, Tunisia, ma anche un po’ di Italia. Vivono insieme, condividendo gioie ed oneri di una grande famiglia sportiva. C’è chi cucina e chi preferisce lavare i piatti, chi studia e chi è più concentrato sul proprio futuro sportivo, chi mantiene alto lo spirito del gruppo e chi preferisce vivere un po’ più in disparte. Ma tutti con un unico grande obiettivo: quello di crescere insieme, come persone e come atleti, cercando di raggiungere il proprio sogno mondiale od olimpico.
Insieme a Giuseppe e con i suoi atleti, e grazie a On, sponsor che ha permesso a questo sogno di realizzarsi, abbiamo passato un lungo weekend, vivendo fianco a fianco e ascoltando le loro storie, (rin)correndo le stesse strade, cercando nei loro occhi quella forza e determinazione che li sta facendo crescere come campioni.
“Quella per l’atletica è una passione che ho sempre avuto, fin da quando ero ragazzino: a dodici anni allenavo già i miei coetanei all’oratorio del mio paese, a Caltavuturo, in Sicilia – racconta Giuseppe Giambrone -. Negli anni ho continuato e coltivato questa mia passione come coach, sempre con l’idea, un domani, di creare un centro d’eccellenza per la preparazione atletica, qui in Italia. Lo sognavo in provincia di Siena, terra dalla quale negli anni ‘70 sono arrivati grandi campioni e dove, all’epoca, viveva mio fratello. E dove mi sono poi trasferito anche io intorno ai vent’anni”.
Ma tra il-dire-e-il-fare, soprattutto per chi ha vissuto nel mito del posto fisso, non è semplice districarsi. “Nel 2013, però, ho preso il coraggio a due mani e ci ho provato. Non sapevo una parola di inglese, ma ho preso un aereo e sono andato in Africa per capire come funzionasse il mondo di questi atleti e dei camp”. E nel 2021 tutto, finalmente, ha preso vita.
Tuscany Camp raccoglie un insieme di eccellenze, territoriali e non, che ruotano attorno ai suoi atleti: medici, fisioterapisti, allenatori, tecnici… “Un gruppo di oltre cinquanta specialisti – continua Giuseppe – che seguono da vicino ogni singolo ragazzo. Il primo è stato un ugandese, che all’epoca aveva avuto problemi personali, che abbiamo assistito, aiutato e rimesso in piedi. Grazie a lui siamo entrati in contatto con la Federazione Ugandese e abbiamo iniziato a cercare nuovi talenti tra i ragazzi più giovani. E sono arrivati (tra gli altri) Jacob Kiplimo, Victor Kiplangat, Oscar Chelimo, Stefan Kiprotich. Oggi campioni e neo atleti vivono fianco a fianco qui al Camp per imparare a crescere insieme: un sistema ambivalente, dove i giovani possono imparare dagli atleti più forti, e i campioni, a loro volta, possono migliorare come persone, oltre che come atleti, condividendo la quotidianità con chi ancora li sta inseguendo”.
“Jacob Kiplimo sarà il primo atleta a correre sotto le due ore in maratona”
Giuseppe Giambrone
I risultati si vedono anche sul campo: ad oggi il Tuscany Camp può vantare ventidue medaglie e diversi campionati del mondo, un record del mondo su strada e sette record nazionali. Ma Giuseppe sogna di vedere anche un altro record targato Tuscany Camp: quello delle due ore in maratona. “Anche se non è più qui con noi – confessa Giambrone – spero che a riuscire ad abbattere quel muro possa essere Jacob (Kiplimo), cosa che sostenevo già nel 2015 quando era ancora un allievo al primo anno. Per me è come un figlio, anche se il nostro rapporto lavorativo è finito”.
Sono tanti i grandi campioni che ha ospitato, e ospita oggi, il Tuscany Camp e, attualmente, due sono italiani: sono Yohanes Chiappinelli e il neo arrivato Iliass Aouani. “Tra i tanti, ho anche un altro grande sogno – conclude Giuseppe Giambrone -: quello di portare in cima al mondo tanti ragazzi italiani. So che anche noi abbiamo grandi potenzialità e lo voglio dimostrare. Siamo forti, non è solo una questione di pelle. E soprattutto voglio dimostrare che si può vincere anche senza dover andare all’estero a vivere e allenarsi, che sia Africa o Stati Uniti”.
Yohanes Chiappinelli, da Siena con furore
Di origini etiopi ma di famiglia senese, Yohanes Chiappinelli è in realtà uno dei pochi atleti che al Tuscany Camp gioca in casa. “Per me essere parte del Tuscany Camp è un grande motivo di orgoglio. Quando ho deciso di cambiare obiettivi e passare dalle siepi alla maratona il primo nome che mi è venuto in mente per farmi seguire è stato quello di Giuseppe Giambrone. Mi sono detto: ‘Perché non cogliere al volo questa opportunità?’. Non ci ho pensato due volte e così eccomi qua. Oltretutto ho scoperto un grande brand come On che ci segue da vicino e non ci fa mancare nulla nemmeno dal punto di vista tecnico. Ultimamente sto usando due modelli di scarpe per i miei allenamenti: le Cloudmonster per i lenti e le corse tranquille e le Cloudboom Echo 3 per i lavori. Insomma, anche grazie a questo grande connubio, spero di poter riuscire a fare grandi cose insieme nel prossimo futuro”.
“Rispetto a quello che facevo fino a poco tempo fa è cambiato tutto – continua Yohanes -. Prima mi allenavo da solo, adesso siamo un bel gruppo di una ventina di atleti che corrono e vivono sempre insieme. Uno stimolo per fare sempre meglio ogni giorno. Mi sento più professionista: siamo circondati da tantissimi specialisti e professionisti che ci assistono in tutto e per tutto, abbiamo una palestra all’avanguardia con dei macchinari incredibili. Per me è un sogno che è realmente diventato realtà”.
E da professionista si comporta Yohanes Chiappinelli. Sveglia presto intorno alle 7 del mattino, colazione e una prima seduta di allenamento verso le 9. Prima di pranzo una seconda colazione per reintegrare le proteine consumate correndo e pranzo alle 12.30. Il primo pomeriggio è dedicato al riposo, da soli, leggendo un libro, o in compagnia, facendo due tiri a basket o giocando a Monopoli. Intorno alle 16.30 secondo allenamento tra le colline senesi o nel campo ai piedi del Camp e, dopo cena, un film tutti insieme e poi a nanna. “Il giorno dopo riprendiamo con la stessa routine – spiega Chiapppinelli – ma chiaramente gli allenamenti variano di volta in volta, sia per durata che per intensità in base agli obiettivi di ognuno. Se devo scegliere io preferisco sempre fare qualcosa di lungo, le ripetute brevi non mi sono mai piaciute. Per questo mi sento più un maratoneta e, negli ultimi anni, ho deciso di cambiare i miei obiettivi”.
Da quando è al Tuscany Camp, nel 2022 Yohanes Chiappinelli ha segnato il record italiano dei 10km su strada (27’50”), ha vinto il Campionato Italiano di Maratonina e attualmente, nel 2023, è il terzo italiano di maratona. “Per il prossimo anno ho un grande obiettivo, il mio sogno, le Olimpiadi di Parigi e sto lavorando solo per quello – confida Yohanes -. Devo ancora qualificarmi, perché in Italia siamo in cinque o sei a giocarci il posto, e devo fare bene. La prossima maratona sarà verso febbraio o marzo, ma ancora dobbiamo definire di preciso quale. E poi ci saranno gli Europei a Roma”.
Iliass Aouani, una vita di corsa
Ultimo arrivato, ma non alla sua prima esperienza al Tuscany Camp, è Iliass Aouani, primatista italiano di maratona con 2h07’16” fatto registrare a inizio anno a Barcellona. “Per me questa non è una realtà completamente nuova. Sono qui solo da due settimane, ma ero già entrato in contatto con il Tuscany Camp qualche mese fa. Oltre al fatto che alcune delle persone che vivono qui sono miei cari amici – spiega Iliass -. Il valore aggiunto del Tuscany Camp è che qui gli atleti si sentono davvero come se fossero una famiglia: c’è un clima molto sereno, molto familiare, molto coeso. È questo il suo segreto”.
Dopo alcuni anni passati negli Stati Uniti dove si è laureato in ingegneria, Iliass Aouani è tornato in Italia nel post-Covid e, seguito da Massimo Magnani, nel 2021 si è subito laureato Campione Italiano di cross, 10km in pista, 10km su strada e mezza maratona. “Quella con Massimo Magnani è stata un’esperienza bellissima, perché è stato, ed è ancora, uno dei migliori allenatori italiani e del mondo, grazie al quale sono riuscito a raggiungere subito grandi risultati – confessa Aouani -. La decisione di venire al Tuscany Camp è nata dall’esigenza di avere intorno a me un contesto stimolante, un contesto in cui si respirasse atletica ad alto livello. E qui al Tuscany Camp, Giuseppe Giambrone è riuscito a costruire una realtà decisamente particolare, unica nel suo genere, sia in Italia sia in Europa, in cui è riuscito a mettere una un’intera struttura con servizi di alta tecnologia a disposizione di atleti che arrivano da ogni parte del mondo. E questo penso che per un atleta che vuole fare atletica ad alto livello sia la condizione migliore per massimizzare le proprie performance”.
Dopo qualche mese di alti e bassi dovuti a una condizione non ottimale a causa di un problema ai tendini dopo il record italiano di Barcellona, ora è quasi arrivato il momento di rivedere in pista (o meglio, in strada) Iliass Aouani. “La prossima domenica (5 novembre, nda) correrò la maratona di New York – racconta -. New York è una di quelle gare che un maratoneta, nella sua vita, deve fare prima o poi. A parte il prestigio delle gare in sé, ho anche un legame affettivo con la città, avendoci passato quattro anni della mia vita. Quindi, tornare per me era una cosa che prima o poi avrei dovuto fare e la maratona è stato il pretesto perfetto”. Ma non è solo questo il segreto della Grande Mela. “Inoltre, New York, per certi aspetti, simula quello che succede nelle gare dei Campionati Mondiali, essendo una gara in cui non conta il tempo ma la posizione. Non ci sono lepri, è una gara uomo contro uomo, cosa che la rende ancora più aperta a tatticismi a molti altri fattori che possono stravolgere il corso della gara. E in vista di Parigi…”.
Iliass è un ragazzo che vive per la corsa e di corsa. E che grazie alla corsa ha imparato a vivere. “La corsa è la metafora della vita. Una scuola. Una rappresentazione. Vivere non è semplice. Non sempre è sufficiente impegnarsi al massimo per raggiungere un obiettivo, non è così automatico. La corsa te lo insegna, ti mette di fronte a situazioni difficili che devi imparare a gestire. Forgia una mentalità vincente. E una volta ci sei riuscito, anche lasciata la corsa, ti renderà vincente in qualsiasi cosa deciderai di intraprendere nella vita”.
Nel video su YouTube l’intervista completa a Giuseppe Giambrone, Yohanes Chiappinelli e Iliass Aouani.