Sono trascorsi alcuni mesi dalla recensione della Hoka Mach 6, modello intermedio caratterizzato da una notevole versatilità. E’ una scarpa che si presta molto bene a venir utilizzata per le corse di tutti i giorni, ma che allo stesso tempo può essere sfruttata anche quando il ritmo si alza per le sedute di qualità. Fartlek, medi e ripetute possono essere corsi in modo efficace ed efficiente con Mach 6, che abbina buona protezione e reattività.
In questa puntata del format “vista da dentro” andiamo a vederne la costruzione interna, con un obiettivo molto chiaro: quello di capire se il drop di 5mm dichiarato da Hoka non sia in realtà un po’ più elevato.
L’intersuola di Mach 6 è in EVA Supercritical, modificata rispetto a quella delle precedenti versioni, come in Mach 5 in cui era Profly+. Le quote dichiarate dall’azienda parlano di uno spessore al posteriore di 37mm, con uno in avampiede di 32mm per un drop finale pari a 5mm. Stessi dati delle Mach 5 ma la sensazione, una volta calzate, era che il drop fosse superiore e soprattutto non vi fosse così tanta mescola all’anteriore.
Ricordiamo che con Mach 6 Hoka è anche intervenuta nel battistrada, la cui forma cambia radicalmente rispetto ai predecessori. Un’ampia copertura in gomma dura, a protezione dell’intersuola che precedentemente fungeva da battistrada vero e proprio grazie ad un processo di trattamento superficiale che ne garantiva una certa tenuta all’usura. All’atto pratico, però, tutti coloro che hanno calzato i modelli Mach fino alla serie 5 hanno sempre ravvisato una rapida usura del battistrada, che tendeva a perdere il profilo anche dopo poche centinaia di chilometri lisciandosi completamente nei maggiori punti di contatto con il terreno.
Le nostre misure evidenziano però quote ben diverse da quanto indicato da Hoka: lo spessore dell’intersuola nel posteriore, tenendo conto della presenza della soletta e del battistrada inferiore, è di 34mm contro i 37mm ufficiali. In anteriore lo spessore dichiarato per l’intersuola è di 32mm, mentre dalle nostre misure si è ricavato uno spessore di 24,5mm complessivi. Da questo se ne deriva un drop finale di 9,5mm, ben più elevato di quello di 5mm dichiarato da Hoka. Le misure sono state effettuate su una scarpa in numero US10,5.
Passando all’analisi della tomaia, si nota subito come Hoka abbia scelto di far sovrapporre sul lato esterno parte dell’intersuola sulla tomaia, per fissare al meglio queste due componenti tra di loro offrendo una certa solidità laterale.
Il mesh della tomaia è di tipo ingegnerizzato, con una finitura che sembra quasi sintetica al tatto e una parte interna a contatto con il piede che è ben più morbida. Discreta traspirabilità nel complesso per una tomaia che non spicca nei climi estivi più caldi; stessa analisi vale per la linguetta, che è mediamente imbottita e traspirante e che si caratterizza principalmente per essere fissata sui due lati all’interno della tomaia con una maglia elastica.
HokaMach 6
Hoka Mach 6 è una scarpa veloce adatta agli allenamenti di qualità che può essere utilizzata anche durante le gare. È caratterizzata da un'intersuola in EVA Supercritical con un'altezza di 37mm ne...
Buona imbottitura nell’area del tallone, tanto all’altezza del tendine come lateralmente lungo la conchiglia: protegge al meglio questa zona senza che vi sia una particolare ricaduta in termini di peso.
Hoka Mach 6 è una scarpa che abbiamo apprezzato nel corso della nostra prova su strada e che, alla luce del feedback ricevuto dai nostri lettori, ha raccolto un positivo interesse da parte dei podisti. Le novità in termini di intersuola in EVA Supercritical e il battistrada finalmente senza intersuola esposta ma con gomma a protezione sono elementi ritenuti positivi, che fanno apprezzare ancora di più il comportamento di questa scarpa offrendo la garanzia di una durata nel tempo ben superiore a quelle dei modelli che l’hanno preceduta.