Nel nostro first look, pubblicato a questo indirizzo, abbiamo evidenziato le caratteristiche tecniche e costruttive di Hoka Clifton 9: si tratta delle più classiche daily trainer, scarpe che si indossano e utilizzano per le corse lente o di tutti i giorni senza pretese di tempi veloci ma con la volontà di trascorrere del tempo all’aria aperta e macinare distanza.
In quest’ultima versione Clifton 9 guadagna in reattività, grazie ad alcuni interessanti interventi nell’intersuola, senza però cambiare anima: resta una scarpa confortevole, adatta ad accompagnarci per lungo tempo nelle nostre corse di tutti i giorni ma che grazie ad un poco di reattività in più può essere utilizzata anche per allenamenti un po’ più spinti.
Tomaia: 7
Il mesh ha una struttura mediamente elaborata, con alcuni inserti che da una parte creano una trama più robusta dall’altra conferiscono una differente finitura cromatica. Lo spessore complessivo non è contenuto ma non al punto da far pensare che diventi poco confortevole quando usata con temperature ambiente elevate. Buona costruzione nel complesso ma abbastanza standard, in linea con quanto proposto nelle precedenti versioni della scarpa.
Upper: 7
La linguetta è dotata di una buona imbottitura e risulta essere mediamente morbida: una volta calzata la scarpa tende a restare ferma nella sua posizione, grazie anche al fatto che è fissata alla struttura della scarpa sul lato interno ma non su quello esterno. Le stringhe hanno forma rettangolare e sono di buona fattura: passano attraverso occhielli stretti che sono rinforzati con uno strato in gomma attaccato sopra al mesh. Il tallone si sviluppa in modo marcato verso l’esterno facilitando la calzata: ha una buona imbottitura e non mi ha creato problemi di sfregamento durante la corsa.
Intersuola: 7
E’ di tipo compressed molded EVA, rivista rispetto alla precedente generazione grazie ad un aumento dello spessore di 3 millimetri: sono 32 i millimetri di altezza a livello di tallone e 27 quelli dell’avanpiede, per un drop di 5 millimetri. Quest’ultimo valore è leggermente più spinto rispetto a quello tipico di daily trainer e porta ad un superiore coinvolgimento dei polpacci e del tendine d’Achille. D’altro canto, aiuta a correre con una postura maggiormente proiettata in avanti e ad atterrare di mesopiede o di avanpiede, aiutato in questo dalla geometria rocker della scarpa.
Non offre un forte ritorno di energia durante la corsa ma asseconda bene il movimento naturale del piede; non è una intersuola pensata per le prestazioni ma deve, come riesce, offrire comodità e sostegno nella corsa lenta e quando si vuole accelerare con il ritmo senza esagerare.
Suola: 6,5
La struttura presenta numerosi punti di contatto che sono rafforzati con della gomma dura di colore arancio in questa finitura, lasciando parte dell’intersuola esposta. Il grip su asciutto e bagnato è sempre stato molto valido, meno la resistenza in quanto l’impressione dopo 150km è che questa parte della scarpa sarà la prima a cedere alla distanza: da questo il voto finale.
Peso: 8
Siamo circa 235 grammi per il mio numero US 8 (41 1/3), valore non elevato pensando alla struttura della scarpa: Clifton 9 non ha perso, in questa ultima declinazione, le caratteristiche storiche di protezione ma questo non ha portato ad un aggravio di peso. E’ un dato molto interessante per una daily trainer che accompagna nelle corse lente e in quelle leggermente più svelte.
Confort: 7,5
Ho trovato Clifton 9 essere una scarpa confortevole nelle corse lente e in quelle un po’ più svelte, più vicine al ritmo della corsa media senza però arrivare a quella velocità. Mi hanno ben accompagnato nelle uscite, senza creare sensazioni di affaticamento atipiche. Nella parte anteriore lo spazio c’è ma non è eccessivo: usando una numerazione standard per me ho avuto spazio a sufficienza ma consiglio, per chi avesse un piede più ampio davanti, di optare per un mezzo numero in più oppure per la versione Wide che offre una pianta allargata pensata proprio per questo genere di podisti.
Ritorno di energia: 7
Non c’è la spinta tipica di scarpe più specialistiche o di quelle dotate di un qualche tipo di inserto più rigido, ma la risposta dell’intersuola EVA rimane sempre ben presente. Non dovete chiedere a questa scarpa di essere un modello pensato per la pura prestazione velocistica: in casa Hoka meglio rivolgersi ad altro, partendo dalla serie Mach o da quella Rincon. Clifton 9 è una daily trainer comoda, che se spinta fornisce un buon supporto di ritorno ma che non fa della reattività il suo punto di forza.
Durata massima stimata: 7
Dopo 150km la suola mostra alcuni segni di usura nei punti di contatto, sia anteriormente come posteriormente; anche la parte centrale con l’intersuola esposta alla vista mostra alcuni segni di usura precoce, anche se non tali da creare problemi. Prevedo che a 500km, alla luce dell’utilizzo attuale, la suola posa presentare segni di usura molto marcati. Nessun problema invece per quanto riguarda la tomaia, decisamente in ordine, e per l’upper in generale.
Prezzo ufficiale: 8
Il listino ufficiale di queste scarpe è pari a 150€ ma già ora si trovano facilmente a 120€ sul mercato; è un prezzo allineato a quello delle altre daily trainer in commercio e a quanto storicamente Hoka ha richiesto per i vari modelli della famiglia Clifton.
Voto finale: 7+
Al termine di questa recensione, frutto di 150km di utilizzo, Clifton 9 non spicca per nessun elemento specifico ma al contempo si comporta bene su un po’ tutti i fronti. Mi è parsa essere una scarpa molto equilibrata nel complesso, in grado di offrire al podista quello che ci si attende in genere da una daily trainer.
E’ una calzatura ben bilanciata, in grado di accompagnare con una rullata molto classica i podisti che ricercano una scarpa da lento ma che possono essere usate anche per lavori più veloci: per un interval training strutturato o per un fartlek sono valide compagne, ma tenderei ad usare scarpe più reattive per lavori al medio o per le ripetute. Al pari delle precedenti versioni della gamma le porterei anche su distanza medio lunghe, spingendomi agevolmente oltre i 20km ad uscita: in questo caso ne si apprezza il confort complessivo.
A che podista sono indicate? Come struttura fisica direi che non ci sono particolari limitazioni sino a 80-85kg di peso come massimo; per i ritmi anche qui nessun problema trattandosi di una scarpa pensata per le corse lente, con l’unica accortezza di non abbinare ritmi molto lenti (indicativamente 6′ al km o più lento) a un peso importante (oltre gli 80kg) nel qual caso meglio rivolgersi a scarpe ancora più protettive.