Il brand Altra è da sempre associato a scarpe da corsa, tanto per la strada come per il trail, che strizzano l’occhio alla corsa minimalista. Cuore di questo approccio è il drop zero: tutte le scarpe Altra, almeno fino ad ora, integrano una intersuola che ha lo spesso spessore nell’avampiede come nel tallone.
Nel corso degli ultimi anni Altra è intervenuta con le proprie calzature modificando almeno in parte il proprio approccio: le scarpe sono sempre rivolte a coloro che vogliono correre in modo naturale, quindi con una propensione per la corsa di mesopiede e di avampiede, ma lo spessore dell’intersuola è progressivamente aumentato raggiungendo i 33 millimetri, sempre con drop zero, con le Via Olympus.
Il nome Paradigm identifica le scarpe Altra rivolte agli atleti che necessitano di supporto, cioè coloro che soffrono di pronazione. La filosofia dell’azienda mal si sposa con sistemi di stabilizzazione particolarmente invasivi, come quelli che vedono intersuole differenziate tra esterno e interno o inserti molto più rigidi nella parte mediale interna della scarpa: l’intervento di supporto è quindi per sua natura dolce e non tale da inficiare il confort e la ricerca di uno stile di corsa che sia naturale.
L’approccio scelto da Altra con Paradigm è del resto comune a quanto portato avanti proprio nel 2023 da altre aziende concorrenti per le proprie scarpe stabili. Pensiamo ad esempio alle Puma Forever Run Nitro o alle nuove Asics Gel-Kayano 30 come esempi di calzature per podisti che ricercano una corsa stabile e che offrono sostegno evitando di essere rigide oltremodo, preservando confort e piacere di corsa.
Con Paradigm 7 Altra punta quindi a mantenere l’approccio storico ma contestualmente a fornire un sostegno a chi lo necessita, senza snaturare l’esperienza di corsa e il confort. Obiettivo raggiunto, viene da dire al termine della nostra abituale analisi di 150km di corsa che precede la recensione, perché Paradigm 7 forniscono supporto senza inficiare il confort e senza essere in alcun modo invasive anche per il podista neutro. Quest’ultimo, anzi, con queste scarpe ritrova quel supporto addizionale che si rivela utile quando la distanza si allunga e la corretta postura di corsa inizia a venire meno.
Battistrada: 8
Anche in Paradigm 7 ritroviamo il battistrada InnerFlex che caratterizza le altre proposte dell’azienda americana. rispetto al modello 6 le nuove arrivate presentano un’area con una superiore copertura in gomma, lasciando di fatto esposta solo una piccola zona tra mesopiede e tallone. Il grip è sempre stato molto buono; ho avvertito una sensazione di leggero scivolamento in una delle prime uscite di test su asfalto bagnato ma questo è dipeso più dal battistrada nuovo che necessitava di essere leggermente rodato.
Nella parte anteriore la pianta è larga come quella delle Torin 7, mentre al posteriore ci sono circa 5mm in più di larghezza che aiutano proprio a conferire maggiore supporto e stabilità. Rispetto alla Torin 7 la parte posteriore del battistrada, e con esso tutta l’intersuola, fuoriesce leggermente di più rispetto al tallone e anche questo aiuta a migliorare la stabilità e il supporto.
Intersuola: 7,5
La mescola è quella EGO Max, la soluzione premium di casa Altra: l’abbiamo già provata nelle Torin 7 e qui nulla sembra cambiare per via dello spessore che è costante da tallone a avampiede con gli stessi 30mm delle Torin 7 (28mm per le Rivera 3 che abbiamo provato in precedenza).
In Paradigm 7 troviamo quello che Altra chiama Guide Rail, un inserto posizionato nella parte interna della scarpa che si sviluppa nella parte più alta dell’intersuola andando ad avvolgere in parte la tomaia. E’ pensato per fornire sostegno in caso di pronazione, senza però diventare invasivo quando si ha un appoggio neutro: la filosofia è quella di migliorare la stabilità solo quando serve, senza intervenire in modo netto come con una struttura rigida e senza alterare la dinamica di corsa.
Tomaia: 7,5
E’ una doppio strato ricercata nella fattura, con un mesh che punta più alla robustezza e alla tenuta nel tempo che alla traspirabilità in assoluto. Una scelta che reputo corretta, pensando al tipo di scarpa e alle corse per le quali verrà utilizzata.
Altra propone per le proprie scarpe 3 differenti tipologie di pianta del piede indicate come Slim, Standard e Original. Per Paradigm 7 troviamo la soluzione intermedia, quella Standard, che assicura uno spazio piuttosto ampio e confortevole in avampiede. Non ho mai riscontrato problemi durante le uscite con queste scarpe in termini di piede e dita compresse nella scarpa: anche per questo motivo consiglio di acquistarle del propio numero e non mezzo numero in più.
Upper: 7,5
Le stringhe sono leggermente diverse rispetto a quelle di Torin 7, caratterizzate da una struttura molto fine e da una forma rettangolare. Si posizionano facilmente e non ho mai avuto problemi di loro slacciatura durante le uscite di allenamento. Gli occhielli sono standard, con l’eccezione di due nella parte interna e uno in quella esterna che sono con un passante in tessuto che Altra definisce allacciatura Gillie, a fornire maggiore robustezza e permettere di posizionare la stringa in modo differente rispetto agli altri occhielli.
La linguetta è leggermente più imbottita, soprattutto nella parte superiore, rispetto a quella di Torin 7: non è fissata sui due lati ma non mi ha mai creato problemi di posizionamento o fastidi durante l’allacciatura. Il tallone è rigido in misura non eccessiva, avvolgendo il piede senza costringerlo: per una scarpa stabile si può pensare che sia anche troppo libero ma questo rientra nella filosofia alla base di questa scarpa che vuole essere una calzatura che offre stabilità senza però snaturare un movimento naturale del piede.
Peso: 8
Per essere una calzatura strutturata e che deve aiutare il podista che necessita di supporto Paradigm 7 ha un peso complessivamente contenuto: siamo a 250 grammi per la misura US 8 (taglia 41 europea). A titolo di confronto le Altra Torin 7 sono di 10 grammi più leggere, mentre le Rivera 3 della stessa azienda pesano 8 grammi di meno. La differenza è molto contenuta, pur trattandosi di scarpe ben diverse tra di loro.
Comfort: 7,5
La filosofia di costruzione di Paradigm 7 è improntata a offrire una esperienza d’uso che sia in primo luogo confortevole, soprattutto nell’ottica di coloro che necessitano di supporto durante la corsa. Al termine dei 150km corsi per questo test posso sintetizzare il comportamento di queste scarpe come speculare a quello delle Torin 7 che abbiamo provato in precedenza.
Come sempre vale per le scarpe zero drop una nota va proprio al loro differenziale nullo, in quanto questo tipo di scarpe sollecita più di altre il tendine d’Achille e il polpaccio. E’ un tipo di lavoro al quale ci si abitua con l’utilizzo, alternando queste scarpe con altre: per qualcuno questo potrebbe risultare essere poco confortevole ma nel complesso porta benefici in termini di postura maggiormente portata a correre su avampiede e mesopiede.
Ritorno di energia: 7
E’ forse questo l’aspetto meno convincente di Paradigm 7, per quanto nel complesso il comportamento sia più che valido. L’intersuola Altra EVO Max non si caratterizza per l’elevatissima reattività ma la risposta è complessivamente molto valida; correndo di avampiede, postura che grazie al drop zero tende a venire in modo naturale, la scarpa fornisce una sensazione di grande controllo e di spinta. Correndo più di tallone lo spessore complessivo di 30mm è inferiore a quello di altre scarpe, ma la struttura dell’intersuola piuttosto solida fornisce un buon ritorno di energia complessivo.
Quello che non si avverte quanto a percezione è l’intervento dei sistemi di supporto della falcata, configurati in modo tale da aiutare nella postura senza però diventare opprimenti o essere di ostacolo. Il comportamento che si percepisce è quello di una scarpa neutra, non di una stabile, e questo rende molto naturale la falcata e il ritorno ad ogni passo.
Durata massima stimata: 8
Sono scarpe pensate per durare, a partire dal battistrada che è pressoché interamente coperto da gomma dura e che nei 150km di percorrenza non ha di fatto evidenziato una usura di tipo anomalo o eccessiva. La tomaia è di fatto come nuova e anche nell’intersuola non ho evidenziato problemi di cedimento o di segni particolari. Ritengo chiunque possa arrivare senza alcun problema ad almeno 600km con queste calzature, con i 200 km successivi che molto dipendono dal peso dell’atleta: sono scarpe che ritengo possano andare bene anche per atleti sino agli 80Kg, a condizione che la loro iperpronazione sia nel complesso contenuta e non necessiti di un supporto particolarmente spinto.
Prezzo ufficiale: 7
Altra propone Paradigm 7 al lancio ad un prezzo di 180€ IVA inclusa, una cifra ben bilanciata tenendo conto delle caratteristiche complessive di questa scarpa e del suo comportamento in corsa. E’ un listino allineato a quello delle concorrenti con simile design e filosofia legata al sostegno e alla stabilità, senza però strutture che possono diventare invasive nel loro intervento.
Voto finale: 7,5
Altra Paradigm 7 è una scarpa molto particolare: non solo è una zero drop, che porta in modo naturale a correre maggiormente di avampiede e di mesopiede rispetto a quanto si faccia normalmente. E’ anche una scarpa che fornisce supporto a chi soffre di problemi di iperpronazione, senza però snaturare la propria filosofia di corsa naturale. E’ quindi questa una scarpa non destinata unicamente ai pronatori che vogliono supporto, ma adatta anche ai neutri che non disdegnano un po’ di supporto che intervenga quando sia necessario, ad esempio alla fine di un lungo allenamento quando si è stanchi.
Rispetto alla versione 6 Altra è intervenuta con marginali interventi, senza stravolgere la struttura: la linguetta e l’area del tallone sono ora più confortevoli; il mesh superiore è stato migliorato in termini di traspirabilità e il peso complessivo leggermente ridotto.
Il loro ambito di utilizzo di riferimento è quello delle corse lente e svelte, nelle quali Paradigm 7 rappresenta un’alternativa interessante a scarpe più classiche con un drop che non è quello zero. La consiglio a chi volesse provare una scarpa zero drop da inserire nella propria rotazione per progressivamente spostare la dinamica di corsa verso l’avampiede. Adatte a chi necessita di un supporto non eccessivo, si comportano molto bene anche con podisti neutri che non soffrono dei tipici problemi legati all’utilizzo di scarpe stabili per chi non necessita di correzione. Non le consiglio per l’iperpronatore spinto invece, per il quale sono disponibili sul mercato scarpe con intervento di supporto molto più deciso di queste e pertanto più adatte a correggere un difetto molto marcato.
Sono adatte a un po’ tutti i ritmi di corsa lenta, indicativamente da 6 al km a scendere sino a quelli degli atleti più veloci; peso suggerirei entro gli 80Kg, con la possibilità di spingersi un poco oltre se si ha una corsa lenta sotto i 4’45” al km.