Avevo avuto modo, alcune settimane fa, di pubblicare le mie impressioni iniziali su Altra Rivera 3 in questo first look. Si tratta di scarpe molto particolari, che nella tradizione dell’azienda americana adottano una filosofia di zero drop: questo vuol dire che l’intersuola ha uno spessore costante tra avampiede e tallone, senza che questi due componenti siano posizionati ad altezze diverse.
Utilizzare scarpe zero drop è possibile per qualsiasi tipo di podista, anche se implica un adattamento indispensabile per sfruttarle al meglio. Scarpe di questo tipo, e le Rivera 3 ne sono un esempio chiarissimo, portano a correre leggermente più spostati verso l’avampiede e questo è ancora più evidente tanto più la vostra corsa è in modo naturale portata sul tallone. D’altro canto le scarpe zero drop richiedono un superiore lavoro su polpacci e tendine d’Achille ed è per questo motivo che il loro utilizzo deve essere graduale e ben calibrato nel tempo.
Ho utilizzato Rivera 3 all’interno della mia rotazione di allenamento, totalizzando i 150km che sono per noi la distanza da percorrere prima di poter definire una recensione di una scarpa. Ho corso varie distanze e lavori, principalmente in corsa lenta ma senza disdegnare un po’ di salita e un lavoro in pista di ripetute sui 2.000. Questo il mio giudizio per ogni aspetto della scarpa, con il voto finale quale media dei singoli voti attribuiti.
Suola: 7,5
Utilizza il design InnerfleX sviluppato da Altra, che prevede scalanature in verticale che tendono a replicare la struttura ossea del piede. L’intersuola è rinforzata con della gomma nella parte anteriore, in quella posteriore e in quella esterna. Nei 150km di test non ho ravvisato una usura irregolare, cosa che mi lascia pensare che la durata nel tempo sarà buona.
Intersuola: 7
L’intersuola di Rivera 3 è in Altra EGO, mescola che è leggermente diversa da quella EGO Max utilizzata da Altra per le Torin e le Via Olympus. Lo spessore è pari a 28mm, come detto costante lungo tutta l’intersuola, incrementato di alcuni mm rispetto a Rivera 2: è una mescola che mi è parsa ammorbidirsi leggermente con l’uso, soprattutto dopo i primi 50km, e che fornisce un buon ritorno di energia. La scarpa, anche per via del suo essere zero drop, è un modello dal forte “ground contact”: il feedback che fornisce ai piedi è diretto e immediato, senza che l’intersuola operi filtrando quello che c’è sotto i piedi ma mantenendo in ogni caso una buona reattività.
Tomaia: 7
La struttura della tomaia di Rivera 3 è molto semplice: si tratta di un mesh a doppio strato, quello esterno traforato e quello interno pieno, caratterizzato da una discreta traspirabilità con una parte di rinforzo integrata solo nell’area del tallone. La tomaia è morbida e fascia bene il piede, senza però comprimere troppo: in questo aiuta la forma della parte anteriore, che è tendenzialmente larga con un design che è comune alle altre scarpe Altra. Nello specifico Rivera 3 adotta un design Slim Footshape Fit, che è quello con area anteriore meno ampia tra le scarpe Altra ma che in ogni caso è piuttosto spazioso se confrontato con quello di scarpe dalle simili caratteristiche tecniche.
Upper: 7,5
La parte del tallone è molto ben protetta: sono presenti cuscini ai lati e anche all’altezza del tendine la forma della scarpa offre protezione addizionale. La conchiglia è piuttosto rigida, bloccando il piede e bilanciando la flessibilità che Rivera 3 offre invece nell’area anteriore e in generale nell’intersuola. La linguetta presenta nella prima metà un desing che è molto simile a quello dell’intersuola, con un mesh traspirante, mentre nella parte superiore è chiusa con un inserto morbido che aiuta nel confort. Non è fissata ai lati ma non ho avuto problemi nel suo posizionamento, tantomeno di arricciamento durante l’utilizzo. Le stringhe infine sono piatte e relativamente sottili: non le ho trovate bellissime al tatto, per quanto svolgano bene il proprio compito. Per via della loro conformazione consiglio di chiuderle sempre con un doppio nodo.
Peso: 7,5
Nel numero US 8,5 Rivera 3 ha un peso di 245 grammi, un valore che la posiziona nella media tra le scarpe con caratteristiche tecniche simili e intersuola spessa 28mm. La percezione che si ha correndoci è di avere una scarpa che bilancia una buona leggerezza ad una notevole flessibilità: non è la scarpa a guidarci mentre corriamo ma si ha la percezione, tra drop zero e la notevole flessibilità, che sia il piede a lavorare direttamente sulla superficie.
Confort: 7,5
Non è una scarpa “pantofola”, ipercomoda e che coccola il piede: non vuole del resto esserlo vista la costruzione e le caratteristiche da zero drop. Detto questo, si è rivelata con il tempo essere una scarpa comunque confortevole: l’intersuola non ha uno spessore da maxishoe ma riesce a ben proteggere, soprattutto pensando al suo spessore costante. I 28mm nell’avanpiede si sentono tutti e anzi forniscono un feedback diverso rispetto a scarpe con una intersuola più spessa nel tallone ma con un drop spinto di 8 o 10 millimetri.
Ritorno di energia: 7
Sono scarpe dedicate alle corse di tutti i giorni, pensate per i podisti neutri e prive di inserti particolari così da mantenersi fedeli alla filosofia di Altra Running legata ad una corsa naturale. Da questo un ritorno di energia che non è volutamente troppo spinto ma che comunque si fa sentire. La sensazione è quella che i nostri piedi stiano lavorando ben più di quanto accada normalmente con scarpe classiche dall’intersuola di simile spessore, con una spinta che è quindi molto più legata a come noi sfruttiamo in spinta il nostro piede più che un’azione di ritorno di energia molto forte generata dalla scarpa.
Durata massima stimata: 8
L’usura della suola dopo 150km è stata minima; la tomaia non ha particolari punti di rinforzo ma sembra tenere bene all’uso, mentre per le restanti componenti della scapa non c’è nulla che faccia pensare ad un decadimento rapido nel tempo. Da questo una stima di percorrenza di almeno 550km, che per il tipo di scarpa è una distanza indubbiamente valida.
Prezzo ufficiale: 8
Rivera 3 sono a listino ad un prezzo ufficiale di 140€ IVA inclusa, ma non è difficile trovarle ora online a listini anche inferiori a 100€. Il prezzo ufficiale è allineato pensando alle caratteristiche tecniche di questa scarpa e alla sua costruzione, ma se acquistate a circa 100€ come mediamente richiesto al momento si rivelano decisamente un ottimo affare per chi cerca scarpe zero drop.
Voto finale: 7,5
Rivera 3 non è una scarpa che spicca con qualità singole, ma è in grado di offrire un comportamento bilanciato in tutti gli ambiti. Non eccelle in nessuno, ma va molto bene su un po’ tutti gli elementi costruttivi. Questo però non la rende una scarpa per tutti: l’essere una zero drop richiede un periodo di utilizzo iniziale con il quale abituarsi alla postura che cambia leggermente, spostandosi un po’ di più verso un impatto di mesopiede e avanpiede.
Possiamo dire che si corre in modo leggermente diverso, ed è proprio questa la bellezza di queste scarpe e in generale di quelle zero drop: spinge a usare molto di più la muscolatura dei piedi, rinforzandoli e di fatto facendoci guadagnare alcune caratteristiche che potremo poi sfruttare anche calzando altre scarpe. Per me hanno rappresentato una novità e mi sono per questo particolarmente piaciute: le utilizzerò ancora in futuro soprattutto in quelle uscite dove vorrò cercare di lavorare sulla muscolatura dei piedi e sui polpacci, magari abbinandole a parti corse in salita.
A quali atleti consiglio queste scarpe? Sicuramente a podisti neutri, che apprezzino le scarpe con intersuola non esagerata come spessore e che per questo motivo siano maggiormente portati a “sentire” il terreno sotto i piedi. Devono anche essere podisti che vogliono lavorare sulla loro corsa, consapevoli che scarpe di questo tipo portano ad avanzare leggermente il punto di contatto con il terreno e per la loro costruzione aiutano ad allenare maggiormente il piede.
L’atleta di riferimento deve avere un peso che fisserei entro gli 80kg come tetto massimo per poter sfruttare al meglio queste scarpe; oltre la loro grande mobilità potrebbe rivelarsi controproducente a chi, per la sua stazza, richiede un po’ di sostegno. Per i ritmi invece direi più o meno tutti: ci si può correre a 6 al km se questo è il vostro ritmo della corsa lenta, come spingere su ritmi ben più sostenuti qualora il vostro motore ve lo permetta senza dimenticare che scarpe di questo tipo richiedono un qualcosa in più come lavoro di piede quando portate ai propri ritmi più veloci. Del resto è proprio questo il punto di forza di queste scarpe e della filosofia zero drop, farci lavorare in modo diverso.