Negli ultimi mesi ho lavorato esclusivamente per ritrovare la forma. Impegni lavorativi e famigliari, poco tempo a disposizione, qualche problematica fisica da risolvere, non mi hanno permesso di concentrarmi sulla performance e programmare gare e obiettivi a lungo termine. Per allenarmi ho dovuto anche sfruttare i momenti disponibili durante la giornata, magari in orari non perfetti per un allenamento di corsa, come la pausa pranzo in estate ma, piuttosto che rinunciare, meglio ottimizzare i momenti che sia hanno a disposizione.
Fatta questa premessa, e con obiettivi diversi per le settimane a venire, durante le quali sto mettendo nel mirino qualche gara per ritrovare stimoli e ritmo (per ora solo qualche 5 e 10 chilometri e probabilmente una mezza maratona), passo a raccontarvi quella che è stata la mia rotazione di scarpe per l’allenamento e le motivazioni di queste scelte.
Glycerin 20 e Ghost 15, le daily trainer di Brooks
Come scarpe daily trainer la mia scelta è caduta principalmente su due modelli di Brooks, le Glycerin 20 e le Ghost 15. Perché due scarpe da lento? Semplicemente perché mi sono trovato in due luoghi differenti in cui svolgere gli allenamenti e, per non portare avanti e indietro ogni giorno un paio di scarpe, ho utilizzato due modelli, che si adattassero anche alle caratteristiche dei percorsi che sarei andato ad affrontare.
Partiamo dalle Glycerin 20, una delle più interessanti scarpe superammortizzate che ho indossato ultimamente. Le ho utilizzate principalmente su percorsi pianeggianti intorno a casa, lungo la ciclabile del Naviglio e in campagna, con asfalto e sterrato, per allenamenti di corsa lenta rigenerante, su distanze dai 10 ai 20 chilometri. Il feeling è stato immediato, merito probabilmente della nuova tecnologia a nitroinfusione dell’intersuola, introdotta da Brooks nel 2020 con Hyperion Tempo ed Elite, ed evoluta nella nuova mescola DNA Loft v3 lanciata proprio con l’uscita della Glycerin 20. Una schiuma meno densa, che ha reso la scarpa più leggera ma allo stesso tempo anche un po’ più viva, anche grazie a un’intersuola molto altra (34mm nel tallone) e a un drop di 10 mm, tanto da poter essere considerata davvero un modello tuttofare per chi è solito utilizzare una sola scarpa in tutte le tipologie di allenamento. Nonostante la sua leggerezza per una scarpa superammortizzata (278 grammi nella misura 10,5 US), la struttura della parte superiore è consistente e mantiene il piede molto stabile.
Sempre confortevole, ma decisamente più protettiva la Ghost 15, modello che ho utilizzato principalmente per allenamenti brevi di 10 o 12 chilometri in pausa pranzo, ma su percorsi collinari, con un misto di asfalto, cemento e sterrato molto irregolare. La presenza della mescola in DNA Loft v2 la rende molto meno brillante (più secca) rispetto alla Glycerin 20, nonostante mantenga una buona ammortizzazione e abbia un drop di 12mm (35mm l’altezza del tallone). Caratteristiche che me l’hanno fatta preferire proprio per correre su salite e discese e far soffrire meno i tendini.
Con entrambe i modelli ho corso più di 400 chilometri e posso considerare le scarpe ancora come nuove, con un minimo consumo del battistrada, una buona struttura e un ottimo comfort per gli allenamenti futuri.
Puma Deviate Nitro 2: scarpa che vince non si cambia
La scarpa che ho usato maggiormente per i lavori che ho fatto in questi mesi è stata la Deviate Nitro 2, il modello più versatile di Puma (di cui abbiamo ampiamente parlato in più di un’occasione), con piastra in fibra di carbonio e schiuma Nitro Elite.
La lavorazione a cui è sottoposta questa mescola è molto simile a quella che ritroviamo nella Glycerin 20 e infatti il livello di ammortizzazione e reattività che regala la rende ideale per tutti gli allenamenti di qualità che si devono affrontare in una preparazione. Io l’ho usata, senza pentirmene, in tutte le uscite di medio, di fartlek, tempo run e ripetute fino ai 1000 metri. Le ho utilizzate principalmente su asfalto e pista, ma sono state anche la mia personale scelta quando ho dovuto considerare un solo paio di scarpe da portare con me in vacanza in montagna. E non me ne sono pentito.
New Balance FuelCell SuperComp Trainer, la scarpa (quasi) da gara
Non avendo partecipato a corse agonistiche nell’ultimo periodo non ho un vero e proprio modello da gara da consigliare, ma una scarpa che forse più di tutte quelle che ho usato nell’ultimo anno mi ha stupito. Si tratta delle New Balance FuelCell SuperComp Trainer. E in effetti non può essere considerata una scarpa da gara per via dell’altezza della sua intersuola di 47mm (il massimo consentito nelle gare su strada dai regolamenti internazionali sono 40mm), ma ha tutto quello che serve per esserlo: un’intersuola in schiuma FuelCell, la mescola premium che si trova anche sui modelli Elite di New Balance, la stessa piastra in fibra di carbonio e la geometria Enrgy Arc per il massimo ritorno di energia.
La prima sensazione appena indossate è molto strana, quasi vogliano invitare a correre portando naturalmente il corpo a sbilanciarsi in avanti. I primi passi esaltano l’estrema morbidezza, ma allo stesso tempo si sente il lavoro sinergico di intersuola e piastra che invitano ad aumentare il ritmo. Le ho usate principalmente per lavori veloci dai 200 ai 1000 metri solo su asfalto e le ho anche provate “in gara” sui 21 km durante la Relay Marathon di Milano, dove ho corso le ultime due frazioni del percorso. Pur essendo scarpe veloci, le New Balance FuelCell SuperComp Trainer sono comunque un modello abbastanza protettivo, ma non sono scarpe da indossare tutti i giorni. Anzi, chi non è abituato a correre con calzature dotate di piastra in fibra di carbonio deve dedicare qualche settimana all’adattamento, onde evitare sovraccarico alle articolazioni di caviglia, ginocchia e anche.
Vista l’ottima impressione di questo modello “da allenamento”, se dovessi pensare a una scarpa per le prossime gare probabilmente la mia scelta cadrebbe proprio su New Balance e la sua FuelCell SuperComp Elite v3. Ma questo lo svelerò solo nelle prossime settimane.
Se vi è piaciuta la mia rotazione e se avete domande, curiosità o testimonianze dirette sui modelli di cui vi ho parlato, scrivete tutto nei commenti sui canali social, Facebook, Instagram e TikTok, o sotto al video di YouTube.